Rapporto uomo-animali: la fotoreporter Jo-Anne McArthur a Cinemazero
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- Pubblicato Lunedì, 21 Settembre 2015 18:15
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Dopo il successo dell'evento che l'ha vista protagonista a pordenonelegge, la fotografa-attivista Jo-Anne McArthur presenta a Cinemazero – promosso da Le Voci dell’inchiesta, Safarà Editore e in collaborazione con pordenonelegge – mercoledì 23 settembre alle 20.45 “The Ghosts in our Machine”, il documentario di Liz Marshall che ha emozionato pubblico e giurie di svariati festival internazionali.
La regista ha seguito la McArthur nel corso di un anno, attraversando così diverse storie di animali in alcune parti del Canada, Stati Uniti e in Europa, su cui si è basato parte del suo progetto fotografico – “We Animals” – che la fotografa porta avanti dal 1998. Una parte delle sue foto è stata edita nel saggio fotografico "Noi animali - We Animals" (Safarà Editore, Pordenone). Ogni storia è una finestra sul mondo dell'industria animale: il cibo, la moda, l'intrattenimento e la ricerca. Un documentario nato dall'amore per gli animali, che non si limita a raccontare, ma mostra come nella nostra società gli animali vengano sviliti e considerati niente altro che merce. Come spiega la regista stessa: «“The Ghosts In Our Machine" è un viaggio alla scoperta di quello che è un complesso dilemma sociale. In sostanza, gli esseri umani hanno abilmente classificato gli animali non umani in tre parti: animali domestici, la fauna selvatica, e quelli a cui non vogliono pensare: i fantasmi nella nostra macchina. Perché diamo valore alla fauna selvatica e ai nostri animali da compagnia, ma non ai miliardi di animali allevati e utilizzati ogni anno nelle industrie globali? È questa domanda fondamentale che mi ha spinto a scavare in profondità per esplorare questo tema. Il film segue la fotoreporter impegnata nella promozione dei diritti degli animali Jo-Anne McArthur nel corso di un anno in alcune parti d'Europa, Stati Uniti e in Canada. Ho scelto di utilizzare Jo-Anne come protagonista del film, perché la sua missione è un chiavistello pieno di ispirazione ed empatia per affrontare la questione animale, e le sue potenti fotografie ci invitano a considerare gli animali come individui».
La McArthur inizia sin da ragazza ad avvicinarsi al mondo degli animali, esattamente come migliaia di altri suoi coetanei: attivandosi per farli adottare, dando una mano in canili e strutture simili quando c’era da nutrire cuccioli abbandonati o facendo la dog-sitter. A questo impegno iniziò presto a sovrapporsi il suo sguardo fotografico, che immortalò situazioni e animali che conosceva. Nel tempo il progetto l’ha portata in tutto il mondo, le foto raccolte sono state pubblicate in un libro e sono diventate il fulcro di un sito e un archivio in costante crescita e aggiornamento, che collabora con numerose realtà che in vari Paesi si occupano di tutelare gli animali.
L'antica Chiesa aquileiese riscoperta a Villa Dora
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- Pubblicato Lunedì, 21 Settembre 2015 08:03
- Scritto da Timothy Dissegna
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San Giorgio di Nogaro (Ud) – Il Friuli, come regione ma soprattutto come storia, vede la propria origine dai fasti di Aquileia, prima città strategica nell'Impero romano e poi epicentro cristiano.
Proprio su questo punto i professori Remo Cacitti ed Emanuela Colombi, due fra i più autorevoli studiosi italiani di storia del cristianesimo, discuteranno sabato 26 settembre presso la Sala Conferenze di Villa Dora, dalle 20.30. Modererà la studiosa Lara Gonzo.
L'incontro, dal titolo “Storie dell'antica Chiesa aquileiese”, andrà a ripercorrere le origini della religione di Gesù Cristo in quella che fu per secoli la porta tra Occidente e Oriente. Per far questo, scrive Cacitti, docente di Letteratura cristiana antica all'Università Statale di Milano, “occorre risalire a un'epoca della quale ci manca una esplicita documentazione letteraria (I-II secolo)”.
Uno scenario, continua lo studioso, simile a quello di tante altre città europee, e che già nel 1934 “Walter Bauer motivava (…) come questo 'silenzio delle origini' fosse da imputare ad una vera e propria rimozione di questi esordi dovuta al successivo sviluppo teologico e dottrinale”.
Testimonianze di quel periodo, però, ad Aquileia si vedono ancora nei cicli musivi pavimentali sopravissuti ai secoli nell'area dell'attuale basilica patriarcale. Non sono importanti solo a livello artistico, infatti, perché questi permettono di ricostruire la storia delle origini della chiesa aquileiese.
