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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Taglio ai fondi per la cultura: a Udine la protesta del Movimento 1%

Taglio ai fondi per la cultura: a Udine la protesta del Movimento 1%

Udine - Tocca all'udinese Giuseppe Battiston, noto attore teatrale e cinematografico aprire la serata voluta il 30 novembre, dal “Movimento 1%” nato in risposta ai paventati tagli alla cultura FVG. Ed è un bene che lo faccia un attore.

Bene perché da anni il comparto cultura è in crisi. Lo sanno bene gli artisti professionisti, che da tempo, ancor prima  del “buongiorno si accomodi” si sentono ripetere, come un mantra: “non ci sono soldi, possiamo darvi solo questo".

Ai tagli alla cultura che è un settore produttivo, siamo giunti dopo un lungo declino dovuto al malgoverno patito da questo Paese in questi ultimi venti anni, con la complicità di tutte le forze politiche. È passata l’idea che il denaro pubblico, i beni pubblici, artistici, paesaggistici e architettonici sono di tutti e quindi di nessuno e per questo possono essere sperperati o vilipesi.

Raramente concimata con il merito, la mala pianta del cattivo governo ha prodotto un albero immenso e marcio che non fa ombra, non conforta, non da frutto e non ha resistito alla tempesta.

Così occorre tagliare, potare e tentare di salvare. Il discorso di Battiston, che poi è quello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ascoltato in un Visionario strapieno, di tutte le facce di chi la cultura la progetta e di chi la fa, maestranze comprese, ha raccontato alla platea quello che la platea già sapeva: il momento è delicato, le recessione gravissima, ma la cultura inestimabile bene di questo Paese, non può essere tagliata nei suoi finanziamenti.

Occorre ripensarla nella gestione eliminando gli sprechi che ci sono stati ma è bene irrinunciabile e, soprattutto in un momento di recessione chiudere i teatri, le biblioteche, i musei sarebbe una follia.

Primo a prendere la parola il presidente dell’ARTS e del CSS,  Alberto Bevilacqua: “la cultura è un elemento fondante e fondamentale per la società e in particolare per il Friuli Venezia Giulia, la cultura determina il modo del fare di ciò che l’individuo decide di fare per sé stesso e per l’altro, genera sviluppo e infonde i valori primari a tutti i settori vitali, determinando la crescita di ogni individuo.”

Il contributo successivo del Presidente ERT, Renato Manzoni, è sui numeri di pubblico e sui relativi introiti che ancora una volta se mai ce ne fosse bisogno fanno capire che la cultura per un paese è investimento e ritorno economico. “Rispondiamo ad un reale bisogno della gente. Tenere aperti i teatri significa salvaguardare migliaia di posti di lavoro, noi versiamo 2 milioni di contributi previdenziali.”

Dopo Manzoni l'intervento è di Thomas Bertacche per il CEC. Il cinema in Friuli è un eccellenza.Occorre ricordarlo.

E mentre in video parte un contributo pro Movimento, dell’attore Filippo Timi, l’assessore regionale Elio De Anna si alza ed esce dalla sala.

Aveva promesso: “verrò ma non farò dichiarazioni.” Il giorno precedente, in Prima Commissione, incalzato dall’opposizione aveva raddrizzato la grave situazione dei finanziamenti al comparto cultura presentando una serie di emendamenti con cui ha ripristinato le tabelle, recentemente cancellate e alcuni capitoli della legge regionale n.68 del 1981.

La sua dichiarazione ufficiale è dunque per la stampa, un vero e proprio “coup de theatre” perché chi è rimasto dentro a parlare, saprà dai giornali, il giorno dopo, quale sarà il suo destino.

“Tengo a dire che non ci sono contrapposizioni con quanto ascoltato fin d’ora. Il mondo della cultura deve fare autocritica e puntare su innovazione e ricerca. Alla cultura andranno nove milioni  che permetteranno di dare la possibilità agli organismi primari  di non chiudere e di mettere in sicurezza teatri, festival. Le tabelle avranno  un finanziamento al 50 per cento. Sarà il Consiglio Regionale in finanziaria a ripartire i fondi e non l’assessorato. Se l’obiettivo del Comitato e quello di portare all'1% per cento i finanziamenti, per essere in sicurezza dovremmo puntare al 2%.”Così De Anna. 

Importante il contributo dell’on. Debora Serracchiani che ha richiamato l’attenzione dell’assemblea riunita sulle direttive europee: “occorre rivedere il sistema culturale. I contributi non sono a fondo perduto, e devono essere indirizzati ai professionisti della cultura. La linea europea ed anche della Francia vuole che la cultura stia allo stesso tavolo di chi parla di agricoltura, industria, commercio.”

Intanto il dibattito, che non è sterile protesta nè piagnisteo, ma condivisione di obiettivi strategici, prosegue in sala, e si spera proseguirà anche fuori, nella così detta società civile. Un rapporto UE elaborato nel quadro della preparazione del bilancio Europa 2014/20 in merito all’Italia riporta: se vi fosse un serio tentativo di dare alla cultura la giusta priorità nell’agenda politica del paese, vi potrebbe essere una seria possibilità che i settori culturali e creativi diano un importante contributo nel ridisegnare la tanto agognata formula per una nuova crescita per l’Italia”. Spetta ora al  Friuli Venezia Giulia giocare al meglio la partita.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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