Teatro Giovanni da Udine: quale futuro?

Teatro Giovanni da Udine: quale futuro?

Annunciato come un momento di confronto anche polemico e soprattutto come occasione di confronto costruttivo sul futuro prossimo, l’incontro tenutosi ieri, nello Spazio Fantoni del Teatro Nuovo Giovanni da Udine,  dal titolo "Quale Futuro per il Giovanni da Udine?" lascia in realtà aperte numerose questioni a cui solo in minima parte si sono date risposte.

La discussione strategica volta a rafforzare una realtà teatrale che da anni ha portato lustro al territorio regionale nel panorama artistico nazionale e internazionale, con il giornalista Gianpaolo Carbonetto, in veste di moderatore, l'assessore Luigi Reitani in rappresentanza del Comune di Udine, l'assessore Fraccarossi per la Provincia su delega di Adriano Ioan e dr. Augusto Viola in rappresentanza dell'Assessore Regionale Elio De Anna con il Presidente della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine, dr. Tarcisio Mizzau, il sovrintendente/Direttore artistico prosa, Cesare Lievi e il Direttore artistico musica e danza, Marco Feruglio ha messo in luce soprattutto la necessità di una riflessione attenta sul teatro “che si ha in mente” insieme alle strategie che dovrebbero promuovere le presenze in teatro del pubblico.

L'iniziativa  promossa da temporealefvg,  con la Fondazione G.d.U, anche alla luce delle ultime polemiche generate da alcuni tagli imposti dal presidente Mizzau al personale non stabilizzato, in forza al teatro Giovanni da Udine,  è cominciata con una ricognizione sui numeri da parte dallo stesso presidente della Fondazione che ha confermato le cifre sugli abbonati perduti, 366 nella prosa, una perdita costante dal 2007, ma anche un aumento dei così detti borderò, cioè la quantità dei biglietti venduti per gli spettacoli fuori abbonamento. 

Dati e numeri da studiare, il teatrone ha un bilancio in attivo, che per il direttore Cesare Lievi devono condurre a nuove e diversificate strategie. Alcune già attuate nei suoi due anni di direzione, la creazione dell’ufficio scuola con il biglietto di classe, l’apertura agli universitari con proposte che consentano ai giovani di andare a teatro a prezzi contenuti e per il nuovo anno artistico il coinvolgimento con formule speciali di abbonamento degli ordini professionali della città. “Non intendo dimenticare gli abbonati, spiega Lievi ma voglio dire loro di seguirci anche nelle nuove proposte teatrali che sono una novità rispetto a quello che conoscono”. Appassionato l’intervento di Reitani: “Il Comune sostiene gli Enti locali  nel rispetto dell’autonomia di scelte culturali e strategiche che devono essere sostenibili. Finanzia il teatro perché la cultura è un investimento. Il Giovanni da Udine non può essere solo vetrina ma deve produrre dando accesso ad un patrimonio teatrale che è di tutti ed ispirato al principio dell’internazionalità.” “Lo sviluppo è per Viola, quello che contempla territorialità, relazioni internazionali  e tecno strutture con opportunità di sviluppo nel medio termine, anche in collaborazione con altre realtà presenti sul territorio.

Auspicata una maggiore attenzione alla “governance” ed ad una  più incisiva visione del teatro come azienda, bene pubblico che produce lavoro e indotto.” Anche se è stato confermato da Manuela Fraccarossi il sostegno dalla Provincia che però ha ridotto, a causa dei tagli ai bilanci  a 150 mila euro il suo contributo restano aperte come dicevamo parecchie questione solo sfiorate purtroppo nel dibattito che ha seguito le relazioni degli ospiti. Il teatro è spazio comunale in relazione con tutto il sistema teatro della regione. Il pubblico degli abbonati del Giovanni da Udine, con la costante disaffezione alla prosa sta mandando un segnale chiaro alla direzione. L’analisi delle tendenze, finanche del gradimento, strumento assai democratico praticato ormai in molti spazi della società civile, di una programmazione teatrale non calata dall’alto ma fatta con e per il pubblico, è  uno dei percorsi possibili.

 

Fabiana Dallavalle

 

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