Non si parla quindi della Chiesa come la conosciamo oggi, frutto di numerose revisioni negli anni che seguirono la stabilità di quella romana, bensì di altre correnti che si diffusero molto tempo prima in tutta Europa e Asia. Tra queste, lo gnosticismo alessandrino, il cui massimo sviluppo fu proprio nel periodo ricercato dagli ospiti dell'incontro, il II secolo d.C.
Renato Jacuim, storico aquileiese scomparso nel 2012, ritenne infatti che presso l'aula nord della basilica ci fu all'epoca un oratorio gnostico: di ciò, Lara Gonzo indagherà criticamente, concentrandosi sul complesso simbolismo espresso dall'arte musiva locale, ancora oggi conservata magnificamente.
La serata, organizzata dall'Assessorato alla Cultura di San Giorgio, in collaborazione con l'Associazione Culturale Nesos, l'Associazione “Ad Undecimum”, l'Università della Terza Età “P. Naliato” e il patrocinio della Fondazione Aquileia, sarà ad ingresso gratuito.
(Nella foto: S.Pietro (sinistra) consacra il vescovo di Aquileia Ermacora (centro) alla presenza di S.Marco (destra). Foto di basilicadiquileia.it)
Castelli aperti: la nuova edizione avrà aperture da record
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- Pubblicato Giovedì, 17 Settembre 2015 15:37
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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FVG - Non erano mai stati così tanti: la 26^ edizione di Castelli Aperti segna un nuovo record per il numero delle residenze aperte sabato 3 e domenica 4 ottobre che saranno ben 22.
Grazie al successo dell’edizione di primavera che ha contato 15.000 presenze e grazie alla continua attività di valorizzazione e promozione del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia, ci sono anche due importanti novità.
Apriranno per la prima volta al pubblico il Castello di Flambruzzo e la Centa di Joannis. Il primo, costruito nel ‘200, faceva parte della linea difensiva dei “castelli d’acqua” a protezione della bassa friulana e unisce caratteristiche tipiche dell’evoluzione da fortilizio a villa settecentesca con un parco all’inglese (più di tre ettari) caratterizzato da acque di risorgiva e suggestive isole collegate fra loro.
La Centa è un esempio di architettura fortificata medievale costruita sui resti (900 d.C.) di una necropoli che ha restituito finora una cinquantina di sepolture e la cui estensione è ancora ignota.
Gli edifici che si possono vedere facevano parte dell’antica Centa, un recinto fortificato dove si rifugiavano gli abitanti delle campagne: si possono ammirare i resti dell’antica chiesa di Sant’Agnese, racchiusa col suo cimitero da un muro in pietra, la piccola cappella di Santa Lucia, la casa del Curato e la canipa, il magazzino.
TUTTE LE 22 DIMORE APERTE: 1 in provincia di Trieste: il Castello di Muggia; 3 in provincia di Gorizia: il Castello di San Floriano del Collio, il Castello di Spessa (Capriva del Friuli) e il Palazzo Lantieri (Gorizia); 4 in provincia di Pordenone: Palazzo Panigai-Ovio (Pravisdomini), Castelcosa (San Giorgio della Richinvelda), Palazzo d’Attimis Maniago (Maniago) e il Castello di Cordovado; 14 in provincia di Udine: oltre al Castello di Flambruzzo (Rivignano Teor) e alla Centa di Joannis (Aiello del Friuli), il Castello di Arcano (Rive d’Arcano), il Castello di Prampero (Magnano in Riviera), il Castello di Susans (Majano), il Castello di Villafredda (Loneriacco di Tarcento), Casaforte La Brunelde (Fagagna), Palazzo Steffaneo Roncato (Crauglio di S. Vito al Torre), Villa Elodia (Trivignano Udinese), Villa Kechler de Asarta (Fraforeano di Ronchis), Rocca Bernarda (Ipplis di Premariacco), il Castello di Cassacco, il Castello di Villalta (Villalta di Fagagna), Palazzo Romano (Case di Manzano).
Oltre ai consueti orari, il Castello di Cordovado aprirà sabato e domenica con orario continuato dalle 10 al tramonto con il mercatino di semi, vivaisti con fioriture autunnali, spettacoli per i bambini, conferenze e servizio ristoro.
Alcuni castelli saranno visitabili solo domenica, altri sia sabato pomeriggio che domenica: sabato dalle 15 alle 18, domenica mattina alle 10, 11, 12 e domenica pomeriggio dalle 14 alle 18 con inizio delle visite all’inizio di ogni ora. L’ingresso comprensivo di visita guidata è di 7 euro per ogni castello, ridotto (3,5 euro) per i ragazzi dai 7 ai 12 anni.
Sul sito del Consorzio www.consorziocastelli.it è possibile verificare orari e aperture delle singole dimore e scaricare il programma completo delle due giornate. Si può inoltre contattare la segreteria per prenotare per gruppi superiori a 20 persone (tel. 0432-288588 da lun. a ven. 9-13; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
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