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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Con “Curry Mix” Miaf - Micro Impresa al Femminile - decolla

Con “Curry Mix”  Miaf - Micro Impresa al Femminile - decolla

Trieste – In occasione dell’ inaugurazione di  “Curry Mix” di Irin Parvin KhIrin, negozio  di alimentari e prodotti internazionali, nato dal percorso Miaf , Micro impresa al femminile, che avrà luogo martedì 28 alle ore 18, abbiamo dialogato con la Consigliera di Parità della Provincia di Trieste Gabriella Taddeo, che ha ideato e condotto questo progetto.

Da dove nasce l’idea del progetto  “Miaf” acronimo di Micro Impresa al Femminile?

In data 14 marzo 2013, alla Casa Internazionale delle Donne di Trieste prende quota il progetto “Micro imprenditoria al femminile”  - MIAF - presentato dalla Consigliera Provinciale di Parità Gabriella Taddeo e da Tania Grimaldi del Goap – Centro Antiviolenza. Insieme lo abbiamo ideato e progettato nell’autunno del 2012 come risposta al grave disagio occupazionale in cui versano le donne, dando concretezza al protocollo siglato tra consigliera e Goap, ispirato alla Convenzione di Istanbul. Nasce sotto l'egida della Casa Internazionale delle Donne di Trieste, esso ha potuto contare sul patrocinio della Business & Professional Women – Fidapa Sezione Tergeste, sulla collaborazione della Camera di Commercio di Trieste nonché del contributo economico della Provincia di Trieste, dell'Associazione Settima Onda e del Goap stesso. Si è avvalso inoltre di competenze e consulenze erogate a titolo non oneroso di professioniste/i e docenti che hanno ritenuto il progetto meritevole di sostegno.

Che ricaduta ha avuto?

Hanno risposto all’appello circa un’ottantina di donne in difficoltà economiche e per lo più prive di reddito o con contratti precari non dignitosi che non consentono un progetto di vita autonome.

Donne sfiduciate e, pur dotate di titoli di studio e competenze concrete, con basso livello di autostima e, all’inizio del percorso, molto scettiche e  pessimiste.

Quali prospettive il Miaf ha voluto stimolare?

Offrire  un'occasione di formazione intensa e specifica orientata a fare impresa: 110 ore complessive d’aula, che si sono articolate sullo sviluppo di conoscenze su materie economiche e fiscali,  sulla normativa vigente in materia di incentivi alle imprese, sull’apprendimento di tecniche efficaci di lavoro di gruppo e di comunicazione, a cui vanno aggiunti i numerosi incontri di lavoro di  gruppo.  Dalle molteplici e originali idee emerse dai primi incontri di ‘brainstorming’ ai quali hanno partecipato più di ottanta donne, si sono consolidate una decina di proposte progettuali di mini imprese. Attraverso continui confronti e approfondimenti, compreso lo studio dei competitors, sulla base delle forti competenze e degli indiscussi talenti delle partecipanti, si sono consolidati sette  progetti di micro impresa e si è delineata la nascita di un’associazione editoriale e culturale quale “Vita  Activia”,  imprese declinate ‘al femminile’ per metodi, obiettivi e prodotti/servizi offerti. Ecco che l’ apertura del negozio di alimentari di prodotti multietnici “Curry Mix” con annesso servizio di catering della futura cooperativa “4 Continenti in 1 cucina” rappresenta una tappa importante.  Anche  un’agenzia di comunicazione dedicata al mondo femminile e delle associazioni di donne “Cid Comunica”; ad un’impresa di servizi editoriali, anche on line, “Gutember 2.0”; ad un’originalissima impresa edile e di restyling di case e giardini “Femminedile”, per arrivare ad uno studio di progettazione e organizzazione di viaggi a partire da Trieste,  attrezzata a rispondere ad esigenze specifiche nel viaggiare “Magictravelmiramundo” a uno Studio di consulenza   multi tematico dedicato alle piccole imprese.
Un tesoro incredibile di competenze, talenti, creatività ed esperienze che sono emerse e si sono confrontate e unite per raggiungere un obiettivo di autonomia individuale attraverso il ‘fare insieme’, a beneficio del tessuto economico di tutto il territorio, rappresentato da  donne di diverse provenienze, età, professioni e per lo più con alti livelli di istruzione,  ricche di energie positive che, insieme, hanno ritrovato la forza di mettersi in gioco.

Le donne che lavorano fanno bene all’economia del territorio e …rimane ancora qualche buona idea nel cassetto….

Quali concreti successi crede si possano realizzare?

Un primo successo è già stato portato a casa, il pessimismo iniziale è scomparso e le donne si sono impegnate progressivamente acquisendo entusiasmo e voglia di mettersi in gioco. Di certo il fatto di lavorare in gruppo per un progetto comune, donne che fra loro non si conoscevano e davvero diverse tra loro, ha inciso profondamente sulla loro situazione di sconforto e di impotenza, facendo emergere energie inaspettate.

