A Trieste dal Senegal per una storia di integrazione, sport e amore. Il ricordo di Mamadou Sy a quasi un anno dalla sua prematura scomparsa.
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- Pubblicato Sabato, 13 Giugno 2015 11:02
- Scritto da Tullia Calogiuri
TRIESTE - "Manchi! Manca la tua voce, il tuo sorriso, il tuo italiano perfetto ma strampalato, la tua camminata tronfia. Manca il tuo orgoglio, il tuo fare bambinesco, i tuoi abbracci, i tuoi consigli saggi e persino il tuo atteggiamento spavaldo per il quale a volte qualcuno ti chiedeva: " ma chi credi di essere?". E tu, candidamente, rispondevi: "IO-SONO-MAMADOU!".
Queste le parole di Federica Laboranti, che chiudono l'introduzione al libro dedicato al giovane atleta senegal-triestino Mamadou Sy, scomparso prematuramente il 24 luglio 2014 a ventisette anni.
Nella giornata di ieri 12 giugno 2015 si è svolta al centro studi Unicusano di via Fabio Severo 14/A la presentazione del libro '' Io sono Mamadou. Una storia di immigrazione, integrazione, amicizia e ring", scritto dal giornalista triestino Daniele Benvenuti e realizzato con la collaborazione degli amici e compagni atleti di Mamadou , del campione armeno-goriziano di muay thai Giorgio Petrosyan, di Federica Laboranti, di Stefania Ugo, della Associazione Mamadou Sy & S.S.D. Audace Edizioni e delle comunità senegalesi in Italia.
Non una biografia, nè un romanzo, nè un istant book, ma un vero e proprio tributo a Mamadou Sy, come spiega Daniele Benvenuti. La storia di un giovane costretto ad abbandonare il suo paese natio per aiutare la propria famiglia e a trasferirsi nella città italiana di Trieste. Partendo dal fondo come venditore di strada, è riuscito poi a sfondare a livello internazionale nel mondo della boxe a furia di ganci e montanti, e ad affermarsi nella sua nuova casa nel campo del volontariato, come un ragazzo generoso e sempre col sorriso.
Una storia di integrazione, di fatica ad inserirsi in una nuova realtà, di sport , di impegno a conquistare il proprio posto tra i titani della boxe e del muay thai, e di amore, affetto nei confronti della famiglia lontana e dei nuovi amici.
Daniele Benvenuti ha spiegato che il progetto si è concluso dopo circa un anno dalla scomparsa di Mamadou e che, non essendo amico intimo dell'atleta, questa esperienza gli ha dato la possibilità di scoprire un mondo nuovo, meraviglioso ed interessante, quello del Senegal. Ha poi riferito che nel libro ciascuna tappa della vita di Mamadou è accompagnata da una canzone scelta da lui stesso, la più importante tra tutte un brano degli ACDC, che il boxeur utilizzava per le sue entrate sul ring.
Inoltre, ha sottolineato l'importanza di questa storia, soprattutto in un momento storico difficile come questo, in cui il tema dell'immigrazione è così incalzante.
Alla presentazione, condotta da Daniele Benvenuti e Federica Laboranti, erano presenti, oltre ai compagni della palestra Audace dove Mamadou si allenava e insegnava l'arte del pugilato, diversi membri della comunità senegalese triestina e donne africane dell'associazione di volontari Mamadou Sy, le quali hanno fatto mostra di abiti e turbanti sgargianti tipici del loro paese.
L'evento si è concluso con l'emozionante intervento dell'attrice Chiara Hervatin la quale ha recitato, camminando tra il pubblico e penetrando gli occhi e i cuori di tutti, l'introduzione al libro, commuovendo i presenti e suscitando qualche lacrima anche tra i duri compagni e allievi pugili di Mamadou.
Per concludere al meglio l'evento, si è tenuto un rinfresco durante il quale sono state offerte specialità senegalesi.
Il ricavato ottenuto dalla vendita del libro sarà devoluto alla famiglia e all'associazione Mamadou SY promossa da Federica Laboranti, che si propone il fine di tutelare i diritti civili e accogliere gli stranieri in condizioni di svantaggio fisico, economico, sociale o familiare, ispirandosi ai principi di pari opportunità tra uomini e donne e al rispetto dei diritti inviolabili della persona.
(Tullia Calogiuri)
(In apertura la copertina del libro)
Bora a giugno. Se non c'è si inventa... (con galleria fotografica)
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- Pubblicato Venerdì, 05 Giugno 2015 16:29
- Scritto da Tullia Calogiuri
TRIESTE- Cosa risponderebbero i triestini, se un turista chiedesse qual è l'elemento fondamentale che caratterizza la città di Trieste? Forse la compresenza di mare e montagna? O il castello di Miramare? O ancora Piazza Unità?
