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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

A Marco Simonit il Premio Giacomo Casanova 2016

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Il Premio Giacomo Casanova 2016 è stato assegnato a Marco Simonit, il potatore rock, che ha portato nel mondo il “saper fare” del Friuli Venezia Giulia e ha radicalmente innovato, e dato nuova autorevole professionalità, ad un mestiere fino a poco tempo fa ritenuto umile. Simonit ha ricevuto il premio nel corso di un elegante serata en plein air nella suggestiva cornice del parco secolare del Castello di Spessa di Capriva del Friuli.
 
Promosso dall’Associazione culturale Amici di Giacomo Casanova, dall’Azienda Castello di Spessa e dalla Banca Popolare di Cividale, il Premio Giacomo Casanova - giunto alla sua quattordicesima edizione – dopo aver spaziato fra letteratura, cinema, teatro, dallo scorso anno, quando era stato assegnato a Giannola Nonino, vuole essere un omaggio al Friuli Venezia Giulia, terra di confine dalla straordinaria complessità, e a personaggi che ne hanno portato nel mondo l’immagine e i valori.
 
Proprio quello che ha fatto Marco Simonit, goriziano, una passione per la vite coltivata fin da ragazzo, Oscar del Vino 2012 come Miglior Agronomo Viticoltore. Simonit è l’ideatore insieme all’amico e socio Pierpaolo Sirch del Metodo di potatura ramificata Simonit&Sirch, che ha codificato le corrette regole di potatura della vite ed è applicato in molte delle più importanti aziende vinicole mondiali. Famiglia d’origine contadina, per 10 anni è stato agronomo del Consorzio vini Collio. Oggi guida il team dei Preparatori d’Uva, l’unico gruppo strutturato a livello internazionale nel settore della formazione del personale addetto alla potatura manuale dei vigneti, consulente di oltre 130 prestigiose aziende fra Europa, Stati Uniti, Argentina, Sudafrica, fra cui i leggendari Château d’Yquem, Château La Tour, Moët&Chandon, Roederer. In questi anni, con il suo team, ha creato una nuova figura professionale, quella del “Tutor di potatura”: potatori ad alta formazione e specializzazione che sono in grado di affiancare, e formare, in vigna il personale delle aziende di tutto il mondo, da cui sono richiestissimi. Nel 2009 ha ideato la Scuola Italiana di Potatura della Vite, un centro di formazione permanente in partnership con importanti centri di ricerca, unico nel suo genere a livello internazionale, con 15 sedi nelle principali regioni vinicole italiane. Recentissimo progetto di grande respiro internazionale in cui è stato impegnato è la creazione del primo e unico Diploma universitario di Potatura e scelta germogli al mondo, che partirà a Bordeaux nell’autunno 2016. Il corso è promosso dall’ ISVV – Institut des Sciences de la Vigne et du Vin de l'Université de Bordeaux in collaborazione con Simonit&Sirch - Maîtres Tailleurs de Vigne, filiale francese della società che ha creato, oltre 20 anni fa, in Friuli.
 
A premiare Marco Simonit sono stati il presidente del Consiglio Regionale Franco Iacop, con il proprietario del Castello Loretto Pali e Andrea Stedile vice presidente della Banca Popolare di Cividale che, con l'Azienda vinicola Castello di Spessa, sostiene fin dalle prima edizione il premio intitolato a Giacomo Casanova, illustre ospite del maniero, che ne apprezzò grandemente i vini, definendoli di “qualità eccellente”. In ricordo di ciò, gli è stato dedicato uno dei grandi vini prodotti oggi dalla cantina del castello, un importante Pinot Nero. E proprio con una Jeroboan di Pinot Nero Casanova è stata simbolicamente premiato Marco Simonit, che ha quindi piacevolmente conversato con il Doctor Wine Daniele Cernilli, conduttore di un informale talk show in omaggio al Friuli, al Collio ed ai suoi vini, a cui hanno preso parte Stefania Annese giornalista del Gambero Rosso e redattrice della Guida Vini, Richard Baudains giornalista di Decanter, Enrico Paternoster, fra i più noti enologi italiani, che da quest’anno firma i vini del Castello di Spessa.
 
La serata è stata aperta dal concerto “Il Segreto di Casanova”, Galleria musicale di Volti femminili, su testi di Gianni Gori con il Coordinamento artistico Manuela Marussi. Attraverso la voce narrante dello stesso Giacomo Casanova, impersonato dall’attore Enrico Cavallero, si sono inanellati i ritratti delle più celebri donne dell’opera. Applauditi interpreti i soprani Francesca Moretti e Ondina Altran, il mezzosoprano Silvia Bonesso e il tenore Francesco Cortese, che sono stati accompagnati dall’Insieme Vocale Le Pleiadi e dal pianoforte di Gianni del Zotto.
 