Nel corso del progetto sono emersi progressivamente aspetti fortemente positivi quali  una progressiva crescita di autostima personale, una crescente curiosità e coinvolgimento, la voglia di un confronto costruttivo, che mai è stato di prevaricazione , la scoperta di capacità di lavorare con  impegno e generosità per un obiettivo comune, la capacità di mettere in rete le esperienze individuali, la manifestazione orgogliosa della propria creatività, l’abilità di ‘connessione’ e di trovare occasioni di sostegno trasversale.

Elementi che le donne stesse, invitate a riflettere sul loro percorso, hanno riconosciuto di possedere o di ritrovare, assieme alla concreta possibilità  di progettare un nuovo futuro di autonomia personale. Concretamente Curry Mix è decollata e ci sono già richieste serie per Femminedile. Si stanno inoltre profilando interessi palesi per la cooperativa di catering etnico 4 continenti in 1 cucina, che potrebbe essere coinvolta in un interessante progetto di interculturalità.

Vita Activia  e  Gutemberg 2.0 sono alle prese con il notaio, le altre stanno perfezionando tariffe e offerte e … ci sono altre idee che stanno nascendo.

L’auspicio è che il nostro territorio non sprechi neppure un minuto di più  talenti, competenze, creatività  ed energie femminili di cui l’economia ha assoluto bisogno.

Ma come vede la situazione dell’imprenditoria femminile a tutt’oggi?

Complice la crisi economica in atto, le donne di ogni età e provenienza, pur in possesso di eccellenti titoli di studio e o di significative esperienze professionali pregresse, si trovano sempre più escluse dal lavoro dipendente e, nella migliore delle ipotesi,  vengono loro riservati rapporti contrattuali svantaggiosi e discriminanti. Ne’ viene risparmiata, nonostante gli impegni del Governo, la temuta prassi delle dimissioni in bianco. La decisione, quindi, di molte donne, di tentare l’intrapresa di un lavoro in autonomia, che sembra l’unica risposta concreta di garanzia di un reddito.

Diamo un taglio alla sete: In una sola giornata raccolti oltre 10 mila euro

Diamo un taglio alla sete: In una sola giornata raccolti oltre 10 mila euro

Finalmente una buona notizia: "Diamo un taglio alla sete", progetto di raccolta fondi per la creazione di un pozzo in Turkana , svoltosi a Nimis nella giornata di sabato, ha raccolto 10 mila euro. 

Il vino si fa con l'uva, ma anche con il cuore. Ne sono convinti i 15 enologi usciti nel 1994 dalla scuola di specializzazione in enologia dell'istituto agrario di Cividale che dal 2007 realizzano ogni anno un vino che ha uno scopo ben preciso: portare l'acqua a chi non ce l'ha, sostenendo i progetti di un missionario friulano, fratel Dario Laurencig, che da quasi 40 anni opera in Africa, nella regione keniota del Turkana e nel sud Sudan.

Il progetto si chiama “Diamo un taglio alla sete”, e dal 2007 al 2012 ha permesso di inviare a fratel Dario oltre 150 mila euro. Considerando che la realizzazione di un pozzo costa tra i 7 e i 10 mila euro, sono già almeno una quindicina i pozzi realizzati. Quest'anno, il gruppo di Diamo un taglio alla sete ha voluto raddoppiare la scommessa, imbottigliando non uno solo, ma due vini (un bianco e un rosso); ed ha voluto porsi un obiettivo ambizioso, quello di raccogliere in un solo giorno – quello dedicato alla festa dell'imbottigliamento – la somma necessaria a realizzare un pozzo.

Un obiettivo raggiunto e superato, sabato scorso a Nimis, grazie al bel tempo, al contributo di tantissimi sponsor che hanno collaborato a realizzare il vino “a costo zero”, ai volontari  che hanno provveduto a cuocere polenta, pastasciutta e carni allo spiedo per oltre 300 persone, ma grazie soprattutto alla generosità dei partecipanti.

La festa si è svolta nell'ampio piazzale della nuova cantina dell'azienda agricola “I Comelli”, con lo sfondo scenografico dei vigneti di Ramandolo. Su un lato del piazzale è stata posizionata la modernissima unità di imbottigliamento del centro di riferimento enologico di Giuseppe Lipari (da quest'anno entrato nella schiera dei supporters di Diamo un taglio alla sete), dall'altro la zona cottura; al centro, la zona di distribuzione e ristoro. Non mancava un attrezzato parco giochi per i bimbi, numerosi com'è ovvio, visto che si è trattato di una festa per famiglie; e com'è giusto, perchè il valore della solidarietà va insegnato presto alle nuove generazioni, anche attraverso il gioco.

Hanno fatto gli onori di casa, salutando gli ospiti prima della distribuzione della pastasciutta, Paolo Comelli e Luca Biffi, capoclasse nel 1994 dei “Fuori di sesta” (questa la denominazione del gruppo di enologi) e da allora animatore di tutte le iniziative del gruppo.

