"Magica Udinese", in un libro tutta la passione bianconera con le partite più belle
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- Pubblicato Martedì, 09 Settembre 2014 17:20
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine - Calcio, sport dai molteplici significati. Così tanti e complessi che nemmeno un corso universitario approfondito potrebbe chiarirli tutti, anche se in cattedra ci fosse il piú grande filosofo di tutti i tempi e il vincitore mondiale del Fantacalcio. Perché la cultura che c'é dietro quel pallone che rotola per il campo (ebbenesí, cultura!) non si impara tra i banchi di scuola, ma sulle gradinate di uno stadio o sulle sedie sgualcite dei bar.
Questo amore profondo lo si può trovare facilmente anche in libreria, con almanacchi, epiche storie di stelle d'altri tempi e biografie dei miti calcistici dei decenni passati. Perché il calcio é anche storia e non puoi definirti tifoso "doc", tanto meno in un posto come il Friuli, senza conoscere il mitico passato della tua squadra del cuore. Dio, magari "mitico" non proprio ma comunque importante.
Ed é per questo che Marco Caineri, giornalista sportivo di Latisana (Udine) e per anni cronista dell'Udinese, ha deciso di racchiudere in un libro venti partite dei bianconeri, dal 1950 al 2004.
"Magica Udinese. Le partite dell'anima" (Edizioni Biblioteca dell'Immagine, 2004) é una vera "compilation" di emozioni lunghe 54 anni, dall'esordio in Serie A del club friulano fino all'approdo nell'allora Coppa Uefa. In mezzo tantissimi ricordi e personaggi, come Aldo Olivieri, portiere dell'Italia campione del Mondo nel '38 e mister dell'Udinese quando raggiunse per la prima volta la massima serie; il derby con la Triestina nel '78, finito 6 a 0 per gli udinesi e i tifosi di casa che sfilarono alla fine con la bara rosso-alabardata.
In 178 pagine ci sono gli incontri che hanno fatto la storia a Udine: dal 3-2 contro la Sampdoria nel 1979 che incoronò la corsa delle zebrette dalla Serie C alla A in tre anni al 0-5 in casa del Genoa nel '83 dove il mitico Zico segnò la sua prima punizione, e l'intero stadio applaudì. Ci sono poi i sogni europei, dal 1-2 contro il Bayer Leverkusen del 1999 che non bastò per superare il terzo turno di Coppa UEFA al 2-1 al Friuli nel 1997 contro l'Ajax, sempre in Coppa, partita epica ma non abbastanza per continuare il cammino in Europa. Il tutto sullo sfondo di una regione prima e dopo il terremoto, con gioie e provincialità in ogni dove.
Caineri racconta con un sentimento profondissimo i pianti di gioia e disperazione dei tifosi udinesi, sembra quasi che abbia immortalato quei momenti di sport in diretta già negli anni '50 e li ricordi ancora oggi. Chissà se tra dieci anni scriverà la nuova edizione aggiornata, con i vari Di Natale e Sanchez, ma i ricordi di quei momenti rimarranno sempre. Anche dopo mille ristampe.
Esordio nella letteratura per ragazzi di Pierluigi Cappello con “Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini” da oggi in libreria.
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- Pubblicato Martedì, 09 Settembre 2014 10:46
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Pordenone – I libri dei ragazzi, i cartoonist più amati, gli autori che parlano agli adulti ma anche ai più giovani, i laboratori che proiettano anche i bambini nei linguaggi più attuali dell’arte e della filosofia. Pordenonelegge, da mercoledì 17 a domenica 21 settembre, offrirà uno spazio dedicato ai piccoli lettori, ospitando innanzitutto gli scrittori cult della letteratura per ragazzi: Roberto Piumini, Beatrice Masini, Chiara Carminati, Pierdomenico Baccalario e Andrea Valente saranno protagonisti di incontri imperdibili per i più giovani, ma in fondo anche per gli adulti.
Come nel caso di “Ciao. Tu”, l’incontro di presentazione del successo scritto a quattro mani da due fra i maggiori autori italiani per ragazzi, Beatrice Masini e Roberto Piumini - diventato, dopo quindici anni di ristampe, un grande classico tra i romanzi di formazione si terrà sabato 20 settembre, alle ore 11.30 Chiostro della Biblioteca Civica.
E ci saranno anche gli autori per adulti che sanno raccontare ai ragazzi: come Paolo Di Paolo, già finalista al Premio Strega e al suo esordio in veste di autore per l’infanzia. O come Loredana Lipperini, che al pubblico di Pordenonelegge presenterà il suo “Pupa”, un romanzo ‘fanta-sentimentale’ su un futuro di nipoti sostituti che accompagnano i più anziani nelle loro giornate, sabato 20 settembre, alle ore 16 alla Biblioteca Civica.
