Stampa italiana in lingua slovena, rischiano di chiudere due testate storiche
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- Categoria: Eventi
- Pubblicato Martedì, 12 Febbraio 2013 12:18
- Scritto da Redazione fvgnotizie
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Trieste - L'Assostampa del Friuli Venezia Giulia denuncia il grave stato di crisi della stampa italiana in lingua slovena. Tra i giornali e periodici che rischiano la chiusura ci sono infatti anche quelli della comunità di lingua e cultura slovena del Friuli Venezia Giulia - in primis il quotidiano Primorski dnevnik (Trieste) e il settimanale Novi Matajur (Cividale). Entrambi sopravvivono anche grazie ai fondi statali, che però non arrivano.
Alla mancata erogazione del fondo per l'editoria, che sta mettendo in ginocchio ampi settori del giornalismo italiano, si è andata ad aggiungere anche un'indagine della Guardia di finanza che riguarda proprio il quotidiano sloveno di Trieste e il settimanale di Cividale. Un'indagine nata dal dubbio che entrambi abbiano lo stesso editore, "cosa assolutamente non vera" come continuano a ripetere a Trieste e Cividale. Le indagini proseguono da oltre un anno, le conclusioni degli inquirenti non sono note.
Intanto però il Primorski è stato costretto a chiedere lo stato di crisi, a eliminare il lavoro festivo e ridurre la foliazione, mentre ai suoi 17 giornalisti sono stati applicati i contratti di solidarietà. Il presidente della cooperativa, che conta oltre 2 mila soci - i veri proprietari del quotidiano -, ha dichiarato che il Primorski dnevnik può contare soltanto su un altro mese di liquidità. Che cosa succederà dopo?
Il Novi Matajur, dal 1950 voce degli sloveni della Provincia di Udine, è già oggi in una situazione peggiore. L'ultimo numero, in edicola da qualche giorno, è stato stampato con le pagine bianche e la scritta: il Novi Matajur rischia di veder spenta la sua voce. I suoi giornalisti sono nuovamente senza stipendio, mancano i soldi per la tipografia, la spedizione postale.
"Chi si prenderà la responsabilità politica (anche a livello internazionale) e morale per aver permesso il declino di due giornali, voci di una minoranza linguistica e culturale tutelata dalle leggi italiane?" Si chiede l'Assostampa. "Un quesito per il prossimo parlamento e per il nuovo governo" conclude il comunicato.