Cultura
Continua “Uno+ uno” all’Itis di Trieste fino al 30 novembre
- Dettagli
- Categoria: Arte
- Pubblicato Martedì, 01 Ottobre 2013 17:15
Trieste - Siamo andati a dialogare con Elisabetta Bacci, che insieme a Oliver Indri, espone le sue opere all’Itis di via Pascoli a Trieste. La data di chiusura della mostra è prevista per il 30 novembre. Si può visitare con i seguenti orari dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30. Per ulteriori info: 335 264611. La mostra è realizzata con il concorso dell’Associazione Juliet, e in collaborazione con Sara residence.
Ma chi è Elisabetta Bacci? La pittrice Bacci è nata a Trieste ma ho trascorso un terzo della sua vita in altri luoghi, a Londra per scelta, a Venezia per studio, a New York e Genova per vicende famigliari del tutto casuali. Difficile definire quindi un'appartenenza, del resto la sua produzione artistica rappresenta molto bene tutto questo.
Come s'incastra l’arte nella tua vita...?
L'arte è una dimensione fondamentale nella quale mi colloco mentalmente in modo importante. Non penso sia banale il fatto che io abbia una formazione eterogenea in questo senso, avendo approfondito la mia ricerca sul versante della creatività all'Accademia di Belle Arti di Genova e, sull'aspetto storico artistico all' Università di Trieste. Mi esprimo come artista e quando osservo la produzione artistica altrui, come critico.
Colore e forma caratterizzano i tuoi quadri in una ricorrenza costante, può sembrare identica... invece?
Invece non lo è. Ricorre però il metodo e l'approccio formale. Il colore, declinazione della luce e inesistente nella realtà oggettiva, anche se può essere considerato solo come percetto individuale, rimane certamente un elemento di notevole peso nella mia narrazione più come elemento psicologico sensoriale che come componente emotiva. Guardando i miei quadri si potrebbe pensare ad opere simili fra loro, io li ho concepiti invece, come parti di una unica grande opera. E' questo forse il modo corretto di considerare questa produzione.
Le tele dove dipingi sono sempre quadrate perchè?
Per anni sono stata indifferente al formato delle tele, poi ho iniziato ad avere una forte attrazione per il quadrato, questa simmetria che mi riconduce ad un centro senza essere concentrica rappresenta una visione meditativa e non descrittiva, basti pensare ai mandala. E' interessante considerare che i mandala ci ricordano l'impermanenza di tutte le cose, il quadrato invece, nella nostra civiltà, inconsciamente ci indica l'inquadramento, la “quadratura del cerchio”, forse una gabbia. Per ciò che mi riguarda, il quadrato è una forma intrigante che stimola domande generatrici d’innumerevoli risposte.
In questa tua mostra i quadri sembrano rappresentare un ciclo, sbaglio?
Si, è un ciclo che iniziato due anni fa e si conclude con questa mostra. Ora sto pensando di sviluppare un progetto di public art, della quale mi sono già occupata in passato, perché mi permette di considerare aspetti della vita legati al sociale. Nei quadri libero l' interiorità , con la public art invece posso muovermi in relazione con gli altri e con il “fuori”. Lo sguardo e l'attenzione diretti a due dimensioni diverse e complementari sono comunque segnati dallo stesso orientamento ideale.
Luoghi o non luoghi del tuo sentire, ci racconti qualcosa di più?
Ci sono dei luoghi che riescono a farmi sentire uno struggimento strano misto ad un sentimento di nostalgia, in genere sono caratterizzati da raggi del sole obliqui oppure da un crepuscolo bianco, come a Londra alle 21.45 di un luglio qualsiasi, c'è anche però il luogo dell'eccitamento intellettuale che fa pulsare il cuore e ti rapisce la mente come di fronte al rosa di un Cosme Tura o alla perfezione seriale degli Stacks di Donald Judd. Il luogo, nel mio modo di sentire, è anche una situazione della mia mente che mi accompagna nei miei viaggi e dialoga a volte con ciò che mi circonda.
Quando un profano spettatore guarda un tuo quadro cosa vorresti cogliesse?
Mi farebbe felice vedere una persona che guardando il quadro, sentisse muovere quel qualcosa d’indefinibile dentro di sè che genera un grande punto di domanda. Siamo sommersi da risposte e pseudo verità delle quali molti si adoperano per convincerci, forse cogliere le dissonanze ci renderebbe più liberi. E' il dubbio che ci fa crescere e ci rende critici. Mi piace creare uno spazio visivo dove ognuno può cercare e forse trovare qualcosa.
Per te dipingere è …?
Potrei descrivere la sensazione come una sorta di orgasmo cerebrale.