Per informazioni - Castello di Spessa
Tel/Fax: + 39 0481.808124 – www.castellodispessa.it – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Consegnati al “Rossetti” i premi Luchetta 2016. Al centro storie di bambini in fuga

Consegnati al “Rossetti” i premi Luchetta 2016. Al centro storie di bambini in fuga

Trieste - Sono stati consegnati giovedì 30 giugno al Politeama Rossetti di Trieste, durante la serata "I nostri angeli", i premi giornalistici della Fondazione Luchetta, incentrati quest’anno sui bambini che fuggono dai teatri di guerra.

Ospiti anche i genitori di Giulio Regeni alla cui memoria è stato assegnato il premio speciale Luchetta.

A Claudio e Paola Regeni il pubblico ha tributato un lungo applauso, in piedi. Claudio Regeni ha voluto ringraziare i numerosi amici di Giulio presenti alla cerimonia: il giovane aveva frequentato il liceo classico triestino “Petrarca”.

Paola Regeni ha sottolineato la ricerca di dialogo che scaturisce dalla vicenda di suo figlio, che ha innescato una forte azione civile di richiesta di verità non solo in Friuli Venezia Giulia ma in tutta Italia: “Giulio voleva capire le cose e noi vogliamo capire cosa e perché è successo a Giulio” ha detto la signora Paola.

Gli altri premi sono stati vinti per la sezione TV News da BBC News con un servizio firmato da Fergal Keane sulla storia di una bimba siriana in sedia a rotelle, riuscita a fuggire dal suo Paese. Il premio è stato ritirato dal produttore Nicholas Springate: Keane si trova tuttora in servizio.

Per la sezione reportage sono state premiate Cristina Mastrandrea e Floriana Bulfon di Espresso.it per un servizio diffuso da RaiNews24 e La7 sui minori in fuga senza famiglia, che a Roma vivono nei sotterranei.

Per la stampa italiana è stato premiato il giornalista di Repubblica Pietro Del Re, con la storia di Abdul, sbarcato a Kos dall'Afghanistan dopo quattro mesi di esodo.

Per la stampa internazionale ha vinto Katrin Bennhold del New York Times, con la storia del piccolo Reza Mohammadi che ha perso i genitori in una foresta nel passaggio tra Macedonia e Serbia.

Per la fotografia è stato premiato Gjorgji Lichovski dell’European Pressphoto Agency con la fotografia del bimbo che consola suo padre disperato durante una protesta dei migranti dal Pakistan e Marocco a causa della chiusura del confine fra Grecia e Macedonia. La foto è stata pubblicata su The Huffington Post. Ha ritirato il premio la presidente EPA, Maria Mann.

Nella galleria di foto: Katrin Bennhold, Pietro Del Re, Ezio Mauro e le colleghe Cristina Mastrandrea e Floriana Bulfon.

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Al Rossetti sono state proiettate alcune sequenze dei reportage che hanno rivelato il drammatico percorso dei piccoli profughi. La storia di Noujain, ragazzina siriana che, in sedia a rotelle, tenta di raggiungere suo fratello in Germania, è “motivo di ispirazione” ed emblema del desiderio profondo di una vita migliore. Noujain dopo un viaggio di migliaia di km è rimasta bloccata in un centro di detenzione in Slovenia ma non si è mai persa d’animo. Non ha frequentato mai la scuola ma ha imparato l’inglese guardando in televisione in Siria i telefilm americani. Al reporter ha raccontato di voler studiare e ha manifestato il desiderio di incontrare la regina d’Inghilterra.

Cristina Mastrandrea e Floriana Bulfon hanno curato un’inchiesta in più puntate sui minori non accompagnati in Italia. A Roma, sono riuscite ad avvicinare dei ragazzini che, scappati da case famiglia evidentemente inadeguate ai loro bisogni, si sono rifugiati nel sottosuolo. In particolare uno di loro, Abdul, ha raccontato una storia di tentato abuso sessuale da parte di un cittadino statunitense permettendo l’intervento della Polizia.

Purtroppo il servizio ha fatto emergere un vuoto normativo in questo delicatissimo settore: per la legge, la denuncia di abuso per un minore dagli 11 ai 14 anni va effettuata da un genitore o tutore per essere valida.

Il pedofilo quindi è stato rimpatriato senza alcun capo d’imputazione. Tuttavia proprio grazie al lavoro delle giornaliste è stata già presentata una proposta di legge volta a modificare il quadro normativo.

Ezio Del Re ha raccontato di essere rimasto a Kos per circa un mese per raccogliere le storie dei migranti. Ha incontrato il piccolo Abdul su una panchina ed ha ascoltato la sua drammatica odissea: “il bambino, 13 anni circa la sua età, stanchissimo, denutrito, era felice: per lui l’obiettivo di raggiungere l’Europa era raggiunto” ha detto Del Re, manifestando poi alla platea il suo enorme rimorso per non aver regalato al ragazzo un cellulare.

