Pordenonese, trentenne si lancia sotto il treno e muore. Ferma la linea Venezia-Udine. Ora, è regolare
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- Pubblicato Giovedì, 28 Febbraio 2013 13:02
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Casarsa (Pn) - Un giovane dall'apparente eta' di trent'anni, non ancora identificato, si e' lanciato stamane, 28 febbraio, attorno alle dieci sotto un convoglio ferroviario della linea Venezia-Udine, a circa 500 metri dalla stazione di Casarsa della Delizia ed è morto sul colpo.
L'evento non ha avuto testimoni in quanto avvenuto in aperta campagna. Da allora la circolazione ferroviaria e' interrotta per permettere i rilievi da parte dell'Autorita' giudiziaria.
Ora, è tornata regolare la circolazione ferroviaria fra Pordenone e Casarsa, sulla linea Venezia-Udine, sospesa alle 9.50 per l'investimento mortale di una persona nei pressi della stazione di Casarsa. Nove i treni regionali coinvolti: quattro hanno registrato ritardi fra 20 e 50 minuti, 3 cancellati e 2 parzialmente cancellati fra Casarsa e Pordenone e sostituiti con bus.
Due incidenti in provincia di Pordenone e Udine: grave una ciclista, morto un anziano
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- Pubblicato Mercoledì, 27 Febbraio 2013 23:17
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Pordenone - Si trova in gravi condizioni all’ospedale Cattinara di Trieste una ciclista di 73 anni, residente a Malnisio, investita nel pomeriggio del 27 febbraio da un’auto sulla bretella di Ponte Giulio, in comune di Montereale Valcellina.
Sul posto i sanitari del 118, che dopo aver constatato la gravità delle condizioni della donna hanno chiamato l'elisoccorso.
Complesso l’accertamento dell’identità da parte della Polizia stradale, in quanto non aveva con sé documenti. È stato possibile risalire ai dati anagrafici soltanto dopo alcune ore, grazie alla segnalazione del convivente, preoccupato dal non veder rientrare a casa la donna.
È invece purtroppo deceduto Virginio Miotti, di 65 anni, che era stato investito il pomeriggio di ieri 26 febbraio da un'automobile mentre stava attraversando la Strada provinciale Osovana a Pagnacco (Udine), dove abitava.
Secondo una prima ricostruzione l'uomo, travolto da una Seat Ibiza che viaggiava in direzione di Colloredo, è stato sbalzato sulla corsia opposta, dove per evitarne il corpo si è innescato anche un tamponamento tra alcune auto. Trasportato all'ospedale di Udine, è morto per la gravità delle lesioni.
Pordenonese: dipendenti controllati a distanza, denunciati i datori di lavoro
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- Pubblicato Mercoledì, 27 Febbraio 2013 10:34
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Pordenone - I Carabinieri della Stazione di Casarsa della Delizia hanno denunciato a piede libero S.B., 34 anni, cittadino indiano, titolare dell’impresa di volantinaggio con il metodo porta a porta “N.S.B.” con sede in provincia di Treviso e S.O., 47 anni, titolare della ditta “S.B.B.” con sede in provincia di Venezia.
Quest' ultima, è incaricata della distribuzione di sofisticati sistemi GPS e software. I 2 si sono resi responsabili della violazione dello statuto dei lavoratori nella parte in cui vieta il controllo a distanza dei dipendenti (artt. 4 e 38 L. 300/1970) e delle norme che tutelano la privacy (D.Lgs. 196/2003). E’ il bilancio dell’operazione conclusa in questi giorni dagli uomini dell’Arma che ha permesso di mettere la parola fine ad un fenomeno sino ad ora unico nel suo genere in questa provincia e di sequestrare gli strumenti utilizzati dagli indagati.
L’attività d’indagine è stata avviata nello scorso autunno quando alcuni dipendenti indiani, provenienti dal vicino Veneto, sono stati identificati e controllati nell’atto di distribuire i volantini pubblicitari con il metodo porta a porta. Gli stranieri, trasportati nel comune di Casarsa e dintorni a bordo di un furgone, venivano poi lasciati nei centri abitati dove, a bordo di biciclette, provvedevano a recapitare i volantini nelle abitazioni. Ciò che, però, ha incuriosito gli uomini dell’Arma è stato uno strumento elettronico legato alla loro cintura, la cui finalità non era conosciuta neppure agli stessi lavoratori.
Un’osservazione più attenta ha permesso agli investigatori di capire che si trattava di un’apparecchiatura GPS con finalità di controllo a distanza del loro operato. Le testimonianze successivamente raccolte e l’esito delle diverse perquisizioni locali e domiciliari hanno consentito di confermare l’ipotesi accusatoria e di sequestrare ben otto apparecchi GPS oltre ad altra importante documentazione probatoria attestante il monitoraggio dei movimenti dei dipendenti, gli orari di lavoro ed i tragitti percorsi. Interessate, a riguardo, le Autorità Giudiziarie di Pordenone, Venezia e Treviso che hanno ravvisato evidenti responsabilità penali in capo agli imprenditori per la violazione di specifiche norme, il primo in qualità di datore di lavoro ed il secondo per aver fornito il materiale elettronico imposto ai lavoratori.
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