2 milioni di firme contro La Buona Scuola. Slitta il termine per la consegna

2 milioni di fime contro La Buona Scuola. Slitta il termine per la sconsegna

Trieste – Evidentemente l’Italicum sta bene così, ma La Buona Scuola dev’essere cambiata.

La raccolta delle firme per abrogare la legge elettorale si ferma a quota 420 mila.  Ben 2 milioni di firme, invece, sono state raccolte complessivamente per proporre i quattro quesiti referendari contro la legge 107 di cui abbiamo riferito. (Inoltre qualche giorno fa sono state consegnate in Cassazione oltre 3 milioni di firme raccolte dalla Cgil per i quesiti abrogativi di due punti fondamentali del Jobs Act.).

Per motivi cautelari, i promotori del referendum hanno deciso di rinviare la consegna in Cassazione delle firme e procedere a un controllo di conformità. Sono state in numero così abbondante che c’è il rischio che gli errori formali - dovuti alla fretta o alla distrazione - possano renderne nulla una parte (per esempio la non autenticazione dei moduli o la non certificazione) e vanificare così lo sforzo che è stato compiuto dalla metà dell'aprile scorso e l’entusiasmo con cui l’elettorato ha risposto all’appello contro la legge 107.

Il tutto accadeva mentre in 3 scuole su 4 (secondo un sondaggio del Miur) gli insegnanti si dimostravano contrari al bonus docenti, uno dei quattro punti che si vogliono abrogare.

Quindi è stato deciso di continuare la raccolta di firme ancora per una settimana, il che permetterà di controllare la documentazione, far giungere i plichi con i moduli che ancora giacciono nelle sedi sindacali  o dei comitati locali per limitare al massimo, o correggere, la percentuale di errori che ne inficerebbe la legalità.

Il Comitato Referendario Scuola Pubblica è stato molto chiaro in un comunicato che ha diramato ieri:

“(…) il numero di firme già raccolte e la mobilitazione vissuta nei territori, nonostante l'ostilità del "palazzo" e dei mezzi di informazione a qualsiasi attività democratica che venga dal basso, va a confermare la bontà delle rivendicazioni e delle proteste dell'autunno scorso contro la "cattiva scuola" del governo Renzi. Chi la scuola la vive e chi ne ha a cuore il presente e il futuro per i propri figli non accetta che venga trasformata in un luogo di alternanza fra scuola e lavoro, dove il preside-manager abbia la possibilità di valutare e scegliere i docenti e dove le scuole paritarie abbiano diritto ai finanziamenti che potrebbero migliorare le precarie condizioni di molti istituti pubblici.”

E «considerando che nella conta della Cassazione si perde generalmente una percentuale del totale delle firme raccolte per errori di questo tipo», meglio «non correre il rischio».  Questa è la giustificazione addotta per il rinvio della scadenza.

[Roberto Calogiuri]

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