Katrin Bennhold ha seguito, a Passau in Germania, la vicenda del più piccolo tra gli oltre 1000 minori non accompagnati approdati in quella città: un bimbo di 7 anni che “non aveva mai preso in mano un pastello ma nel centro di accoglienza ha disegnato le scene di terribile violenza a cui aveva assistito in patria”.

Sul palco, a commentare alcune foto-simbolo dell’esodo dei migranti, Ezio Mauro, già direttore di “Repubblica”, che ha vinto la V edizione del Premio FriulAdria Crédit Agricole Testimoni della Storia, promosso dal Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta su impulso di FriulAdria Crédit Agricole, d’intesa con i festival pordenonelegge ed èStoria.

“Per le Sue qualità di acuto e autorevole osservatore della società italiana  – recitano le motivazioni – e per le doti di equilibrio e correttezza con cui ha guidato per molti anni uno dei principali quotidiani del nostro Paese, portandolo a diventare un punto di riferimento nel mondo del giornalismo dentro e fuori i confini nazionali”.

Infine è andata a Radio1 Rai la seconda edizione del premio Unicef “I Nostri Angeli”, assegnato nell’ambito del premio giornalistico internazionale marco Luchetta.
 
Il riconoscimento è stato assegnato “per la grande attenzione che Radio1 Rai dedica ogni giorno alle tragiche vicende che coinvolgono i bambini di tutto il mondo. Per la sensibilità con la quale ha raccontato e racconta tutt’oggi le storie di chi soffre o non è in grado di far sentire la propria voce, in una prospettiva sempre attenta e rigorosa ai diritti degli innocenti e dei più deboli, spesso resi invisibili dall’indifferenza globale”.
 
È stata Elisabetta Canalis, Goodwill Ambassador di Unicef Italia, a consegnare il premio, insieme al presidente di Unicef Italia Giacomo Guerrera.

Fra gli ospiti, per alcuni intermezzi musicali, Enrico Ruggeri, il jazz singer Walter Ricci, noto per il duetto con Michael Bublè, e il tenore Piero Mazzocchetti.

 

E lucevan le stelle: Piccolo Festival FVG inaugura la sua stagione di concerti a Susans

E lucevan le stelle: Piccolo Festival FVG inaugura la sua stagione di concerti

La nona edizione di Piccolo Festival FVG si apre con il grande concerto per tre tenori “E lucevan le stelle” al Castello di Susans di Majano questa sera. Protagonisti di una serata da non perdere i tre tenori Luis Chapa, Domenico Menini e Renzo Zulian canteranno accompagnati dalla Mitteleuropa Orchestra diretta da Romolo Gessi per rendere omaggio al centenario della morte di Francesco Paolo Tosti (1846-1916), conosciuto in tutto il mondo per essere stato l'autore di celebri romanze da salotto o da camera.

Tra le sue oltre 500 romanze per canto e pianoforte, i cui testi furono scritti da poeti come Antonio Fogazzaro, Rocco Pagliara, Naborre Campanini e Gabriele D'Annunzio, ci sono brani tuttora molto eseguiti come “L'alba separa dalla luce l'ombra”, “A ‘vucchella” e “A Marechiare” ( su testo di Salvatore di Giacomo, divenuto un classico della canzone napoletana) che saranno in programma nel concerto a Susans. Le musiche saranno arie celebri e amatissime di Verdi, Puccini, Donizzetti, e il gran finale a tre voci con “Mattinata” di R. Leoncavallo, il “Nessun dorma di Turandot di G. Puccini e “O’ sole mio” di E. Di Capua. Originario del Messico, Luis Chapa ha studiato al Royal Northern College of Music di Manchester in Inghilterra.

Da diversi anni svolge un'intensa attività artistica focalizzata nel repertorio spinto e drammatico, in molti importanti teatri europei e americani con Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Tabarro, Turando, etc. Originario di Belluno, Domenico Menini ha studiato tra Italia e Spagna e ha cantato in tutto il mondo dalla Svizzera a Israele, dalla Francia alla Turchia: è stato inviato dal Ministero degli Esteri a Montevideo (Uruguay), Beirut (Libano), al Theater Bolshoi di Minsk (Bielorussia) e al Bolshoi Opera Theatre “Navoi” in Tashkent (Uzbekistan), al Teatro Antico di Plovdiv e all’Opera Nazionale di Sofia in Bulgaria e a Singapore. Nato a Venezia, Renzo Zulian si è esibito sui palcoscenici più prestigiosi del mondo lavorando con grandi maestri e registi nei grandi teatri italiani e a New York, Hong Kong, Stoccarda, Philadelphia, Macau, Pechino, Tokyo.

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