Cluf: pasta gratis a chi acquista libri per la scuola
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- Pubblicato Mercoledì, 03 Settembre 2014 11:42
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Udine: le piccole librerie se le inventano tutte per poter sopravvivere e per passare messaggi di consumo consapevole ai cittadini.
Ecco dunque l'iniziativa della libreria Cluf che regala pacchi di pasta a coloro che acquistano i libri scolastici.
“La grande distribuzione utilizza la vendita dei testi a prezzi scontati come mezzo per attirare clienti nei centri commerciali e noi facciamo loro il verso, regalando un classico prodotto da supermercato per riportarli in libreria” spiega Marina De Paoli, responsabile della Cluf. “Con questo vogliamo segnalare un problema che mette in crisi tutto il tessuto delle piccole librerie, che attraverso lo scolastico ottengono risorse utili per rimanere aperte tutto l’anno.
“E’ una pratica devastante: se per attrarre clienti tutti i negozi iniziassero a vendere i beni che non rientrano nella propria offerta merceologica a prezzo di costo, ognuno eroderebbe all’altro i margini che servono per pagare l’affitto e chi lavora e in poco tempo avremmo la desertificazione.” “L’unica possibilità è quella di avere consumatori consapevoli che con il loro gesto di acquisto possono remunerare chi offre loro un servizio continuativo e di qualità e che le azioni piratesche alla fine sono a loro danno” conclude la De Paoli.
Per sottolineare questa attenzione al consumo consapevole, la pasta distribuita è quella di “Libera Terra” prodotta dalle cooperative insediate sui terreni confiscati alla mafia, grazie al ponte realizzato dal presidio locale di Libera.
Lucio Fabi presenta "Soldati d’Italia. Esperienze, storie, memorie, visioni della Grande Guerra"
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- Pubblicato Venerdì, 22 Agosto 2014 10:12
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Grado (Go) - Nell’ambito della manifestazione “Sentieri di confine”, lunedì 25 agosto, alle ore 17.30, al Velarium della spiaggia di Grado, lo storico Lucio Fabi presenterà il suo ultimo libro, uscito da poco nelle edizioni Mursia: “Soldati d’Italia. Esperienze, storie, memorie, visioni della Grande Guerra”.
Nel centenario dello scoppio del conflitto, il testo intende proporre un punto di vista diverso sulla guerra, dando voce non a generali e politici, ma ai tanti soldati italiani, alcuni dei quali noti al pubblico come Enrico Toti o il poeta Ungaretti, altri destinati a restare sconosciuti.
Se la memoria è contemporaneamente dovere e necessità, essa non può essere disgiunta dal lavoro del lutto, dall'assunzione di un'eredità storica di conflitti, divisioni, perdite di vite umane e modelli culturali, che hanno lasciato tracce sul territorio e nell'inconscio collettivo. Come scriveva Claudio Magris: "La memoria guarda avanti; si porta con sé il passato, ma per salvarlo, come si raccolgono i feriti e i caduti rimasti indietro, per portarlo in quella patria, in quella casa natale che ognuno, dice Bloch, crede nella sua nostalgia di vedere nell'infanzia e che si trova invece nel futuro, alla fine del viaggio."
Il libro di Fabi, attraverso ricordi, lettere, cimeli, immagini fotografiche e cinematografiche, ci restituisce la memoria di migliaia di soldati sconosciuti, per costruire un rapporto fecondo fra eredità storica e speranza nella costruzione di un avvenire diverso, fuori dalle logiche perverse della guerra e della violenza.
Lucio Fabi, lavora da parecchi anni alla progettazione e sviluppo di piani di intervento per la valorizzazione storica, culturale e turistica dei luoghi che furono teatro della Prima guerra mondiale, con particolare riferimento ai percorsi storico-escursionisti e alla valorizzazione e divulgazione delle raccolte museali pubbliche e private, collaborando con vari musei storici, enti e istituzioni culturali in Italia e all'estero. È autore di numerose pubblicazioni sulla Grande Guerra.