Giochiamo un po'... più eterica o esoterica la tua pittura? Personalmente, preferirei non giudicare la mia pittura, ma giocando si potrebbe dire che se è vero che l'opera si completa nello sguardo del fruitore, è lecito pensare che chi guarda, rileva aspetti che sono prioritari da un punto di vista personale e molto personale è la formazione di chi guarda. L'aspetto esoterico è quello che mi caratterizza maggiormente se messo in relazione alla necessità di avere delle chiavi di lettura, dunque vedo un legame con la fatica della mente. L'aspetto eterico può aggiungere qualità estetica e spirituale, anche se non in senso religioso naturalmente. Il mio rapporto con l'arte è sostanzialmente di natura intellettuale ma la mia parte spirituale sfugge al mio controllo e si manifesta talvolta nel mio linguaggio.
Ultima domanda il tuo rapporto con l' arte contemporanea?
Quotidiano, ci penso costantemente quindi è un rapporto importante. Ritengo però che non ci sia una cesura assoluta tra l'arte del presente e quella del passato, è questo continuum che ci fa capire il senso totale delle cose. Mi concentro sul contemporaneo e vivo in questo contesto ma ho sempre pensato che la mia cultura visiva non possa essere ridotta allo spazio temporale di cento anni.
Inaugurata la mostra "Mira Cuba" sulla grafica cubana dal 1959 ad oggi
- Dettagli
- Categoria: Arte
- Pubblicato Martedì, 01 Ottobre 2013 11:55
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Pordenone - È stata inaugurata il 28 settembre e resterà aperta fino al 12 gennaio del prossimo anno la mostra proposta dal Comune di Pordenone negli Spazi Espositivi di via Bertossi.
Si tratta della più importante esposizione sino ad oggi allestita in Italia sulla Grafica Cubana negli anni che seguirono la Rivoluzione castrista, ovvero dal 1959 ad oggi.
La lotta contro il Generale Batista, che aveva avuto inizio con l'assalto alla Caserma Moncada il 26 luglio del 1953, si concluse il primo gennaio del 1959 con la fuga del Generale da Cuba, mentre Santa Clara e Santiago di Cuba erano prese dalla milizia popolare guidata da Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara. Questo il quadro storico.
L’esposizione pordenonese ¡Mira Cuba! riunisce ben 220 tra manifesti e bozzetti originali, con numerosi esemplari considerati unici ed altri presenti in collezioni pubbliche e private europee e americane.
Documenta una delle stagioni più originali della grafica del Novecento, prodotto di una enclave unica al mondo per clima, caratteristiche e situazione.
In quegli anni tutti i messaggi dovevano concorrere a rafforzare l’ adesione popolare al nuovo ideale rivoluzionario. Alcuni lo facevano in forma diretta ma molti altri, altrettanto
efficacemente, in modo indiretto, trasmettendo positività, gioia, colore in un momento oggettivamente non facile per l’isola caraibica isolata nel contesto internazionale.
La grande mancanza di mezzi economici, lungi dal deprimerli, sembrava stimolare gli artisti, o meglio i grafici di tutte le generazioni verso una creatività effervescente e innovativa. Che, pur nel reale isolamento, riuscì comunque a catturare ed elaborare originalmente spunti, fermenti, idee dalla vicina America ma anche dall’Europa.
Ciò che ha prodotto questo Laboratorio Cubano della Grafica è davvero stupefacente per varietà, colori, forza emozionale e iconografica, come la mostra pordenonese documenta e trasmette.
Importantissima la sezione dedicata alla cinematografia cubana, dai meravigliosi manifesti del film di Chaplin ai grandi classici del cinema italiano.
Tanti i pezzi unici in esposizione, come il manifesto per il film "Harakiri" del regista Masaki Kobayashi firmato da Antonio Fernandez Reborio nel ’64. E questo solo uno dei tanti.
Certo non mancano gli omaggi alle Icone: quella del Lider Maximo, ovviamente, ma anche quella del Che. Ma il Cartel Cubano è molto di più: il manifesto, qui più che altrove, riesce ad interpretare e proporre l’anima profonda di un popolo, in un’ isola multiculturale e multietnica.
Si percepisce chiaramente come dietro a ogni manifesto ci sia una storia, un aneddoto, un racconto di vita, a proporre un’ immagine di Cuba mediata dal grafico, ma aderente alla sensibilità e all’emozione di chi quel manifesto guarda e decritta. Oggi è il visitatore della mostra, ieri era il cittadino e patriota cubano, chiamato ad essere protagonista di una grande, difficile epopea.
La mostra allinea i capolavori di un’epoca di comunicazione, le opere più significative di tutti i grandi grafici di quei decenni, nomi ormai parte di un mito.
Qui saranno riunite, per la prima volta, le testimonianze dirette dei grafici superstiti di quella grande stagione.