Sì certo, sicuramente sono caratteristiche rilevanti che rendono Trieste la città che attualmente è, ma non sono queste a differenziarla dalle altre. L'elemento che, invece, rende unico e particolare il capoluogo giuliano è quel vento che imperversa in inverno con raffiche che raggiungono anche i 150/160 km/h, ossia la Bora.
Difatti, chi di noi non ha mai ritrovato il proprio motorino scaraventato a terra, l'ombrello rivoltato dai forti refoli, la biancheria - stesa poco prima - svolazzante nel cielo oppure le proprie mani aggrappate ad un palo per evitare di essere trascinati via dalle violenti raffiche?
A seguito dell'inaugurazione di ieri 4 giugno alla presenza del sindaco di Trieste Roberto Cosolini, oggi venerdì 5 giugno si è aperto al pubblico il progetto ideato da Rino Lombardi, curatore del Magazzino dei Venti e del Museo della Bora, per celebrare la madre di tutti i venti.
Infatti, dal 5 al 7 giugno si vedrà piazza della Borsa trasformata in piazza della Bora.
Intorno all'Igloo BoraBox, chiamato così per la sua forma, situato al centro della piazza, sono state installate innumerevoli girandole rosse, che ruotano con l'arrivo di ogni refolo e mostrano l'effetto del vento.
All'interno dell'Igloo, è possibile ammirare oggetti appartenenti all'Archivio e Museo della Bora, quali il primo barattolo di ''Bora in scatola'', libri dei più grandi scrittori dedicati alla Bora, modellini di mulini, e girandole, rampini, sassi, fotografie, grandi ventilatori che simulano le raffiche del vento e tanto altro ancora.
Inoltre, per sperimentare e comprendere la forza di questo vento, è possibile entrare nel BoraBox, una struttura in cui sono proiettati su tre grandi schermi video raccolti dalla Rai sulla Bora dinnanzi ad un'enorme ventola, e vivere così un'esperienza multisensoriale di immagini, suoni e refoli.
Oggi è stata inaugurata anche la Casa del Vento, una struttura aperta e leggera, con cappelli svolazzanti sul soffitto e circondata da girandole colorate, destinata ad ospitare incontri per le scuole, letture poetiche e incontri a sorpresa.
Pure Piazza Unità il 5 e il 6 giugno si tramuta nel Giardino delle Girandole, con centinaia di girandole rosse che decorano la piazza più importante ( e ventosa ) della città.
Inoltre, un programma molto ricco mira ad intrattenere grandi e piccini, triestini e non, nel corso delle tre giornate dal 5 al 7 giugno.
Nella giornata di oggi, sono previsti in piazza della Borsa alle ore 17.00 laboratori di vento per i ricreatori e alle ore 19.20 ''Comare che Pupkin!'', uno spettacolo di cabaret che prevede i famosi Pupkin alle prese con la Bora. A concludere, presso l'Auditorium del Museo Revoltella, alle ore 21.00 si terrà il concerto dell'Orchestra senza confini, evento gemellato '' le nuove rotte del jazz'', organizzato dal Circolo Controtempo.
La giornata di sabato 6 giugno:
- si aprirà alle ore 14.30 con l'incontro con Edoardo Borghetti, detto anche ''Edofly'', un eolico giramondo, con il quale si proverà a far volare le sue creazioni in Piazza Unità e sul Molo Audace.
-Alle ore 15.00 si terrà un ''Laboratorio di aquilioni'', durante il quale i bambini potranno imparare a costruire gli aquiloni sotto la guida di Edofly.
-A seguire, alle ore 17.20 si svolgerà il meeting con il meteorologo dell'Osmer FVG Sergio Nordio, il quale risponderà a domande e curiosità di treistini e stranieri.
-In conclusione, alle ore 18.20 ci sarà ''il raduno degli Ambasciatori Eolici'', i raccogitori del vento che hanno già donato più di 130 venti in scatola al Museo della Bora.
Per l'ultima giornata di domenica 7 giugno sono previsti, secondo lo stesso orario e la stessa location, i medesimi primi due eventi di sabato, che vedono come protagonista Edofly. A seguire
- alle ore 17.20 Borameters, per scoprire un nuovo ingegnoso misuratore della Bora.
- alle 18.20 sarà offerto l'Aperitivo eolico finale.
