Il Centro di Studi pasoliniani di Casarsa apre venerdì 16 e sabato 17 novembre al Convegno: "Pasolini e il Friuli"

L’esordio di Poesie a Casarsa di Pier Paolo Pasolini irrompe sulla scena letteraria del 1942 con la

perentorietà dell’eccezione creatrice. Il libriccino conteneva appena 13 testi, preludenti al dialogo in versi tra

Figlio e Madre La domenica uliva, ma subito si lasciava alle spalle ogni ipoteca bozzettistica di corrività

vernacolare o falsamente popolareggiante e inaugurava un canto nuovo di raffinata sperimentazione, al

crocevia tra un’acuminata sensibilità d’autore e il filtro di una preziosa cultura poetica, intrisa di echi

ermetici e simbolisti. D’eccezione era poi l’intuizione del dialetto come linguaggio naturalmente poetico,

“lingua pura per poesia” e tensione alla “melodia infinita”.

 

E dunque adatto era il casarsese, idioma di periferia letterariamente vergine, perché privo di tradizione scritta, e inoltre, in quanto idioma di eco materna, saturo anche di implicazioni viscerali e affettive. In quel codice Pasolini calò la sua Provenza

romanza e sentimentale, facendovi convergere la squisita mitografia di un sé Narciso, precocemente scisso

dalle antinomie inconciliate tra amore e morte e tra innocenza e peccato, e poi sempre più, con il progredire e

l’ampliarsi di quel félibrige coagulato anche intorno all’”Academiuta”, vi espresse l’altro da sé, l’epos della

realtà popolare, cristiana e contadina, impigliata nei riti di un’arcaica atemporalità.

 

Con quella operazione, e con le sue complesse diramazioni interne, Pasolini fornì un geniale esempio di

sublimazione a significatività universale del particolare locale, colto nella microarea marginale di una piccola

isola linguistica, e introdusse una sintesi poetica che poi connotò il fenomeno vistoso della poesia in

dialetto del secondo Novecento, nelle varie regioni d’Italia come nella stessa esperienza degli autori friulani,

coevi o successivi al cantore di Casarsa. Fu un’influenza decisiva e imprescindibile su cui i lavori di questo

convegno intendono particolarmente gettare fasci di luce interpretativa, rileggendo l’apprendistato poetico

pasoliniano secondo aggiornati punti di vista linguistico-letterari e insieme ricostruendo la mappa dei

rapporti, delle intersezioni e del dibattito anche teorico che la poesia friulana di Pasolini ha saputo

riverberare intorno a sé. Ciò non solo con le espressioni liriche giovanili, ma anche con l’antilirico

rovesciamento, spinto fino alla ritrattazione e all’abiura, con cui nel 1974 il Pasolini corsaro degli anni

settanta, quasi postumo a se stesso, riscrisse in nero e come “Seconda forma” parte del canzoniere del 1954

La meglio gioventù.

 

All’idillio giovanile di una mitizzata patria d’elezione sentimentale e linguistica si

contrapponevano allora i resti frantumati del mito perduto, sfregiato dall’orrore edonistico del

neocapitalismo. Ed è sintomatico che, per la metafora di questa tragedia personale e cosmica, il poeta

facesse ricorso per l’ultima volta al suo friulano, ricorrente suono carsico della memoria e cartina di

tornasole, un tempo fonte di suoni da origine del mondo e ora idioma spento di un Friuli funereo e

definitivamente profanato.

 

Il programma del Convegno

Venerdì 16 novembre, ore 15 – Teatro Pasolini /Casarsa

Introduzione

Franco Brevini (Università di Bergamo)

La poesia dialettale: un caso letterario del Novecento

Tavola rotonda: Pasolini poeta friulano

Anna Bogaro (Università di Udine)

Pasolini, l’“Academiuta” e la fine della letteratura “dialettale” friulana

Roberta Cortella (Roma)

I percorsi romanzi del giovane Pasolini

Nicola De Cilia (Treviso)

Bisogna essere assolutamente moderni?

Il tempo del mito e il tempo della storia in Poesie a Casarsa

Lisa Gasparotto (Università di Udine)

Prospezione sull' Italiano è ladro di Pier Paolo Pasolini

Elvio Guagnini (Università di Trieste)

Declinazioni, accezioni e sfumature della “lingua della poesia”.

