Apre Casa Cavazzini: l' arte contemporanea esalta la bellezza del palazzo cinquecentesco nel cuore di Udine

Apre Casa Cavazzini: l' arte contemporanea sposa la bellezza di un palazzo del cinquecento nel cuore

Un moderno e funzionale museo,  già destinato a trasformarsi in un centro propulsore e di ricerca sul contemporaneo. Apre ufficialmente al pubblico “Casa Cavazzini – Museo d’arte moderna e contemporanea di Udine”, nel centro storico del capoluogo friulano.

Nuovi e raffinati allestimenti, opere fino ad ora mai viste, percorsi ed esposizioni a rotazione caratterizzeranno la nuova “casa” dell’arte udinese. Il tutto all’interno di una struttura moderna e funzionale, ma che conserva al suo interno una parte importante della storia udinese e del palazzo stesso come i reperti archeologici ritrovati durante i lavori di ristrutturazione, le splendide tempere murali di Afro basaldella e gli spettacolari affreschi trecenteschi.

“Casa Cavazzini – spiega il sindaco di Udine, Furio Honsell – costituisce di per sé un luogo profondamente friulano dell’arte, della storia, del design, dell’architettura. Grazie alla ristrutturazione piranesiana curata da Gae Aulenti è possibile cogliervi ora una composizione prima inimmaginabile di tracce preistoriche, medioevali, moderne, contemporanee. Casa Cavazzini sembra quindi il luogo predestinato da migliaia di anni a diventare la sede di un’importante galleria d’arte moderna e contemporanea. È perciò con grandissima soddisfazione – conclude – che compio l’ultimo atto di un percorso al quale hanno contribuito i miei predecessori Enzo Barazza e Sergio Cecotti consegnando alla città questa nuova sede museale”.

Grande soddisfazione per il risultato raggiunto con l’apertura del museo traspare anche dalle parole dell’assessore alla Cultura, Luigi Reitani. “Con l’inaugurazione di Casa Cavazzini – commenta –, portiamo a termine un progetto ambizioso iniziato con lungimiranza dalle precedenti amministrazioni e che fa di Udine una città d’arte aperta alle esperienze della contemporaneità. Il nostro sistema museale – continua – si arricchisce di una componente decisiva nel cuore del tessuto urbano, capace di attirare visitatori e di porsi come simbolo identificativo per tutti i cittadini udinesi”.

Gli allestimenti del nuovo museo sono stati progettati dall’architetto Giulio Zaccarelli di Bergamo, supportato dallo studio “TQuattro”, sempre di Bergamo, per la parte grafica. Nei primi mesi di vita del nuovo museo, inoltre, sarà online anche un blog dedicato esclusivamente a “Casa Cavazzini”. Un luogo virtuale dove il visitatore potrà trovare immagini, informazioni, curiosità oltre a uno spazio per le discussioni.

Il complesso si trova all’interno dell’edificio cinquecentesco acquisito dal Comune su precisa disposizione testamentaria del commerciante udinese Dante Cavazzini. Disposizione tenacemente sostenuta dalla vedova Aminta Flebus Cavazzini, mancata qualche anno fa, che perfezionò il passaggio al Comune nel 1987, anno successivo alla scomparsa di Dante. Il museo, che si affaccia su via Cavour e via Savorgnana, si sviluppa su tre livelli per complessivi 3 mila e 500 metri quadri. Il primo e il secondo piano saranno destinati ad accogliere il percorso espositivo permanente con un allestimento delle collezioni completamente rinnovato rispetto al precedente museo (saranno oltre 200 le opere in esposizione, tra quelle permanenti e quelle a rotazione). Al secondo piano troverà posto la collezione Astaldi, donata nel 1982 da Maria Luisa e Sante Astaldi per incrementare le raccolte di arte moderna dei Civici Musei di Udine. Un lascito che conta opere di artisti di fama internazionale come De Chirico, Savinio, De Pisis, Carrà e Santomaso, solo per citarne alcuni. Sarà inoltre nuovamente visibile al pubblico anche la collezione “Friam” (Friuli Arts & Monuments), costituitasi con opere donate da artisti americani a seguito del terremoto che colpì il Friuli nel 1976. Le opere di Willem De Kooning, Carl Andre, Frank Stella, solo per citare alcuni dei nomi più noti, rappresentano infatti uno dei fiori all’occhiello delle raccolte museali.

