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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Luka Širok e “l’art brut”

Luka Širok e “l’art brut”

Trieste – S’inaugura venerdì 24 maggio alle ore 18 la mostra di Luka Širok, allo spazio espositivo Gary Lee Studio, in androna campo Marzio 9/c  

Le dieci tele di grandi dimensioni, illustrano il lavoro di Luka Širok, classe 1982, che poggia su due pilastri inconfutabili. Il primo è che il collage sia la tecnica più rivoluzionaria messa in campo nel corso del Novecento: una tecnica che ha dato vita a multiformi esperienze materiche: dai primi vagiti cubisti fino ai rilievi e agli assemblaggi di stampo “popular”; il secondo si richiama alla poetica dell’art brut ovvero alla poetica dell’inglobamento che rende plausibile l’uso di qualsiasi segno e di qualsiasi accostamento. Usando questo secondo punto di vista, l’uniformità del linguaggio è venuta a cadere, per favorire piuttosto una parità dei linguaggi.

Questa specie di onda stratificata è la cifra stilistica di questo autore, tanto da divenire la sua più significativa e passionale adesione al mondo contemporaneo. È ovvio che siamo in presenza di una pittura della passione e non della ragione: non illuministica descrizione del mondo ma partecipazione sentimentale. Qui siamo di fronte a una pittura che parte dall’istinto e si muove lungo il canale del segno, un segno talvolta sofferente, deformato, conglobato all’interno di altri segni. Per dirla con le parole di Kristian Sturi: “Le tele appaiono come mappe dove è possibile scorgere ogni ripensamento, e dove ogni singola ricerca affiora tramite la pittura di uno scorrimento di segni e rilievi”.

La mostra, curata dall’Associazione Juliet, chiuderà il 10 agosto, orario di visita: da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle 17.00. Ulteriori info: 340 7991011.

 

“Econtemporary” per promuovere creatività a 360°

“Econtemporary” per promuovere creatività a 360°

Trieste - Sarà l'artista umbro David Pompili con la sua mostra dal titolo “Path to the the Future” che avrà  il compito di inaugurare oggi sabato 18 maggio alle ore 19.30 il nuovo spazio espositivo Econtemporary in via Crispi, 28 ­ a Trieste. Abbiamo chiesto ad Elena Cantori, curatrice della mostra e dello spazio espositivo di condividere con noi alcune curiosità.

Cosa rappresenta per te l'inaugurazione di Econtemporary?

Questo spazio è un passo importante sotto tantissimi punti di vista. Prima di tutto è un sogno che si realizza, non è un traguardo ma un proseguo del percorso fatto sino ad ora. Allo stesso tempo sarà un percorso faticoso soprattutto in un momento delicato come questo, ma ritengo che sia meglio muoversi che stare fermi ed è proprio nei momenti critici che gli artisti riescono ad esprimere concetti interessanti e innovativi.
 

Quali intenti vuoi perseguire?
Gli obiettivi principali sono di promuovere creatività a 360° passando dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al design..... inoltre vorrei dare l’opportunità di creare nuove sinergie tra artisti, collezionisti e fruitori d’arte e soprattutto far apprezzare e godere dell’arte anche coloro che hanno poca esperienza o poca conoscenza sviluppata in questo settore, ma che per curiosità e sensibilità personale sono attratti dal mondo dell’arte e della creatività

Un altro per la città di Trieste. Non siete in troppi?
Trieste è una città che per la grande cultura di cui è intessuta ha proporzionalmente pochi spazi espositivi e pochi dedicati all'arte e alla creatività contemporanea nel vero senso del termine.
Valore aggiunto nella tua galleria o della tua galleria se ci consenti?
Saranno gli artisti e gli eventi culturali in programma a dare il valore aggiunto.

Questa mostra antologica dell’artista David Pompili, evidenzia quello che è stato il suo percorso e soprattutto la sua evoluzione artistica. Le sue opere in tecnica mista e collage, con un richiamo sia alla pop art che alla tecnica dei writers e della street art, nascono però dallo studio di quella corrente dei cartellonisti di un tempo che davano una direzione dell'estetica mutuando uno spirito innovativo e un vocabolario sintetico. “La sua costante è la denuncia sociale che riprende anche nella veste grafica e richiama una produzione minore e povera, ma di grande diffusione negli anni della contestazione, di cui qualche eco sembra vedersi anche nelle colature cromatiche. Vi si rappresenta un mondo imperfetto, i cui piani comunicativi si confondono e si frammentano nella sovrapposizione fra messaggi pubblicitari, immagini e graffiti. Fusione di culture e controculture, la comunicazione moderna accetta la contraddizione e mistifica il dramma dell’ingiustizia e della violenza che invade anche il mondo della provincia e non risparmia i più deboli”.

A rafforzare sia la tematica della mostra che dello spazio espositivo ci sarà la partecipazione straordinaria di ArsMusiva/ by Elena Gentili. La peculiarità della designer umbra è la rivalutazione dell'antica tecnica decorativa del mosaico e la riproduzione in chiave moderna di monili unici nel loro genere che prendono ad ispirazione i più grandi ed importanti pittori che hanno lasciato un'indelebile impronta nell'arte figurativa ed astratta ....e per l'occasione interpreta David Pompili con quattro monili creati per l'occasione ed ispirati ad alcune tele esposte a Trieste. 

La mostra sarà visitabile sino al 29 giugno 2013 dal giovedì al sabato dalle ore 17 alle ore 20 e gli altri giorni su appuntamento.