Diversi i filoni presenti in mostra. La celebrazione politica, innanzitutto. Ma anche i grandi temi e le realizzazioni sociali, dalla riforma sanitaria a quella agraria, alle campagne per l’educazione estesa a tutti. Poi la comunicazione culturale, verso la quale Castro mostrò ampio interesse, e in particolare il cinema: straordinaria la sequenza di affiches (e di bozzetti) per i film o per le manifestazioni di e sul cinema.
Il linguaggio creativo e figurativo è sempre espresso con grande libertà e autonomia e con l’efficacia consentita dalle tecniche serigrafiche e litografiche utilizzate per la stampa.
Il Cartel Cubano, e lo si percepisce bene in mostra, sa svincolarsi dalla pura funzione promozionale “di prodotto” per raccontare, attraverso filoni apparentemente diversissimi, l’idea e l’ideale di una nazione.
Informazioni ed orari:
Percorsi assistiti con prenotazione per scuole e gruppi (min. 10, max 25 persone) in collaborazione con l’Associazione Amici della Cultura. Info: 348 4107282
Attività didattiche laboratoriali per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado a cura dello Studio Associato Eupolis (Progetti MUSÈ 2013-2014).
Info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.eupolis.info
Orari di apertura: da martedì a sabato: 15.30/19.30; domenica: 10.00/13.00 - 15.30/19.30
Informazioni e prenotazioni: Tel: +39-0434-392916 - 918
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Sito: www.artemodernapordenone.it
Catalogo Silvana Editoriale
“Il gruppo78 per la Barcolana” mostra d’arte che raccoglie trenta suoi artisti
- Dettagli
- Categoria: Arte
- Pubblicato Mercoledì, 25 Settembre 2013 18:03
Trieste – S’inaugura domani giovedì 26 settembre alle ore 18.30 allo spazio Luisi Art&SPpace, in via S. Nicolò, 4 al II° piano a Trieste, la mostra “Il gruppo78 per la Barcolana” in occasione della grande regata internazionale, conosciuta in tutto il mondo. La storica associazione Gruppo78, che da sempre persegue l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea, ha pensato di unirsi alla generale festa cittadina con una mostra che raccoglie una trentina dei suoi artisti. Nel contempo celebra anche i suoi 35 anni di attività proponendo le più disparate espressioni, dalla pittura all’incisione, alla scultura, fotografia, installazioni, video-art, performance, in una multimedialità linguistica che da sempre la contraddistingue. Come è accaduto in Messico, con la grande mostra itinerante, allestita appunto nell’ottica di una sua celebrazione, in omaggio alla sua vitalità e continuità.
Espongono gli artisti: Lara Baracetti, Serena Bellini, Isabel Carafi, Florentia Corsani, Paolo Cervi Kervischer, Pierpaolo Ciana, Roberta Cianciola, Manolo Cocho, Cecilia Donaggio, Luciana Esqueda, Francesco Demundo, Fabiola Faidiga, Guillermo Giampietro, Lucia Krasovec Lucas, Cristina Lombardo, Ivana Maksimovic, Nadja Moncheri, Lucio Perini, Giordano Rizzardi, Paola Pisani, Elisabetta Porro, Massimo Premuda, Sonia Squillaci, Erika Stocker Micheli, Paola Vattovani, Gian Carlo Venuto, Femi Vilardo, Elisa Vladilo, Alice Zen, Elisa Zurlo.
L’11 ottobre avrà luogo una performance dell’artista Cecilia Donaggio con la collaborazione della performer Lara Baracetti e ElisabettaPorro, dal titolo “Marenero”. E’ un lavoro di natura ecologica, con la comparsa in galleria di reali rifiuti recuperati dal mare. Il tema è il degrado e la violenza, sia quella perpetrato contro la natura che quella contro le donne. Il mare e la donna che, simbolicamente, rappresentano la vita – sottolinea l’artista -sembrano le vittime elette da un’umanità che non riesce a fare a meno di autodistruggersi
La mostra resterà aperta fino al 15 ottobre con orario : feriali 17.00/19.00. Festivi chiuso.
Altri articoli...
- Pordenone, "¡Mira Cuba!", l’arte del manifesto cubano dal 1959
- Giovanni Pulze e i suoi “Angeli” nella sede della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano a Trieste
- “People” di Carlo Piemonti domani l’inaugurazione nella sede dell’Impresa sociale Ad Formandum
- A “Luisi Art & Space”: autori a confronto
- Sergio Mori al Twins Club 2.0 Art & Gym di Trieste
- Sergio Mori al Twins Club 2.0 Art & Gym di Trieste
- Conversazioni d’arte con Francesco Grazioli alla Trart ogni primo giovedì del mese
- “Luce prigioniera”, tredici incursioni fotografiche di Cristina Coral interpretano i testi della Cargnello