Erri De Luca e Gianmaria Testa al Mittelfest tra poesia e musica per raccontare l'emozioni
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- Pubblicato Venerdì, 24 Luglio 2015 14:54
- Scritto da Timothy Dissegna
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Cividale del Friuli (Ud) – Le storie di persone lontane nello spazio e nel tempo si incrociano, scorrono senza toccarsi, sfilano accanto senza sapere di essere così vicine: le stesse che giovedì 23 lugli alle 18, nella chiesa di San Francesco, hanno trovato forma nelle parole e note di Erri De Luca e Gianmaria Testa, ospiti del Mittelfest con il loro “Acqua e altre correnti”, prodotto da Fuorivia.
I due si sono conosciuti ancora prima di incontrarsi: il primo attraverso i brani del cantante piemontese, l'altro grazie ai romanzi e racconti dell'autore napoletano. Poi l'ammirazione reciproca è diventata un'amicizia sincera, che traspare dal palco su cui siedono, raccontando storie di gente e luoghi che hanno vissuto in quella gigantesca polveriera sociale che fu il Novecento.
Le parole per il romanziere, la chitarra e le poesie in musica per il cantautore: basta questo per raccontare la vita di persone uniche, di posti eccezionali, di simboli che la natura ci ha dato e che ritornano immancabili nella vita di tutti noi. Come le montagne, “madri” per De Luca della stessa vita, ossia quell'acqua al centro del Mittelfest 2015 che crea i fiumi. Ma loro stesse “nate” dall'acqua dei mari, dallo scontro di placche che hanno dato slancio fin dagli abissi a questi giganti.
È un omaggio lungo, profondo e poetico quello che lo scrittore dedica ai monti, lui che è nato all'ombra di uno frutto per antonomasia del fondo della Terra: il Vesuvio. Devastante, responsabile di immani tragedie, le quali però oggi hanno dato al golfo di Napoli l'incredibile bellezza che centinaia di poeti hanno celebrato.
Secondo sempre De Luca, le montagne non dividono: in cima gli scalatori si scambiano un saluto, si sentono liberi, e inoltre queste permettono la fuga, ai giusti e ai criminali, grazie ai mille passaggi che nascondono. Ci pensa Testa a riportare tutto ciò in musica, grazie alla sua voce (un po' acciaccata, lui si scusa se si mangia le parole perché sta facendo una cura) e alla chitarra, emozionando ed emozionandosi per il calore del pubblico.
Nei discorsi dei due amici i legami sono infiniti, soprattutto con il viaggio: come quello che unisce i migranti del “primo secolo delle migrazioni”, ossia i poveri italiani che se ne andavano in America, e quelli del “secondo”, gente che viaggia nel modo peggiore possibile al costo più alto esistente. E, se si pensa, già l'uomo stesso è un legame incredibile: formato in prevalenza da acqua, questa è composta da due elementi che uniscono la Terra (ossigeno) e le stelle (idrogeno), quasi come un elemento di nobiltà.
La parte più struggente arriva però alla fine, quando lo scrittore racconta della sua esperienza come camionista di aiuti umanitari nell'ex Jugoslavia, durante la guerra. Arrivando a Sarajevo, conobbe un poeta locale amato dai propri concittadini, che durante l'inverno, per saldarsi, dovette bruciare la sua grande libreria: sopravvisse solo la poesia, lasciata per ultima, come a indicare il calore che questa trasmette al cuore umano.
Profondo e delicato, l'incontro tratto da “Che storia è questa” di Erri De Luca e Gianmaria Testa ha toccato nel profondo le anime degli spettatori: come moniti scolpiti sulla pietra, le parole del poeta hanno danzato sulle note del cantante, in una danza che muove i piedi, forse le uniche parti innocenti e pure del nostro corpo, con la leggerezza dei versi. Nuotando nel mare della parola, che bagna i nostri pensieri e ci fa sentire il brivido di un'apnea dei sensi.