 

Inaugurata a Illegio la mostra di arte sacra "Il cammino di Pietro"

Inaugurata a Illegio la mostra di arte sacra

Udine - È stata inaugurata a Illegio (Ud) domenica 12 maggio, alla presenza del Nunzio Apostolico in Siria, Arcivescovo Mons. Mario Zenari, la mostra “Il Cammino di Pietro”.   

L'esposizione d'arte sacra era rimasta aperta a Roma a partire dallo scorso febbraio, ed ora giunge in Friuli Venezia Giulia. “Il Cammino di Pietro” ripercorre in una quarantina di dipinti di tutte le epoche la vicenda dell'apostolo Pietro, “il pescatore di uomini”.

La mostra, dopo tre mesi di esposizione a Castel Sant'Angelo – dove è stata ammirata da 230.000 visitatori – , si sposta in Carnia alla Casa delle Esposizioni di Illegio (Udine), che la ospita dal 12 maggio al 6 ottobre.

La mostra, rispetto alla versione esposta a Roma, si arricchisce di 14 opere nuove, ben più di quelle inizialmente disponibili per il prolungamento friulano dell’esposizione.

“Il Cammino di Pietro” è la mostra ufficiale dell'Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI con la sua Lettera Apostolica Porta fidei, che ha avuto inizio con il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962) e con il concomitante ventesimo anniversario della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) .

Realizzata dal Comitato di San Floriano di Illegio, incaricato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione – il soggetto della Santa Sede che ha la regia dei principali eventi dell’Anno della Fede destinati alla Chiesa universale –, la mostra, curata da don Alessio Geretti, è realizzata con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività culturali.

“Il Cammino di Pietro”, prima ancora che un percorso d’arte, è un viaggio della mente e del cuore che avvolge credenti e non credenti in una rappresentazione drammatica di cosa sia la fede. La fede non viene definita, non viene dichiarata attraverso concetti, ma è descritta attraverso la vita dell'apostolo Pietro, protagonista di un cammino di fede fatto di passioni e intuizioni, di momenti di fatica e crisi, di lacrime di dolore e lacrime di gioia, di gesti azzardati e gesti eroici. Pietro è il testimone più decisivo al mondo per la fede dei cristiani, ma è anche l’emblema della fatica sperimentata dall’uomo nel credere, nell’abbandonarsi fiduciosamente al rapporto con Dio.

Quaranta opere, da Oriente e Occidente, che percorrono la storia della cristianità dal IV fino al XX secolo: dipinti e sculture di artisti d’eccezione quali Lorenzo Veneziano, Benvenuto Tisi detto il Garofalo, Gerrit van Honthorst, il Guercino, Simon Vouet, Battista Caracciolo, Dirk Van Baburen, Mattia Preti, Vasilij Dmitrievic Polenov, Eugéne Burnand. Tra le opere in esposizione, diversi inediti che saranno di particolare interesse per gli storici dell’arte.

Dal punto di vista strettamente artistico, la mostra si pone l’obiettivo di confrontare le principali iconografie della figura di Pietro, nell’accostamento di stili, scuole e autori provenienti da tutta Europa, raccontando l'evoluzione dei linguaggi artistici e simbolici dedicati alla narrazione agiografica esemplare della fede del principe degli Apostoli. Opere che catturano il visitatore e lo rendono protagonista insieme all'apostolo Pietro del suo percorso interiore.

L'esposizione si snoda così attraverso i diversi momenti che definiscono ciascuno una specifica “figura della fede”, un aspetto cioè dell’atto del credere: incontro, stupore, resistenza, crisi e rinascita, missione, fraternità, abbandono in Dio, somiglianza. Il percorso è quindi una meditazione teologica e artistica insieme: presenta la fede anzitutto nella vocazione degli apostoli come risposta incantata a un incontro, alla provocazione di Dio che, nella partita con l’uomo, gioca la prima mossa.

Ma la fede è anche sconcerto e spaesamento all’impatto con il lato inedito di Cristo, che sconvolge le sicurezze e le miserie dell’uomo, mettendolo in difficoltà. Nel cammino di fede si passa poi per la notte, la crisi totale e le lacrime per raggiungere la rinascita e divenire creature nuove.

L’approdo del percorso – quello della fede e della vita di Pietro, quello delle opere d’arte in mostra – è molteplice: il calore di una nuova fraternità, alla quale la fede introduce, il vigore di una appassionata missione, la serenità di un abbandono alla divina Provvidenza, il miracolo della trasformazione dell’uomo in un “capolavoro di Dio”.

La mostra si concentra nel brivido trasmesso dallo sguardo dell’Apostolo, ancora incredulo e tuttavia già credente, che corre al sepolcro vuoto del Risorto, con un cielo squarciato dai bagliori dell’alba post‐impressionista infiammata sulla tela da Eugéne Burnand.

Accanto alla mostra, nei prossimi mesi, verranno proposti eventi culturali e spirituali collegati, a costituire un “cammino delle arti” di teatro e danza e un “cammino della ragione”, momento di riflessione con la partecipazione del cardinale Camillo Ruini.

Il Comitato di San Floriano quest’anno ha ritenuto di proporre un’altra novità: una speciale promozione per le famiglie, proponendo un biglietto famiglia cumulativo quando si presentano i genitori accompagnati da uno o più figli (15 € totali).

La mostra “Il Cammino di Pietro” è realizzata con il sostegno del Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana e come espressione della pastorale della cultura dell’Arcidiocesi di Udine, con l’aiuto della Regione Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Udine, del Comune di Tolmezzo-Assessorato alla Cultura, della Camera di Commercio di Udine, della Fondazione Crup, della Banca di Cividale e della Fondazione Credito Valtellinese.

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