Fra gli incontri più attesi, senza dubbio, quello con Pierluigi Cappello, altro esordiente della scena letteraria giovane con “Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini” (Rizzoli) che si presenta in anteprima a Pordenone, nel dialogo con Susanna Tamaro e Pia Valentinis, coordinato da Valentina Gasparet. Versi come colori, rime per dipingere la natura e le sue magie. Pierluigi Cappello parla ai bambini. E lo fa nella sua lingua: la poesia. Sono parole leggere, stupite, ammirate, sono rime che si fanno cielo, notte, neve, pioggia, animali. Un regalo per i piccoli lettori, e per i grandi che già lo conoscono e amano la sua poesia.
A Pordenonelegge ragazzi anche i grandi illustratori e cartoonist: ci sarà il ‘papà’ di Lupo Alberto per esempio, Silver, al secolo Guido Silvestri, artefice di uno dei character divenuto fra i più famosi nel panorama fumettistico italiano, venerdì 19 settembre, alle ore 10 al Palaprovincia.
Ci sarà il ‘disneyano’ Lorenzo Pastrovicchio, artefice del grande ritorno di Paperinik, e altri illustratori importanti, come il premio Andersen 2014 Desideria Guicciardini.
Non mancheranno laboratori e curiosità: si preannunciano imperdibili il laboratorio di filosofia per bambini "Piccoli saggi", condotto da Carlo Maria Cirino per introdurre i bambini al ragionamento filosofico portandoli a giocare col pensiero e il linguaggio, e quello "Artisti pop-up" di Roberta Garlatti, che porterà ad esplorare gli artisti più noti del Novecento e a sperimentarli attraverso la lettura e combinazioni cromatiche e compositive.
A inaugurare gli incontri di Pordenonelegge ragazzi sarà la scrittrice e giornalista britannica Nicola Davies, mercoledì 17, alle ore alla 9.30 Biblioteca Civica, che racconterà gli animali e soprattutto la sua esperienza in mezzo ai leoni.
La nuova edizione del concorso “Caro autore, ti scrivo”, dedicato a tutti i giovani lettori tra i 12 e i 14 anni e promossa dalla Fondazione pordenonelegge.it, ha selezionate alcune fra le migliori pubblicazioni della letteratura per ragazzi degli ultimi tempi: La signorina euforbia di Luigi Ballerini, il menzionato Ciao, tu di Beatrice Masini e Roberto Piumini, e L'ombra di Amadeus di Pierdomenico Baccalario. Le recensioni sotto forma di lettera all’autore devono essere inviate entro e non oltre venerdì 12 settembre 2014. Per trasmettere l’elaborato è necessario accedere al sito www.pordenonelegge.itsezione Concorso “Caro autore, ti scrivo...”, compilare l’apposito form e allegarlo in formato pdf o word. Spetterà poi a una giuria di qualità, composta da Andrea Valente (Presidente), Silvia De Iuri, Alessandra Gabelli, Valentina Gasparet, Elisabetta Pieretto, Paola Schiffo, scegliere i vincitori. Nell’ambito della XV edizione di pordenonelegge.it verranno premiati i primi tre “critici in erba” per ciascun titolo, che si aggiudicheranno la pubblicazione del loro lavoro sul sito www.pordenonelegge.it, riceveranno una pergamena autografata dall’autore recensito e una selezione di libri pubblicati dagli editori che rientrano nella selezione. Tutte le lettere pervenute verranno consegnate agli autori a cui sono rivolte e rappresenteranno un importante riferimento per la conduzione degli incontri. Il regolamento del concorso e tutte le informazioni nel sito www.pordenonelegge.it Il programma dei ragazzi di pordenonelegge 2014, realizzato con la collaborazione di Elisabetta Pieretto, è consultabile sul sito www.pordenonelegge.it. Il festival è promosso dalla Fondazione Pordenonelegge, a cura di Gian Mario Villalta (Direttore Artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet.
Il trapianto di testicoli che incuriosì Svevo. La biografia di Voronoff, chirurgo dell’eterna giovinezza
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- Pubblicato Sabato, 06 Settembre 2014 19:54
- Scritto da Roberto Calogiuri
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Trieste - Doveva passare da Trieste Enzo Barnabà, l’autore della prima biografia in lingua italiana di Serge Voronoff, (Il sogno dell’eterna giovinezza, Infinito Edizioni, pagg. 203, € 15,00 presentato sabato 6 dicembre alle 11 nella sala Bazlen di Palazzo Gopcevich), il chirurgo ebreo franco-russo che tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso inondò con le sue imprese la cronaca internazionale, quella scientifica non meno di quella rosa.
Uomo affascinante, elegante e di bell’aspetto, comunicatore intelligente e versatile, spregiudicato in laboratorio e disinvolto nella vita privata, fu quanto di più vicino a Viktor Frankenstein si possa immaginare. Una figura ricca e ramificata, quindi, che merita attenzione anche per la sua concomitanza con l’autore della “Coscienza di Zeno”.
