A Remo Anzovino l’onore d’inaugurare la 47^ Barcolana
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- Pubblicato Domenica, 27 Settembre 2015 15:55
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste – La 47^ Barcolana, la Regata Velica Internazionale più affollata al mondo, si conferma ancora una volta per la qualità d’offerta per i tanti eventi collaterali che spaziano dagli appuntamenti culturali, alla musica a quelli di tipo enogastronomico .
La Barcolana In Musica, il contenitore di tutti i concerti della rassegna giuliana, è sicuramente uno dei momenti più attesi dal pubblico. Grande attenzione è infatti riservata ai due concerti a ingresso gratuito in programma nelle serate antecedenti la gara, venerdì 9 e sabato 10 ottobre: sul palco allestito in Piazza Unità d’Italia la grande musica cantautorale italiana sarà la grande protagonista: il Cile e una selezione di band locali nella serata di venerdì 9 ottobre, Max Gazzè nella serata di sabato 10 ottobre.
La grande fiducia riposta nella musica dalla Società Velica di Barcola e Grignano, organizzatrice della kermesse, quest’anno viene evidenziata dalla scelta di ospitare un concerto in piano solo del compositore e pianista Remo Anzovino, tra i più apprezzati del panorama italiano, come evento inaugurale. Sarà un concerto in un luogo emozionante, guidato dal vento e dalle suggestioni che il mare saprà accostare alle note dell’artista pordenonese. Lo straordinario evento musicale si terrà venerdì 2 ottobre alle ore 20 sotto l’Ursus, la monumentale gru d’acciaio ormeggiata a largo del Molo IV a Trieste. L’ingresso sarà libero e in caso di maltempo si svolgerà al Teatro Miela, distante poche decine di metri.
Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile sarà il protagonista della prima serata, venerdì 9 ottobre con inizio alle 21. Personaggio che nasce fuori dalle luci dei talent show e incontra fin da subito il favore della critica, del pubblico e degli addetti ai lavori, tanto da destare anche l’attenzione di molti illustri colleghi che ne lodano pubblicamente il talento. Il 2015 è un anno di grandi soddisfazioni per lui, che continua la stretta collaborazione con i Negrita. Sullo stesso palco si avvicenderanno anche alcuni gruppi emergenti della provincia di Trieste che verranno selezionati attraverso un apposito bando che sarà pubblicato a breve sul sito ufficiale della Barcolana.
Max Gazzè, uno dei tessitori di trame musicali più raffinati del panorama italiano, sarà la star di “Barcolana in Musica 2015” per la serata di sabato 10 ottobre con inizio alle 21 ad ingresso libero.
Anche quest’anno dunque la Barcolana si conferma, anche grazie alla ricca offerta musicale, uno straordinario appuntamento sportivo diventato nel corso degli anni un evento a 360 gradi, nonché la più importante festa di Trieste e allo stesso tempo uno dei principali fenomeni turistici del Nordest Italia, offrendo dieci giorni di appuntamenti a terra e in mare in grado di ergere Trieste a capitale europea della vela.
Foto: Simone Di Luca
Per maggiori informazioni: www.barcolana.it
Pordenonelegge 2015: chiude con sold out non solo per i numeri
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- Pubblicato Lunedì, 21 Settembre 2015 23:22
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone – Entusiasmo è la parola chiave del primo bilancio tracciato ‘a caldo’, nella quinta e conclusiva giornata di pordenonelegge 2015, Festa del Libro con gli Autori che si chiusa ieri, domenica 20 settembre.
Lo sottolinea il direttore artistico Gian Mario Villalta, impegnato nella cura del festival accanto ad Alberto Garlini e Valentina Gaparet, nell’incontro stampa di resoconto: «La varietà e complessità delle proposte, la qualità e quantità degli eventi e dei protagonisti, l’efficacia della macchina organizzativa hanno conquistato gli autori, gli ospiti, le case editrici, gli operatori italiani e internazionali che ci hanno raggiunto a pordenonelegge. Non capita spesso, per gli autori, di trovarsi bloccati al firma copie per un’ora dopo l’incontro, a pordenonelegge in questi giorni è stato frequente. Incentivare la corsa al dato numerico di fine manifestazione non è la nostra priorità – ha spiegato ancora Villalta – ma i dati sono oggettivi e sotto gli occhi di tutti. Più incontri, oltre 300, più autori, ben 460, e più location, una quarantina circa perennemente esaurite e col pubblico assiepato intorno che spesso eguagliava quello che aveva trovato posto a sedere. Certamente quello 2015 è stato un pubblico impressionante per quantità: nei luoghi di incontro ma anche, in generale, nel contesto di una Festa del Libro che si svolge sotto i tendoni dei libri e per le strade del centro storico, fra una sede di appuntamento e l’altra».