Presentata la nuova edizione del romanzo "Ballando con Cecilia" di Pino Roveredo
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- Pubblicato Venerdì, 08 Agosto 2014 18:57
- Scritto da Cristina Degrassi
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Trieste - Giovedì 7 agosto, a Trieste, presso il nuovo caffè “Zenzero e Cannella” di Campo San Giacomo è stata presentata la nuova edizione del romanzo “Ballando con Cecilia” di Pino Roveredo.
Lo scrittore, classe 1954, già vincitore del Campiello nel 2005 con “Mandami a dire”, ha raccontato molto di sé durante la serata, chiacchierando con l'amica e attrice Micaela Silva che ha prestato la sua voce nel far rivivere i tanti personaggi “folli” del fortunato libro dello scrittore triestino.
Roveredo ha raccontato di come questo libro sia uscito da una sua esperienza di volontariato durata due anni presso il padiglione I dell'ex comprensorio di San Giovanni, l'ex manicomio prima dell'applicazione della legge Basaglia, per intenderci.
Da questa esperienza di animatore per due ore a settimana, Roveredo ha tratto i tanti personaggi che popolano il libro: Amalia che si crede nobile, Berto fissato con le parole crociate, Paolino che canta ed urla, nonchè la donna che regala il titolo al libro, la famosa Cecilia, una donna di novantasei anni che ne ha passati più di sessanta relegata in una struttura manicomiale senza un motivo preciso.
Avvicinandosi a Cecilia che di primo acchito è litigiosa e bizzarra, Roveredo scopre la vita perduta dell'anziana donna che ormai vive la realtà soltanto da una finestra.
Cecilia racconta allo scrittore di quando faceva la commessa per settanta centesimi la settimana in una famosa pasticceria del centro. Gli dice dei suoi escamotage per “rubare” le caramelle al miele, nascondendole nel petto dove nessuno le avrebbe trovate e poi mettendole tutte insieme in bocca...perchè la dolcezza cura.
Ed è la lucidità di coloro che vengono definiti “pazzi” che in fondo colpisce lo scrittore, una lucidità che, ovviamente, salta fuori a tratti, quando meno te lo aspetti, tra una fantasia ed un altra, ma che riesce a pungere l'anima sino a farla sanguinare. Perchè in fondo ci si chiede sempre quale sia il confine tra la follia e la normalità e spesso, molto spesso, non è così chiaro come farebbe comodo pensare.
Molte le domande personali che la Silva pone allo scrittore, ed a cui Roveredo non si sottrae, regalando l'identikit di un uomo che ha sofferto molto, ma al contempo ha molto vissuto. Figlio di artigiani sordomuti, racconta di aver imparato a parlare con le mani e ad ascoltare con gli occhi, di avere avuto problemi di alcolismo per cui a diciassette anni finisce in manicomio proprio per un alcolismo agitato, all'epoca infatti aggiunge lo scrittore, per fare questa esperienza ci voleva molto poco.
Roveredo racconta di aver fatto anche l'esperienza del carcere, tutte esperienze limite che poi ha trasferito sulla carta nei suoi romanzi, anche se, precisa, in realtà avrebbe sempre voluto fare il cantante.
Il pubblico numeroso ha applaudito divertito alle simpatiche battute dello scrittore ed all'ironia della brava Micaela Silva che gli ha fornito gli spunti giusti per raccontarsi, il tutto frammisto ad un inaspettato teatrino che poco più in là, dall'altra parte della strada, coinvolgeva alcuni avventori di un bar in preda ai fumi dell'alcool, che si lanciavano in improbabili quanto simpatici cantici dialettali.
Così...tanto per sottolineare ancora il labile confine tra ciò che viene definito normale e ciò che invcece etichettiamo come strano nella migliore delle ipotesi o folle nella peggiore.
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