(Tullia Calogiuri)
In apertura: la "Casa del vento"
Di seguito la galleria fotografica del (e)vento
Coni FVG e Fondazione CRTrieste consegnano 39 defibrillatori agli impianti sportivi della provincia di Trieste
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- Pubblicato Venerdì, 29 Maggio 2015 13:09
- Scritto da ilfriuliveneziagiulia
Trentanove (39) impianti sportivi della provincia di Trieste da oggi disporranno di altrettanti defibrillatori automatici ad accesso pubblico acquistati dal CONI – Comitato regionale del Friuli Venezia Giulia grazie a un contributo della Fondazione CRTrieste con il quale sono stati acquistati 35 dispositivi e dell'Associazione Commercianti al dettaglio di Trieste per i restanti 4. I dispositivi salvavita saranno ubicati negli impianti che sono stati selezionati tenendo conto del rispettivo bacino di utenza, di eventuali presenze di polisportivi e cercando di dare una copertura omogenea sul territorio. Tra essi molti saranno destinati alle palestre di istituti scolastici. Un intervento che va a coprire la quasi totalità del fabbisogno che ha rilevato il CONI nella provincia di Trieste a seguito delle recenti disposizioni ministeriali in materia.
Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un'attività sportiva non agonistica o amatoriale, infatti, nel 2013 il decreto Balduzzi, ha disposto alcune garanzie sanitarie; tra le varie, quella della dotazione e l'impiego, da parte delle società sportive sia professionistiche (entro 6 mesi) che dilettantistiche (entro il mese di ottobre 2015), di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita. Restano escluse le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio. Un onere che resta a carico delle stesse società che però possono associarsi se operano nello stesso impianto o accordarsi con i gestori degli impianti.
A Trieste sono trenta (30) le strutture che beneficiano di questo intervento: Campo di Calcio Borgo S.Sergio, Polisportivo Comunale di Altura, Polisportivo Draghicchio di Cologna, Polisportivo Comunale Artistica '81, Pista in erba sintetica 3 Camini, Polet, Palestra Scuola F.Levstik , Palestra Scuola Kosovel – Tommasini, Palestra Scuola Zupancich, Palestra Scuola C. Suvich, Pala Gioni, Polisportivo di Basovizza, L.S. Galilei, I.T.G. Max Fabiani, I.T.I. Volta, Polisportivo Comunale Bor, Pat - Pattinaggio artistico triestino, Jolly Pattinaggio, Ginnastica Triestina, L.G. Petrarca, L.S. Oberdan, I.T.C. L. Da Vinci, Salesiani - Don Bosco, Cus, Circolo Marina Mercantile, Società Triestina della Vela, I.T. Galvani e due altre in definizione con il Comune di Trieste; due (2) defibrillatori vanno a impianti siti a Duino Aurisina alla Pietas Julia/ Yacht Club Cupa e al Polisportivo San Marco; uno (1) a Monrupino al campo Sportivo Comunale; tre (3) a Muggia al Bacino Canottaggio Pullino, allo Stadio Zaule-Calcio e uno in definizione con l’amministrazione comunale; per finire due (2) sono destinati al Campo sportivo comunale e al Calcio - Domio - Barut di San Dorligo della Valle e uno (1) al Campo di calcio Primorje di Sgonico.
Un intervento, quello della Fondazione CRTrieste, che consente a queste società sportive di proseguire con maggiore serenità la loro attività, contribuendo alla promozione di una cultura della prevenzione e alla tutela della salute soprattutto in situazioni, come l'arresto cardiaco, dove la tempestività dell'intervento è fondamentale per aumentare le possibilità di sopravvivenza. Infatti, in caso di arresto cardiaco è necessario intervenire subito, nell'arco di 5 minuti al massimo: per ogni minuto che passa diminuiscono del 10 per cento le possibilità di sopravvivenza.
I 38 dispositivi acquistati sono progettati specificatamente per l'uso in aree pubbliche in quanto coniugano un defibrillatore sofisticato per uso adulto e pediatrico con un sistema leggero (1.1kg di peso, il più piccolo di tutti i defibrillatori) e facile da usare, in quanto offre istruzioni verbali e visive di facile comprensione che accompagnano l'utente attraverso l'intero processo. Due semplici pulsanti, On/Off e Shock, sono tutto quello che è necessario per il funzionamento di questo dispositivo. Questo tipo di defibrillatore resiste allo shock e alle vibrazioni ed è dotato di indice di protezione IP56, la più elevata sul mercato, contro getti d'acqua, sabbia e polvere. Il dispositivo utilizza elettrodi brevettati e tecnologia bifasica SCOPETM (Self-Compensating Output Pulse Envelope) una forma d'onda crescente a bassa energia che regola automaticamente le differenze di impedenza del paziente e, dunque, la necessità della defibrilazione.
A fianco di questo intervento, il CONI, su richiesta anche della Fondazione, tra gennaio e marzo di quest'anno, ha formato all'uso del defibrillatore quasi 200 tra tecnici e dirigenti locali attraverso corsi realizzati in collaborazione con l'Azienda per l'Assistenza Sanitaria n.1 Triestina.
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