«Non possiamo non confermare le presenze 2014, oltre 130mila – ha fatto eco il presidente della Fondazione Pordenonelegge.it Giovanni Pavan – e non possiamo non registrare con piacere che il pubblico ha riempito quest’anno nuove sedi ed è affluito per un numero più alto di incontri, sin dalle giornate iniziali del festival. Certamente un ottimo riscontro per la 2^ edizione firmata sul piano organizzativo da Fondazione Pordenonelegge.it abbiamo registrato con piacere l’aumento del target di giovani e ragazzi agli incontri: un terreno nel quale è impegnativo seminare, ma che ci dà molta soddisfazione e sul quale rilanceremo per l’edizione 2016. Solo qualche mese fa abbiamo presentato un importante studio dell’Università Bocconi curato da Guido Guerzoni, sull’impatto economico e fiscale di pordenonelegge.
Siamo felici che questi 5 giorni, per l’affluenza del pubblico e l’evidente indotto legato al forte aumento dell’incoming, possano confermare il valore economico e non solo socioculturale di una manifestazione che sa fare squadra con la città e il territorio. Sappiamo che gli enti pubblici regionali, per ogni euro investito sul festival possono riceverne indietro ben 7, grazie all’indotto generato da pordenonelegge. Una attestazione importante quando si ricevono contributi pubblici. Il nostro obiettivo guarda adesso all’autonomia della Fondazione Pordenonelegge.it, e al suo ulteriore potenziamento come agenzia culturale di riferimento per il territorio, come nel caso del Premio Hemingway a Lignano o per Idea Natale a Udine».
E i numeri di pordenonelegge sono già a favore di un traguardo che punta all’autonomia della sua Fondazione: «quest’anno il festival, a fronte di un budget di circa 800mila € ha toccato quota 53% nel fundraising privato – ha affermato il direttore di Fondazione Pordenonelegge.it Michela Zin – e il crowfunding è cresciuta di circa 1/3 rispetto al 2014, con 1710 “Amici” del festival in luogo dei 1297 dello scorso anno. Un trend che ci ha aiutato nella riduzione e gestione delle code per gli incontri, con il 40% dei posti riservato in prelazione di ingresso a chi aveva prenotato. Ma pordenonelegge è anche fare squadra con la città: e l’adesione spontanea e corale di esercizi commerciali, bar e ristoranti risalta agli occhi di chiunque faccia tappa a pordenonelegge. Sono venuti da molte città festival per guardare al nostro e prendere appunti: operatori culturali di Salerno, Cortina e Cagliari, ma anche operatori internazionali legati a un progetto europeo sul quale siamo impegnati con partner di Polonia, Scozia, Francia, Germania e Belgio».
Nella giornata di lunedì 21 settembre i dati definitivi legati ai social e alla macchia organizzativa del festival. Info www.pordenonelegge.it
Recalcati "maternità, il dono più grande è saper donare la propria assenza"
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- Pubblicato Lunedì, 21 Settembre 2015 22:05
- Scritto da Marilena Brunetti
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Pordenone - Le mani della madre sono quelle che afferrano il figlio senza esitazione, anche a rischio della propria vita, quando il figlio si mette in pericolo.
Nel suo narrare lo psicoanalista Massimo Recalcati, nella serata svolta nell’ambito di Pordenonelegge, ha presentato molte immagini suggestive, simboliche e pregnanti riguardo la funzione della madre e la lezione della maternità.
Quando si è apprestato a scrivere il libro gli è tornato in mente un film che ha visto da piccolo insieme a sua madre, dal titolo “La madre di Torino”.
