Presentata la nuova edizione del romanzo "Ballando con Cecilia" di Pino Roveredo
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Venerdì, 08 Agosto 2014 18:57
- Scritto da Cristina Degrassi
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Trieste - Giovedì 7 agosto, a Trieste, presso il nuovo caffè “Zenzero e Cannella” di Campo San Giacomo è stata presentata la nuova edizione del romanzo “Ballando con Cecilia” di Pino Roveredo.
Lo scrittore, classe 1954, già vincitore del Campiello nel 2005 con “Mandami a dire”, ha raccontato molto di sé durante la serata, chiacchierando con l'amica e attrice Micaela Silva che ha prestato la sua voce nel far rivivere i tanti personaggi “folli” del fortunato libro dello scrittore triestino.
Roveredo ha raccontato di come questo libro sia uscito da una sua esperienza di volontariato durata due anni presso il padiglione I dell'ex comprensorio di San Giovanni, l'ex manicomio prima dell'applicazione della legge Basaglia, per intenderci.
Da questa esperienza di animatore per due ore a settimana, Roveredo ha tratto i tanti personaggi che popolano il libro: Amalia che si crede nobile, Berto fissato con le parole crociate, Paolino che canta ed urla, nonchè la donna che regala il titolo al libro, la famosa Cecilia, una donna di novantasei anni che ne ha passati più di sessanta relegata in una struttura manicomiale senza un motivo preciso.
Avvicinandosi a Cecilia che di primo acchito è litigiosa e bizzarra, Roveredo scopre la vita perduta dell'anziana donna che ormai vive la realtà soltanto da una finestra.
Cecilia racconta allo scrittore di quando faceva la commessa per settanta centesimi la settimana in una famosa pasticceria del centro. Gli dice dei suoi escamotage per “rubare” le caramelle al miele, nascondendole nel petto dove nessuno le avrebbe trovate e poi mettendole tutte insieme in bocca...perchè la dolcezza cura.
Ed è la lucidità di coloro che vengono definiti “pazzi” che in fondo colpisce lo scrittore, una lucidità che, ovviamente, salta fuori a tratti, quando meno te lo aspetti, tra una fantasia ed un altra, ma che riesce a pungere l'anima sino a farla sanguinare. Perchè in fondo ci si chiede sempre quale sia il confine tra la follia e la normalità e spesso, molto spesso, non è così chiaro come farebbe comodo pensare.
Molte le domande personali che la Silva pone allo scrittore, ed a cui Roveredo non si sottrae, regalando l'identikit di un uomo che ha sofferto molto, ma al contempo ha molto vissuto. Figlio di artigiani sordomuti, racconta di aver imparato a parlare con le mani e ad ascoltare con gli occhi, di avere avuto problemi di alcolismo per cui a diciassette anni finisce in manicomio proprio per un alcolismo agitato, all'epoca infatti aggiunge lo scrittore, per fare questa esperienza ci voleva molto poco.
Roveredo racconta di aver fatto anche l'esperienza del carcere, tutte esperienze limite che poi ha trasferito sulla carta nei suoi romanzi, anche se, precisa, in realtà avrebbe sempre voluto fare il cantante.
Il pubblico numeroso ha applaudito divertito alle simpatiche battute dello scrittore ed all'ironia della brava Micaela Silva che gli ha fornito gli spunti giusti per raccontarsi, il tutto frammisto ad un inaspettato teatrino che poco più in là, dall'altra parte della strada, coinvolgeva alcuni avventori di un bar in preda ai fumi dell'alcool, che si lanciavano in improbabili quanto simpatici cantici dialettali.
Così...tanto per sottolineare ancora il labile confine tra ciò che viene definito normale e ciò che invcece etichettiamo come strano nella migliore delle ipotesi o folle nella peggiore.