Pasolini lettore di Giotti e di Marin

Maura Locantore (Università di Potenza)

Luigi Ciceri: editore del Pasolini friulano

Pasquale Voza (Università di Bari )

Dalla "meglio" alla "nuova gioventù": dall'eden friulano alla «crisi cosmica»

Testimonianze

Franco Loi e Nico Naldini

modera Gianmodera Gian Paolo Gri (Università di Udine)

sabato 17 novembre, ore 9.30 – Teatro Pasolini / Casarsa

Introduzione

Giampaolo Borghello (Università di Udine)

La linea Pascoli-Pasolini

Tavola rotonda: Una mappa poetica dialettale

Umberto Alberini (Udine)

Una "voce dalle sorgive della psiche". Amedeo Giacomini.

Tra genius loci e rusticitas, poesia e paesaggio

Marco A. Bazzocchi (Università di Bologna)

Pasolini (Pascoli) e le lingue minori d'area romagnola

Aldo Colonnello (Circolo Menocchio, Montereale Valcellina)

Le parole per dirsi. La scelta di scrivere poesia nel 'friulano di casa':

Novella Cantarutti (Navarons di Meduno), Ida Vallerugo (Meduno), Federico Tavan (Andreis),

Rosanna Paroni Bertoja (Montereale), Antonio De Biasio (Montereale-Castelu),

Beno Fignon (Montereale, Andreis)

Cesare De Michelis (Università di Padova)

Pasolini lettore di Zanzotto e Zanzotto lettore di Pasolini

Piera Rizzolatti (Università di Udine)

Enrica Cragnolini allieva di Pasolini

Gianfranco Scialino (Udine)

La faglia Pasolini nella poesia del Novecento in Friuli

Eredità

Pierluigi Cappello e Gian Mario Villalta

modera Angela Felice (Centro Studi Pier Paolo Pasolini Casarsa)

Stefano Casi, Angela Felice, Gerardo Guccini

Pasolini e il teatro (Quaderni del Centro Studi Pier Paolo Pasolini, ed. Marsilio, 2012)

presentazione in collaborazione con CIMES-Dipartimento delle Arti / Università degli Studi di Bologna

Eventi collaterali

Mostra /vernice

venerdì 16 novembre, ore 19.30 – Casa Colussi / Casarsa

La perduta gioventù

fotografie di Danilo De Marco

allestimento Ferruccio Montanari con Jessica Etro

Un montaggio di immagini per mettere a nudo quella sorta di equivocità che esiste nell'atto di fotografare.

Non una visione rapida e neppure, attraverso un’ edulcorata espressione del volto, una specie di accomodante

umanità del momento, ma, dopo un lungo silenzioso dialogo, dopo una lunga posa ai limiti della stanchezza,

le immagini fotografiche di una natura profanata. A voi leggere questo montaggio fotografico che ora è il

nostro “adesso” e che ha sicuramente tempi e forme diverse da quelle del passato e da quello che io stesso

pensavo di cercare-trovare. Danilo De Marco

Reading

venerdì 16 novembre, ore 21.30 – Teatro Pasolini /Casarsa

Lengàs dai frus di sera

le poesie friulane di Pier Paolo Pasolini

con Aida Talliente e Renato Rinaldi

intervento musicale bandoneòn Daniele Dibonaventura

regia Andrea Collavino

Sezione tra le più emozionanti della raccolta di poesie La meglio gioventù, scritta tra il 1944 e il 1949 e poi

rivista nella sua “nuova forma” nel 1974, Lengàs dai frus di sera (Linguaggio dei fanciulli di sera)

racchiude tutti i temi cari al giovane poeta di Casarsa, che cercava nel friulano la purezza di una lingua

assoluta e mitica, sottratta al tempo corrosivo della storia: l’inquietante figura di Narciso, il varco aperto con

il mondo dei morti, il paesaggio come epifania del divino. Prima a Mittelfest 2012.

 

Questo sito è impostato per consentire l'utilizzo di tutti i cookie al fine di garantire una migliore navigazione. Se si continua a navigare si acconsente automaticamente all'utilizzo. Per comprendere altro sui cookie e scoprire come cancellarli clicca qui.

Accetto i cookie da questo sito.