L'imprenditore Marcello Di Finizio rinviato a giudizio dal tribunale vaticano
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- Pubblicato Sabato, 03 Gennaio 2015 15:45
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Roma - Il tribunale della Santa Sede ha deciso di rinviare a giudizio Marcello Di Finizio, l'imprenditore triestino salito sul timpano della Basilica di San Pietro lo scorso 21 dicembre; una protesta durata meno di 48 ore, che però ha ottenuto il risultato di far perdere definitivamente la pazienza alle autorità civili dello Stato della Città del Vaticano.
Il rinvio, ha riferito il vicedirettore della sala stampa vaticana padre Ciro Benedettini, verrà disposto nei prossimi giorni dal promotore di giustizia vaticano.
La decisione è stata presa a causa della reiterazione del reato: è la quinta volta che Di Finizio si arrampica su San Pietro, per attirare l'attenzione sulla propria vicenda, nonostante le numerose diffide della questura di Roma ad avvicinarsi alla capitale.
Non è la prima volta che Di Finizio ha a che fare con la giustizia vaticana. Già lo scorso aprile, al termine della quarta discesa sulla cupola, venne trattenuto per una notte in una cella della gendarmeria vaticana.
In quell’occasione ne fu convalidato l’arresto, seppure con la remissione in libertà. Il magistrato aveva intimato a Di Finizio di non avvicinarsi alla basilica papale: il divieto è però stato infranto dall'imprenditore lo scorso 21 dicembre.
Capodanno nelle carceri vaticane per l'imprenditore triestino Marcello Di Finizio
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- Pubblicato Lunedì, 29 Dicembre 2014 16:00
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Roma - Resta in cella in Vaticano Marcello Di Finizio, l'imprenditore triestino che il 21 dicembre scorso si è arrampicato sulla facciata della Basilica di San Pietro per protestare contro la normativa europea Bolkestein riguardante le concessioni demaniali nel settore balneare.
Il Promotore di Giustizia del Vaticano, Giampiero Milano, ha ritenuto, comunica una nota della Sala Stampa della Santa Sede, "di dover mantenere lo stato di detenzione a motivo dell'alta probabilità, dato anche il contesto festivo, di reiterazione del reato".
Di Finizio in due anni era salito ben 4 volte sulla Cupola di San Pietro. Il 21 dicembre scorso, la sua quinta volta, si era posizionato sul cornicione che sovrasta la Loggia delle Benedizioni.
Lo stesso Promotore di Giustizia invece ha disposto la "remissione in libertà" per l’attivista delle Femen dopo aver convalidato l’arresto, ma le ha intimato “il divieto di accesso nello Stato della Città del Vaticano, nella basilica e negli altri luoghi extraterritoriali”, come fa sapere padre Federico Lombardi, che ha incontrato la donna la mattina del 29 dicembre.
Tra le accuse a carico della Azhdanova, cittadina ucraina, c’erano l’esecuzione di atti osceni in luogo pubblico, insulti e furto. Un’ora dopo la benedizione Urbi et Orbi impartita dal Papa per il Natale la donna aveva stretto la statua al petto nudo e aveva gridato “Dio è donna”.
Si tratta del primo arresto di un’attivista in Vaticano. La Santa Sede, ha spiegato poi padre Lombardi, ha deciso di procedere con maggiore severità per due ragioni: la reiterazione del gesto – già il mese prima tre Femen avevano protestato in Vaticano contro la visita di Bergoglio al Parlamento Europeo – e palese volontà di offendere il sentimento religioso di altre persone.
Crollo del palco di Jovanotti: condannato a 3 anni l'ingegnere incaricato delle verifiche statiche
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- Pubblicato Lunedì, 22 Dicembre 2014 22:35
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Trieste - È stata emessa il 22 dicembre la sentanza di primo grado con rito abbreviato per l'ingegner Andrea Guglielmo, incaricato della verifica statica dell'impalcatura che crollò l'11 dicembre 2011 al Palarubini di Trieste, prima del concerto di Jovanotti, provocando la morte di un giovane lavoratore.
La sentenza prevede per Guglielmo tre anni di reclusione: un anno per disastro colposo e due anni per omicidio colposo e lesioni colpose.
Guglielmo è stato ritenuto responsabile di aver erroneamente valutato i cosiddetti carichi appesi sbagliando il calcolo del coefficiente di sicurezza. In pratica la struttura è collassata per un eccesso di carico.
L'avvocato difensore, Vittorio Fasce, ha annunciato il ricorso in appello, parlando di "processo estremamente complicato".
Si è chiusa intanto la posizione di Egidio Conte, amministratore della Stage System, morto qualche mese fa, mentre è stato fissato per il prossimo 9 marzo il dibattimento per il terzo indagato, Loris Tramontin, titolare della società Azalea Promotion, organizzatrice del concerto di Jovanotti. Tramontin non ha chiesto il rito alternativo e per lui il pm ha chiesto il rinvio a giudizio.
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