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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

A Pordenone il festival "Le voci dell'inchiesta". Ospite d'onore Sergio Zavoli

A Pordenone dal 10 aprile il festival

Pordenone - Omaggi ai grandi maestri del giornalismo e alle voci storiche dell’inchiesta, protagonisti del teatro civile, pluripremiati documentari italiani e internazionali, anteprime: torna da mercoledì 10 a domenica 14 aprile a Pordenone il festival “Le voci dell'inchiesta”, organizzato da Cinemazero con l'Università degli studi di Udine.

La settima edizione del festival sarà ricca di spunti sull'attualità, ma anche di approfondimenti sulla storia del giornalismo d’inchiesta, affiancando alle grandi inchieste di oggi e di ieri il tema sempre attuale della censura.

Le “Voci negate” del giornalismo militante, le libertà di stampa e di espressione vilipese e calpestate percorrono trasversalmente il cartellone, che quest’anno ripercorrerà quasi settant’anni di giornalismo d’inchiesta, a partire dagli storici reportage di Sergio Zavoli - attesissimo ospite del festival, testimone di oltre mezzo secolo di giornalismo a cui sarà dedicata un’ampia retrospettiva – fino all’analisi del rapporto tra inchiesta e nuovi media (giornalismo on-line, social network), grazie a documentari sul tema, workshop e l’incontro con Marco Pratellesi, già direttore di Corriere.it.

Il festival dell’Inchiesta si sofferma su alcuni importanti omaggi e ricordi: i 50 anni di TV7, storico rotocalco del TG1, e i 50 anni dalla tragedia del Vajont: due capisaldi del programma di questa edizione, con numerosi filmati e reportage dell’epoca affiancati dalla viva voce di alcuni prestigiosi testimoni.

Sergio Zavoli - che alle 11.30 di giovedì 11 aprile riceverà il Sigillo della Città di Pordenone - e Furio Colombo presenteranno al festival anche due interventi: nella mattina di mercoledì 10 aprile, Furio Colombo parlerà sul tema “Dalla mobilitazione televisiva del 1968 a quella informatica del 2013” mentre Sergio Zavoli nella mattinata di giovedì 11 aprile interverrà su “Informare non è comunicare (e viceversa)”.

Ai 50 anni di Tv7 si intreccia la ricorrenza dei 50 anni della tragedia del Vajont, al centro, tra l’altro, di un clamoroso caso di censura cui fu protagonista il giovane collaboratore di Tv7 Antonello Branca, immediatamente espulso dai vertici Rai di allora per aver realizzato un servizio (Quelli di Erto/Quelli di Casso) che dava la parola ai superstiti, amplificandone le voci e le denunce.

Ma i silenzi e le censure che hanno preceduto e seguito il più grande disastro naturale provocato dall'uomo furono numerosi, così come le storture firmate dalle principali testate giornalistiche italiane e avallate da alcune penne illustri, che facevano a gara per avvalorare la tesi della catastrofe naturale, cercando di sminuire le colpe della S.A.D.E.

A 50 anni da quella tragedia, il festival dell’Inchiesta si inoltrerà in un laborioso processo di ricomposizione e ricostruzione della memoria, grazie alla presentazione di una significativa ma pressoché misconosciuta produzione di documentari e inchieste filmate. Tra gli altri, sarà presentato per la prima volta in sala “La tragedia del Vajont”, mediometraggio commissionato dalla Rai nel 1963 a Luigi Di Gianni, e poi mai acquistato n’è mandato in onda (venerdì 12 alla presenza del regista).

Nella serata di sabato 13 aprile è inoltre, atteso un importante momento corale in ricordo della tragedia del Vajont: alle 21.00 sarà proiettato il lavoro del regista Andrea Prandstraller “Vajont ’63. il coraggio di sopravvivere”, alla presenza di Giovanni De Lorenzi, della Fondazione Vajont, Roberto Padrin, sindaco di Longarone, Franco Roccon, sindaco di Castellavazzo, Luciano Pezzin, sindaco di Erto e Casso, Luigi Rivis, responsabile della centrale idroelettrica di Soverzene nel 1963, Gianni Olivier, sopravvissuto al disastro, Don Gastone Liut, parrocco di Vajont e lo stesso Prandstraller (modera Stefano Polzot, giornalista del Messaggero Veneto)

Tra le Voci di quest’anno non poteva mancare quella di Damiano Damiani, eclettico regista, scrittore e pittore pordenonese recentemente scomparso, che ha dedicato un’intera esistenza al cinema d’inchiesta: giovedì 11 aprile è in programma la proiezione di uno dei suoi film più intensi, "Un uomo in ginocchio" con Giuliano Gemma e Michele Placido.

