"Magic, Mestieri artistici per giovani Innovatori e Creativi": a Udine il nuovo appuntamento
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- Pubblicato Venerdì, 17 Maggio 2013 11:53
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Sabato 18 Udine si trasforma nella città del futuro grazie a Magic – Mestieri artistici per Giovani Innovatori e Creativi – incentrando tematiche e riflessioni sull’incognita del domani coinvolgendo niente di meno che l’illustre Gillo Dorfles.
A partire dalle 17 il futuro di Magic prende il via con l’esposizione alla Feltrinelli “L’idea Seguirà”: mostra collettiva di manufatti, progetti singoli e di gruppo realizzati dai corsisti durante i laboratori della Bottega del Design Industriale.
Si prosegue alle 19 al Bar Visionario con la presentazione della rivista multimediale n_7 di In Pensiero, dal titolo “Il presente è futuro o il futuro è presente?” con Antonella Bukovaz, Luigi Nacci e Gianmaria Nerli i quali, attraverso live performance, proiezioni ed ascolti, illustreranno il contenuto della pubblicazionededicata al tempo e alle sue mutevoli forme. In questo numero ci si pone appunto la domanda che alimenta ogni possibile salto nel futuro, ogni possibile slancio d’immaginazione o di identificazione di sé nel proprio tempo. Il dvd, parte integrante della rivista, si apre con un film documentario di Francesco Jodice dedicato al fenomeno giapponese degli Hikikomori, i giovani reclusi della tecnologia, seguito da una video performance di Roberto Menchiari, In bilico, una performance poetico musicale di Christian Sinicco e Baby gelido, e l'assolo di Claudio Rocchetti, The Red Tower, intensissima e radicale composizione di musica elettronica. Il Volume contiene i racconti dedicati a Futuro e Presente di Gianfranco Franchi e Marina Regliani, il saggio manifesto sulle utopie 2.0 di Pierre Cattan, il saggio di Gianmaria Nerli, dedicato all’immaginario del futuro, il saggio di Riccardo Finocchi dedicato all’esperienza anticipata, i dipinti di Piero Mascetti, gli aquiloni di Anna Onesti, il fumetto di Claudio Calia, due racconti dello scrittore ungherese Károly Méhes, una antologia di 5 poeti polacchi contemporanei mai pubblicati in Italia, le poesie di Nicola Pacor. Alle 20, appuntamento con “Il futuro che abbiamo vissuto “ videomapping profetico con Gillo Dorfles a cura di Lello Voce, Gianandrea Sasso e degli allievi della Bottega del Cinema. Sarà proiettata l’intervista a Dorfles appositamente realizzata per l’occasione e incentrata sui giovani e il futuro dove lui sottolinea come “Solo il giovane può ipotizzare il futuro, perché la persona anziana vive nel passato e non ha più la forza per proiettarsi nel futuro. Nelle città i giovani hanno il compito di cercare vie nuove, di trasformare in meglio quello che i vecchi non hanno saputo trasformare”. Informazioni www.magicudine.it
"La cultura della critica" conversazione con Rovatti e l'assessore Elena Marchigiani
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- Pubblicato Mercoledì, 15 Maggio 2013 19:04
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Trieste – E’ già al secondo appuntamento l’Associazione Italiana Donne Ingegneri Architetti, sezione di Trieste, con l’incontro “La cultura della critica”, intervento di Pier Aldo Rovatti e l’assessore alla Pianificazione Urbana Elena Marchigiani, che si terrà venerdì 17 maggio alle ore 18.30 allo Spazio Vis a Vis, sulle questioni dell’abitare, dello spazio, dell’architettura, della città.
Come ricorda Pier Aldo Rovatti “Non possiamo far finta che non si stia combattendo un sintomatico conflitto di idee. Ecco gli ulteriori e imprescindibili fronti della battaglia in corso molto evidenti nel libro di Vattimo: la storia e la verità. Storia significa provenienza, genealogia, processo sociale attraverso cui si forma la coscienza politica del presente e al di fuori del quale la parola “critica” e anche la stessa parola illuminismo invocata da Ferraris rischiano di restare parole senza spessore. “Verità” vuol dire appunto negazione della pretesa di possedere una volta per tutte la verità (senza virgolette)”.
La questione della conoscenza e dell’esperienza porta ad una critica ragionata su cui impostare la partecipazione di tutti sulle questioni di tutti? Esiste ancora, ovvero può essere ancora perseguibile, il concetto dello spazio per tutti? Per il bene di tutti? E ancora, le città hanno ancora un carattere e un bisogno di verità? Se sì, quale verità?Questi e tanti altri quesiti cercheranno di sviscerare i relatori, per lasciare poi spazio al pubblico.
Lo Spazio Vis à Vis si trova in Piazza dello Squero Vecchio 1, adiacente Piazza Unità.