Il film si rifà a un fatto di cronaca accaduto nella Torino del 1968. Un bambino gioca sul terrazzo a sparare agli aeroplani e la madre lo osserva continuando il suo lavoro; a un certo punto non lo vede più, si precipita sul terrazzo e lo vede penzolare nel vuoto; subito afferra le mani del figlio e lo sostiene.
Il figlio è aggrappato alle mani della madre che lo tiene. I due cercano di farsi notare dai passanti, ma nel rumore del traffico non vengono visti e passa molto tempo.
Poi arrivano i pompieri e lo portano in salvo, la madre si accascia a terra con le mani irrigidite dalla fatica e dallo sforzo. Recalcati ne parla e scopre che molti coetanei cinquantenni non hanno dimenticato quella scena.
Lo psicoanalista afferma: “non la hanno dimenticata perché tutti siamo stati quel bambino, ci siamo trovati tutti esposti al vuoto, al rischio della caduta; lì abbiamo teso le mani e i più fortunati hanno trovato le mani che lo sostenevano”.
”La madre è il nome del primo soccorritore, è l’ALTRO che risponde” . “La madre risponde quando il bambino piange e risponde offrendo le mani; senza questa presenza, senza questa risposta noi saremmo caduti nel vuoto”.
Lo psicoanalista sostiene che la madre non è solo la genitrice, quella che genera il figlio, ma c’è madre ogni volta che c’è accoglienza.
Riporta un altro tema tra le tante “lezioni della madre” presentate alla conferenza e che si possono trovare nel suo ultimo libro "Le mani della madre". Egli, da laico, non in senso catechistico, parla della figura della Vergine Maria e afferma che “nella nostra cultura patriarcale (in declino?) si è creata una forte distinzione tra Maria, pura, vergine, tutta madre ed Eva, donna che è vista come peccaminosità, trasgressiva, strega, donna che rifiuta la sottomissione.
Nella cultura patriarcale la donna deve essere la madre del sacrificio, che rinuncia alla propria vita per il figlio, rinuncia a essere donna.” E questo non va bene né per la madre né per il figlio, né per il padre.
Recalcati vede nella figura della Vergine Maria una donna che porta con sé un figlio in carne e ossa nella gravidanza. “La vita che porta in grembo si nutre del corpo della madre. Il corpo del figlio che porta con sé non è suo in modo radicale perché è il figlio di Dio. Maria ci insegna che questa vita non è vita sua, ma è il figlio di Dio. Il figlio che cresce dentro è vita ALTRA”.
Ogni figlio è destinato ad allontanarsi dalla madre e a fare la sua vita. Il dono della madre, egli sostiene, è saper perdere il figlio, lasciarlo andare, insegnargli a camminare, insegnargli la necessaria separazione.
“Il dono più grande della maternità è saper donare la propria assenza; senza la propria assenza tutto il resto si vanifica”. Quando una donna fa esperienza della maternità, mentre diventa madre deve continuare a esistere come donna. Se vive la maternità come morte della donna questo è deleterio per lei e per il figlio. “Perché altrimenti uno assorbirà l’altro - afferma Recalcati - in un cannibalismo reciproco”.
Così quando la donna diventa madre, non subito, perché c’è un tempo in cui il bambino ha bisogno di una presenza totale, ma dopo, la madre non deve rinunciare ad essere donna e a fare anche altro.
Perché è proprio questo fare altro che li salva entrambi, madre e bambino, in modo sano. Recalcati aggiunge: “Ciò che libera il bambino e lo apre al mondo è che una buona madre non è mai tutta madre, ma è anche donna”.
Così la madre dice “Tu non esaurisci il mio mondo” e questo è quello che Recalcati chiama “il dono dell’assenza” che equivale a dire “c’è altro che desidero oltre te”.
Può sembrare strano, per qualcuno inconcepibile, eppure è proprio questo che insegna al figlio, che c’è un mondo fuori e lui sarà libero di andare per il mondo e conoscere il mondo.
Rientrando a casa, ripenso alla voce di Recalcati che tratteggia scenari densi di significato per chi ascolta e le sue parole evocano e delineano la presenza fondante della madre nella vita di ciascuno di noi.
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