Società dei Concerti di Trieste. Un concerto regalo alla Città alla Cattedrale di San Giusto
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- Pubblicato Lunedì, 12 Ottobre 2015 11:01
- Scritto da ilfriuliveneziagiulia
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La Società dei Concerti di Trieste si apre e si prepara a fare un grande regalo: un concerto, a ingresso gratuito, aperto non solo ai Soci ma alla Città tutta che si terrà sabato 31 ottobre alle ore 20.30 nella Cattedrale di San Giusto, grazie alla collaborazione con la Diocesi di Trieste.
Per partecipare al concerto soci e non soci dovranno obbligatoriamente prenotarsi da oggi (12.10) al 23 ottobre alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure al numero +39 346 1248889 (apertura call center lun-ven ore 15 – 18.30). Le prenotazioni saranno accettate in ordine di ricezione e fino ad esaurimento dei posti disponibili. La prenotazione dà diritto al ritiro di un lasciapassare valido per una persona per accedere al concerto che sarà possibile ritirare con le modalità che verranno illustrate alla conferma della prenotazione.
Una serata per far conoscere maggiormente questa realtà, tra le più longeve e prestigiose del nostro territorio, con protagonisti d’eccezione. Il quartetto vocale della Confraternita di Santu Lussurgiu (Oristano), Su Concordu ‘e su Rosariu, affiancati dalla soprano Malin Hartelius e il Quartetto Gringolts, proporranno uno Stabat Mater, brani dall’Ordinario della Messa dal Repertorio Sacro della Confraternita di Santu Lussurgiu affiancandolo allo Stabat Mater G 532 di Luigi Boccherini. L’eccezionalità dell’evento sta nel poter ascoltare uno dei più importanti ensemble “a concordu”, forma antichissima di canto sardo la cui origine si perde nella notte dei tempi e che conserva attraverso la tradizione orale testimonianze del canto sardo del ‘500. Insomma, una sorta di “fossile musicale” perfettamente conservato che rappresenta uno dei gioielli dell’etnomusicologia italiana, la cui scoperta ha folgorato generazioni di musicisti, dal geniale etnomusicologo Roberto Leydi, fino a Paolo Fresu. Ulteriore motivo di interesse è l’accostamento dello Stabat Mater di Boccherini allo Stabat di Santulussurgiu, cantato non in latino, bensì tradotto nel XVI secolo in sardo.