Manifesto del "volendo si può cambiare" testimone Marcello Girone con il suo Indian Jeans
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- Pubblicato Lunedì, 13 Maggio 2013 20:24
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L’ultima fatica letteraria Indian Jeans di Marcello Girone non è un semplice libro, ma un libro che cela un progetto, a cui l’autore si dedica da tempo. Marcello Girone, classe ’67, ha lavorato nel mondo del marketing e management tra gli Stati Uniti con la Pepsi Cola e altre realtà lavorative di successo. Spinto dalla necessità di una ricerca interiore, ha dato una svolta alla sua vita e si è trasferito sull’Himalaya. Tornato in Italia ha alternato periodo di studio con viaggi-pellegrinaggi in cui si è confrontato con diverse culture. Da quattro anni si divide tra Valle d’Aosta e Ferrara dove ha famiglia. Ha dato vita al progetto Diga-Emergenza Zimbabwe, di cui è promotore.
Il suo libro-diario è frutto di una sua esperienza nella fabbrica di jeans a Bangalore, in una delle tante fabbriche che sorgono fra le bidonville, dove lui si trova a rivestire i panni nel ruolo di responsabile della manutenzione delle macchine vivendo un’esperienza inedita quanto drammatica.
Abbiamo dialogato con lui per capire di più.
Il suo entusiasmo genera una forza dirompente che la porta a confrontarsi e poi a combattere soprusi professionali e umani, una sfida che approda in questo suo nuovo diario di viaggio Indian Jeans. Con quale intento è stato scritto questo diario?
E' stato scritto come sfogo, come tutti i miei diari da quando ho 7 anni. Si tratta di uno strumento spesso efficace per metabolizzare le esperienza, soprattutto quelle più difficili. Scrivere mi permette di non reagire alle situazioni, mi lascia più tempo per riflettere e magari di agire.
Il fatto poi che racconti anche di un disagio professionale, oltre che umano è parte del diario.
I suoi diari di viaggio vogliono di più rievocare, raccontare o testimoniare?
Bella domanda. Certamente per me rievocare, per il pubblico raccontare o testimoniare. Credo che l'inatteso successo di Indian Jeans, tre edizioni in due anni senza l’aiuto della grande distribuzione, oltre al fatto che lo comperano per sensibilità, visto che l'intero ricavato è devoluto al Progetto Diga, sia dato proprio dal fatto che il lettore si trova a vivere l'esperienza giorno dopo giorno dentro la fabbrica. Mi accompagna con emozioni e riflessioni. Soprattutto tra i giovani il fatto che non si tratti di un saggio sulla globalizzazione ma di un diario lo rende più appetibile.
Non sa quante sono le domande nelle scuole dove, dopo la lettura, si fa "l'incontro con l'autore", questo oltre ad una soddisfazione personale è anche un segno di come i giovani siano sensibili e curiosi e non danno, a differenza di quanto si crede, nulla per scontato.
Quindi tra sostenere, divulgare lei si colloca a metà, ci racconti.
Sostenere economicamente il Progetto Diga si è rivelato un fatto. Però mi farebbe piacere se fosse un sostegno per chi gradisce mettere un occhio nelle fabbriche dove sono prodotti i propri indumenti e magari uno stimolo a riflettere, a non subire il mercato, la propaganda, ad ambire ad una forma di acquisto consapevole, meno schiava.
Divulgare quel che avviene in quel contesto e certe mie idee? Perché no? Ma senza mai fare proseliti e con spirito di confronto, senza pensare di conoscere la verità.
Tornando al suo rapporto con la scrittura, per lei scrivere nasce da un'urgenza personale o da un progetto editoriale?
Non c'è ombra di dubbio che per me scrivere nasce da un'urgenza personale, inoltre arrivando dal marketing ed essendo figlio di libraia nutro molte perplessità sull'etica dei progetti editoriali.
Progetti futuri ?
Ho imparato a fare pochi progetti, anche perché il mio karma, come dicono in Oriente e non solo, mi offre in continuazione nuove sfide. Il Progetto Diga visitabile al www.help-zimbabwe.orgè in continua evoluzione. Ed essendo io il promotore è come se fosse parte di me.
Ma quel che ritengo sempre più importante del mio cammino attuale è la comunicazione di quel che sta dietro la comunicazione/informazione che anziché renderci più colti/liberi vuole sempre venderci qualcosa o prodotti o ideologie. Credo che proprio coloro che facevano Brain Storming in grosse società per condizionare i target e hanno lavorato in televisione, debbano offrire la possibilità di conoscere cosa c'è dietro ai giovani affinché sviluppino un atteggiamento più critico e soprattutto di seria ricerca della propria libertà. Credo che questo sia il mio progetto presente e forse anche futuro, anche se mi piace lasciar scorrere senza intralciare il flusso del mio cammino.
In un depliant che promuoveva una sua presentazione hanno scritto: "L'autore approfondirà il tema del metterci in discussione, di prendere coscienza che, in quanto consumatori, possiamo decidere le sorti del pianeta, perché tutto sta cambiando", ed è proprio in questa ottica che anche solo visitando il sito potremmo essere consumatori più consapevoli.
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