Enzo Barnabà, infatti, “doveva” passare da Trieste perché - come ben ha illustrato Riccardo Cepach che l’ha invitato a nome del Museo Svevo e Museo Joyce - lo scrittore triestino era a conoscenza degli esperimenti di Voronoff e se ne incuriosì, come indicano sia il suo ultimo racconto incompiuto o le commedie e, in genere, il ben noto atteggiamento esistenziale verso la vita e la nevrosi.
È pur vero che Svevo guardò con distaccata ironia alla figura del chirurgo franco-russo, ma ciò non gli impedì – anzi: lo stimolò – ad approfondire le sue riflessioni letterarie sulla dialettica tra degenerazione e rigenerazione. In una parola, a metabolizzare la paura della morte.
E proprio questo è il centro attorno al quale si articola la vita e l’operato di Voronoff e che Barnabà ha messo in evidenza, oltre che con il suo libro, con il suo intervento vivace e diretto. Voronoff è il medico ebreo che attraverso il trapianto di un terzo testicolo su animali e uomini, o di ovaie di scimmie nelle donne, si proprone di creare una razza superiore e avverare il mito dell’eterna giovinezza con circa 2.000 interventi fra innesti e trapianti.
Il romanzo autobiografico – ben narrato in una implicante prima persona e con una prosa limpida e svelta– è la chiave giusta per raccontare (senza stordire né annoiare) una quantità enorme di fatti, curiosità e bizzarrie, di abitudini e costumi sociali e scientifici che disegnano un profilo non sempre noto del periodo in questione.
Voronoff era diventato talmente famoso e alla moda – e le sue operazioni apparentemente così efficaci - che in Francia il verbo “voronofiser” divenne sinonimo di ringiovanimento e i suoi esperimenti ispirarono non solo una canzonetta dei fratelli Marx e qualche spettacolo di varietà ma anche alcune pagine di Conan Doyle, Bulgakov e Huxley.
A parte il versante letterario, quello medico non è meno intereressante. La domanda di impianti e trapianti per inseguire la chimera del ringiovanimento superò l’offerta. Quindi, non essendo più disponibili i cadaveri di criminali giustiziati, si dovette ricorrere ai tessuti delle scimmie, il che generò due problemi: il sacrificio di animali innocenti gli valse l’odio acerrimo degli animalisti e degli antivivisezionisti. In effetti Voronoff faceva arrivare scimpanzè dall’Africa e li allevava in quelle che definiva “fattorie di pezzi di ricambi” tra cui una gabbia nella propria villa a Grimaldi presso Ventimiglia.
In secondo luogo, e per il medesimo motivo, alimenterà il sospetto (peraltro non confermato) di aver importato in Europa il virus dell’HIV, innocuo per le scimmie ma letale per gli esseri umani. Molti, inoltre, nutrirono il dubbio che fosse nient’altro che un abile faccendiere.
Ma nessun biasimo e nessun equivoco lo misero mai a disagio. Voronoff medesimo, con la proprie gesta, continuò ad accrescere il mito da lui stesso creato: si mormorò avesse per amante Tamara de Lempicka. Una delle mogli fu una ricca industriale del petrolio, una tossicomane che, morendo in circostanze misteriose, lo lasciò erede di un’immensa fortuna con cui finanziò le ricerche che lo resero famoso. A settant’anni sposò una fanciulla diciottenne che - racconta Barnabà – lo avrebbe rimpianto con commossa disperazione e a cui fece trascorrere una vita da favola.
Infine eluse le leggi razziali rifugiandosi negli USA, cosa che non riuscì al fratello il quale morì ad Auschwitz.
Non c’è dubbio che egli sia il prototipo dell’uomo baciato dalla sorte. Sebbene un oscuro medico greco avesse dimostrato di aver effettuato prima di lui le operazioni che vantava, e sebbene la comunità scientifica abbia negato la validità di tali operazioni, fu Voronoff a passare alla storia.
Una storia che si può apprezzare, oltre che nel libro di Barnabà, anche in una lunga sequenza di “Guarire dalla cura. Italo Svevo e la medicina”, un documentario scritto e sceneggiato dallo stesso Riccardo Cepach che lo ha proposto come utile e adeguato complemento della presentazione del libro.
Enzo Barnabà (1944) ha insegnato lingua e letteratura francese nei licei, è stato lettore di lingua e lettaratura italiana presso l’università di Aix-en-Provence, insegnante-addetto culturale ad Abidjan, Scutari e Niksic. A Ventimiglia ha fondato il Circolo “Pier Paolo Pasolini”. Con Infinito edizioni ha pubblicato “Morte agli italiani” (2008) e “Il Partigiano di Piazza dei Martiri” (2013).
[Roberto Calogiuri]
In apertura: Serge Voronoff con la giovane moglie Gerty. Sotto: la copertina del libro.
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