Approda al festival come evento speciale lo spettacolo di teatro civile “E’ stato la mafia”, firmato da Marco Travaglio, affiancato in scena dall’attrice Isabella Ferrari. Venerdì 12 aprile al Teatro Verdi di Pordenone (ore 20.45) il festival di Cinemazero offrirà al pubblico l’ultima occasione per assistere allo spettacolo prodotto da Promomusic.

Nello spettacolo Marco Travaglio racconta la storia della trattativa fra Stato e Mafia, avviata dallo Stato nel 1992 e proseguita fino a oggi: com'è suo costume, il giornalista narra fatti drammatici in forma tragicomica, sottolineando gli aspetti grotteschi e ridicoli delle campagne di stampa negazioniste e giustificazioniste scatenate da giornali e televisioni.

"Le strade del documentario" è l’importante sezione che anche quest’anno riserverà al pubblico del festival la visione, spesso in prima nazionale, di alcuni tra i più recenti e applauditi documentari d’inchiesta, italiani e internazionali, pluripremiati nei più prestigiosi festival del mondo.

Nel percorso "Voci negate" spicca un’attesa anteprima nazionale, reduce dall’ennesimo premio vinto poche settimane fa al festival di Ginevra (dopo aver toccato i festival di Toronto, Locarno, Tallin, Stoccolma, Amsterdam, San Paolo, ..). La sconvolgente la testimonianza del ragazzo nord-coreano Shin Dong-Hyuk è al centro dell’intenso docu-film “Camp 14. Total control zone”, di Marc Wiese. Il noto documentarista tedesco, riporta la drammatica e toccante testimonianza di Shin, figlio di due prigionieri politici nord-coreani, e per questo trovatosi costretto a vivere la sua infanzia e adolescenza in un campo di lavoro del regime. Il film è arricchito dalle visualizzazioni in animazione dell'iraniano Alireza Darvish.

Da segnalare tra i titoli in programma anche “Five broken cameras”, il primo documentario palestinese ad essere candidato al premio Oscar, firmato dal palestinese Emad Burnat che narra per immagini la resistenza nonviolenta del villaggio palestinese di Bil’in in West Bank al di l’à del muro.

Ancora, da segnalare il film sulle donne-blogger “Forbidden voices - come iniziare una rivoluzione con un portatile” dove la regista Barbara Miller, ospite del festival, sottolinea l’impatto di Internet sulla libertà di informazione attraverso la vita di tre coraggiose donne blogger provenienti da Iran, Cuba e Cina. A chiusura di festival, domenica 14 aprile, saranno presentati alla presenza dei registi due importanti lavori selezionati quest’anno.

"The Iran job" è film documentario realizzato dal regista Till Schauder con il giocatore di basket americano Kevin Sheppard in occasione della sua permanenza in una squadra di basket in Iran: un film per raccontare attraverso lo sport le profonde contraddizioni del paese di Ahmadinejad.

A seguire "Donauspital" dell’austriaco Nikolaus Geyrhalter, impietoso ritratto di un’istituzione ospedaliera che svela procedimenti di norma invisibili ai pazienti e ai visitatori: mai si è entrati così dietro le quinte di un istituto sanitario.

Anche quest’anno il programma del festival sarà arricchito dagli appuntamenti del mattino con la lettura dei quotidiani a cura di alcuni ospiti del festival con i giornalisti delle nostre testate regionali. "Coffee&newspapers" prende avvio giovedì 11 aprile (ore 10.00 Bar Municipio) con la presenza di Furio Colombo e il giornalista del Il Gazzettino Lorenzo Marchiori.

Programma completo su www.voci-inchiesta.it

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