Più che le parole, valgono i numeri: per accompagnare il... “taglio” alla sete, sono stati affettati due prosciutti e due speck firmati Wolf Sauris, oltre 15 chilogrammi di formaggio latteria, sono stati cucinati e serviti 30 kg di pasta al ragù (ma per gli ospiti vegetariani era anche disponibile un sugo “vegano”), oltre 150 kg di carni allo spiedo, cinque polente di grandi dimensioni, venti strudel, 30  chilogranmmo di gelato prodotto dal maestro udinese Giancarlo Timballo.

Dall'imbottigliamento sono uscite circa tremila bottiglie e 400 magnum, il tutto equamente suddiviso tra “Vitae Bianco” e “Vitae Rosso”. Una parte è stata acquistata subito dai presenti, il rimanente verrà distribuito nei prossimi mesi grazie ad una rete di amici che diventa di anno in anno più numerosa. Alla fine della giornata, mentre i volontari smontavano le tensostrutture, il responso della cassa: tra offerte per il pranzo e per portare a casa bottiglie o i numerosi “gadget” realizzati (le magliette sono andate a ruba) sono stati raccolti10.500 euro. Più che sufficienti – hanno commentato soddisfatti gli organizzatori per realizzare un pozzo in Turkana o nel Sud Sudan. Il “miracolo di Cana all'incontrario” (come è stata definita l'iniziativa di “Diamo un taglio alla sete”, che trasforma il vino in acqua per chi non ce l'ha) continua...

Per informazioni su come reperire le bottiglie e partecipare all'iniziativa di solidarietà il sito Internet è  www.diamountaglioallasete.org

 

"Diamo un taglio alla sete": solidarietà al Kenia dagli enologi friulani, a Nimis

Diamo un taglio alla sete: solidarietà dal Kenia dagli enologi friulani, a Nimis

Non c'è crisi – neanche quella del settimo anno – per il progetto solidale “Diamo un taglio alla sete”, che un gruppo di enotecnici diplomati all'istituto agrario di Cividale nel 1994 (già stanno preparando i festeggiamenti per il ventennale) porta avanti dal 2007.

Nel titolo c'è la spiegazione dell'iniziativa: un taglio di vini (tecnicamente un assemblaggio) che diventano un unico vino, non in commercio, imbottigliato e quindi distribuito a fronte di un'offerta per le opere  del missionario comboniano fratel Dario Laurencig (originario delle valli del Natisone) impegnato nell'arida regione del Turkana (Kenia) e del Sud Sudan a trivellare pozzi per portare l'acqua ai villaggi che non ce l'hanno.

Non c'è crisi, dicevamo: tant'è che quest'anno il gruppo di enologi “Fuori di sesta” (un riferimento al sesto anno di specializzazione in enologia frequentato a Cividale) anziché un vino solo – come negli anni passati – ne imbottiglierà due, un bianco e un rosso. Si chiameranno ancora una volta “Vitae”, si pronuncia vite come la pianta che produce l'uva, ma in friulano “vite” è anche la vita... E i pozzi scavati da fratel Dario in Africa rappresentano davvero la vita per quelle popolazioni.

Ogni euro donato – spiega Luca Biffi, portavoce del gruppo di enologi – va alle opere di Fratel Dario, perchè il nostro è un progetto “a costo zero”: tutto ciò che serve per realizzare il vino (oltre alla materia prima servono bottiglie, tappi, cassette, capsule, etichette) viene donato dalle aziende vinicole dove noi operiamo e dai nostri fornitori, ai quali dobbiamo dire un sincero grazie”.

 

Sabato 18 maggio, dalle 10 in poi, nella cantina de “I Comelli” a Nimis, si ripeterà per la settima volta la “festa dell'imbottigliamento” Un momento gioioso, nel quale il gruppo dei promotori  si ritrova con le famiglie, bambini, amici e sostenitori. Un momento di lavoro, ma anche il momento per fare il punto sul progetto (dal 2007 al 2012 sono stati raccolti oltre 140 mila euro, consentendo a fratel Dario di realizzare una dozzina di pozzi). Un momento di convivialità, (quest'anno è previsto un maxi spiedo e la pastasciutta preparata dagli alpini di Tricesimo) ma anche di riflessione, perchè pur in un momento difficile come quello attuale non bisogna dimenticare i problemi del sud del mondo. Anche per questo motivo, sabato a Nimis saranno presenti alcuni giovani, come Mara, Matteo, Angela e Roberto, che hanno operato come volontari nella missione di fratel Dario a Lokichar nel Turkana, e che porteranno la loro testimonianza.

 

La partecipazione alla festa dell'imbottigliamento è libera; tuttavia, per motivi organizzativi, è richiesta la prenotazione telefonica ai numeri 335.6987484 (Bepi) e 335.8263469 (Luca) oppure all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Tutte le informazioni sul sito www.diamountaglioallasete.org

 

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