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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Il giallo di Pordenone: la coppia uccisa da una terza persona. Non si trova la pistola

Pordenone - Appare sempre più probabile l'ipotesi del duplice omicidio per la coppia trovata morta ieri sera, 17 marzo, nell'auto parcheggiata all'esterno del Palazzetto dello Sport di Pordenone.

Gli investigatori, infatti, non hanno trovato ancora l'arma che ha ucciso Trifone Ragone, 29 anni, di Monopoli (Bari), e la convivente Teresa Costanza, 30 anni, di Agrigento.

A colpire i due sono stati quattro colpi di pistola calibro 7,65: tre contro la donna e uno contro l'uomo. Questo aveva fatto pensare in un primo momento a un omicidio-suicidio. Ma il mancato ritrovamento dell'arma ha ribaltato ogni ipotesi della prima ora.

Questa, la cronaca della tragica serata pordenonese: si allena in palestra con i pesi, poi esce nel parcheggio e poco dopo viene trovato morto, assieme alla compagna, all'interno della loro vettura.

E' accaduto, attorno alle 20 di questa sera, di fronte al Palazzetto dello Sport di Pordenone. Ad accorgersi della presenza di due persone prive di vita, nell'abitacolo di un'utilitaria, è stato un istruttore di judo che, uscito a sua volta dalla palestra pochi istanti prima, ha notato il veicolo con il finestrino rotto e due giovani esanimi e in una pozza di sangue, con ferite d'arma da fuoco alla testa. Sul posto sono giunti dapprima i Vigili del fuoco del Comando provinciale, che si trova esattamente di fronte alla struttura sportiva: i primi vigili sono accorsi addirittura a piedi, richiamati dalle richieste di soccorso, ma constatato di non poter più fare nulla per gli occupanti del veicolo - una Suzuki Alto -, hanno atteso l'arrivo del 118 e dei Carabinieri.

La zona è stata immediatamente transennata per permettere i rilievi degli esperti della Scientifica. Sul posto anche il medico legale, inviato dalla Procura della Repubblica di Pordenone.

Gli inquirenti si sono stretti nel riserbo più assoluto: in un primo momento, era circolata la voce che accreditava la tragedia come un omicidio-suicidio, ma i successivi rilievi hanno tolto alcune certezze e taluni elementi non convincono gli investigatori, i quali non hanno affatto escluso che i due giovani possano essere stati freddati da una terza persona.

Saranno decisivi gli accertamenti nelle prossime ore e l'autopsia sulle vittime. Nel frattempo i Carabinieri - i quali non hanno chiarito se l'arma del delitto sia stata rinvenuta - stanno svolgendo indagini serrate e controllando le telecamere della videosorveglianza pubblica e privata della zona.

Le due persone morte sono Trifone Ragone, 29 anni, originario di Monopoli (Bari), Sottufficiale dell'Esercito in servizio al 132/o Reggimento Carri di Cordenons, che fa parte della Brigata Corazzata Ariete. Accanto a lui c'era la compagna Teresa Costanza, 30 anni, originaria di Agrigento, laureatasi alla Bocconi nel 2010 in Marketing Management ed ora dipendente delle Assicurazioni Generali.

La coppia, da quanto si è appreso, viveva a Pordenone da un paio d'anni. L'uomo era piuttosto noto negli ambienti della pesistica dove aveva ottenuto anche buoni risultati agonistici. Un paio d'anni fa, aveva anche vinto la selezione di Lignano (Udine) del concorso di 'Mister Friuli Venezia Giulia'.

 

 

 

Pordenone, un uomo e una donna trovati morti in un'automobile

Pordenone - Due persone sono state trovate morte all'interno di un'auto, una Suzuki Alto bianca, nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone, con ferite da arma da fuoco alla testa.

Sono un uomo di 29 anni e una donna di 28, entrambi di origini siciliane.

L'allarme è stato dato da un istruttore di judo che, uscendo dal palazzetto dello sport, ha notato l'auto con i vetri in frantumi e i due corpi all'interno.

Stando alle prime informazioni si tratterebbe di un omicidio-suicidio. L'uomo avrebbe sparato alla donna e poi si sarebbe tolto la vita.

Sul posto sono all'opera Carabinieri, Polizia e Vigili del fuoco.

L'imprenditore Dino Santin al 6° giorno di sciopero della fame contro la corruzione. Videointervista

L'imprenditore Dino Santin al 6° giorno di sciopero della fame contro la corruzione. Videointervista

Pordenone - Ha già 230 componenti il gruppo di "Facebook" "Io sto con Dino", che esprime solidarietà a Dino Vittorio Santin, imprenditore del legno che ha iniziato 6 giorni fa uno sciopero della fame per denunciare la corruzione, male principale dell'Italia. Santin aveva dovuto chiudere la sua attività a causa della crisi ed ha cercato invano un lavoro, ormai da quasi un decennio.

"La mia protesta - scrive Santin - è iniziata il giorno 11 marzo con uno sciopero della fame ad oltranza, alla quale chiunque condivida le motivazioni può aderire con un giorno di sciopero della fame presso il bivacco di Piazzale Ellero a Pordenone. Le motivazioni della protesta sono riassumibili in pochi punti: corruzione diffusa nella pubblica amministrazione che ci porta ad essere i primi in classifica del mondo occidentale (fonte Transparency 2014 - Il Fatto Quotidiano); inefficenza e spreco di denaro pubblico che sono all ordine del giorno da più di 30 anni; opere incompiute e cattedrali nel deserto, come il Mose a Venezia e il Ponte sullo Stretto".

Santin chiede "un decreto legge d’urgenza" che "punisca severamente la corruzione e la concussione, con certezza della pena, nessun beneficio di legge che possa dimezzarla o scontarla agli arresti domiciliari, confisca di tutti i beni a titolo di risarcimento per il danno arrecato all’immagine dell’Italia e di tutti i suoi cittadini".

Anche Ascom-Confcommercio lunedì 16 marzo, ha espresso la sua solidarietà all'ex mobiliere: “Esprimiamo la nostra piena solidarietà all’imprenditore Dino Santin che in pizza Ellero a Pordenone sta attuando a oltranza  uno sciopero della fame per una protesta politica contro la corruzione" ha affermato il presidente dell’Ascom-Confcommercio Imprese per l’Italia di Pordenone, Alberto Marchiori.

“Intendiamo essere vicini a Dino Santin in questo momento dello sciopero, delicato anche per tutti i problemi legati alla salute e alle condizioni meteorologiche con  cui è costretto a convivere, per mettere in luce il fenomeno della corruzione e della concussione”.

Qui la videointervista a Dino Vittorio Santin:



(Servizio e videointervista a cura di Maurizio Pertegato)

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Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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