Ed è proprio sulla grande parete bianca sopra i ritrovamenti archeologici, vicino all’ingresso, che verrà proiettata l’installazione “In teoria”, realizzata dallo studio E-Flux di Marotta e Russo. Delle tag-claud, delle parole, scorreranno sul muro riportando le frasi e i vocaboli che ricorrono più frequentemente nei testi di critica dell’arte del Novecento. Una sorta di benvenuto all’arte per tutti i visitatori che stanno per immergersi nel fascino del moderno e del contemporaneo.

Se i vari livelli del museo presenteranno le collezioni permanenti, il piano terra del palazzo verrà dedicato invece all’allestimento di esposizioni temporanee e ad altri eventi collaterali che diventeranno altrettante occasioni per invitare il pubblico a partecipare attivamente alla vita della nuova sede espositiva.

“Il museo – spiega il conservatore di “Casa Cavazzini”, Vania Gransinigh – è oggi un’istituzione in continuo dialogo con il territorio da cui trae stimoli e sollecitazioni per costruire il patrimonio di conoscenze che è al tempo stesso specchio ed espressione di una collettività. L’articolazione architettonica di Casa Cavazzini ha permesso di riservare al suo interno aree per esposizioni temporanee che sono state concepite come spazi aperti verso l’esterno, spazi dedicati alla ricerca scientifica, alla progettualità, alla valorizzazione di quello che è il contesto culturale, artistico e di conoscenze nel quale il museo affonda le proprie radici”.

Main-event, in concomitanza con l’apertura di “Casa Cavazzini”, la mostra “Metamorphosis" con  le collezioni Moroso fra design e arti visive”dedicata a una delle più conosciute industrie di arredo e design friulane a livello internazionale proprio nel 60° anniversario dalla nascita della storica azienda friulana. Un evento dove la bellezza degli oggetti si specchia nella bellezza degli ambienti, esaltando al massimo entrambi.

“L’apertura di Casa Cavazzini – precisa il direttore dei Civici Musei, Marco Biscione – è un momento fondamentale per il sistema museale udinese e la vita culturale della città. La mostra realizzata in collaborazione con Moroso, oltre a raccontare una felice storia tra arte, design e imprenditorialità, rappresenta infatti un esempio di rapporto virtuoso tra pubblico e privato nella promozione  della cultura e dell’arte”.

L’esposizione, visitabile fino al 13 gennaio 2013 e arricchita da un catalogo curato da Vania Gransinigh e Andrea Bruciati, è realizzata dallo stesso Bruciati, da Patrizia Moroso e da Marco Viola e si focalizza sui rapporti ideali tra le due sfere creative, quella figurativa da un lato e quella della produzione industriale dall’altro. All’interno della rassegna sono presentati progetti, arredi, prototipi, fotografie e quanto serve a ricostruire, attraverso le collezioni Moroso, la storia del design negli ultimi decenni e le sue prospettive più recenti. Sono infatti esposte alcune delle serie e delle collezioni di arredi più significative create per Moroso dagli anni Ottanta del secolo scorso fino ai giorni nostri da designers di calibro internazionale come Massimo Iosa Ghini, Ron Arad, Javier Mariscal, Patricia Urquiola, Ross Lovegrove o Marc Newson.

“Una passeggiata nel tempo, uno sguardo laterale su quello che si è fatto e quello che si sarebbe potuto fare,una storia per idee, prototipi, varianti, variazioni, ibridi, contaminazioni, interpretazioni d’arte, errori”,spiega Patrizia Moroso, art director dell’azienda friulana e protagonista, insieme al fratello Roberto, della trasformazione che a partire dagli anni ’80 porta l’azienda a diventare leader dell’ haute couturedel design internazionale.

 

 

 

 

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