Trieste - Un contributo significativo alla lotta al virus dell'AIDS viene dal risultati di una ricerca condotta presso l'Icgeb (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology) che ha sede a Trieste.
Lo studio, pubblicato il 2 marzo sulla prestigiosa rivista scientifica "Nature", ha permesso di scoprire dove si "nasconde" nelle cellule umane il virus Hiv, fino a diventare invisibile e ad essere così resistente a gran parte dei farmaci.
La ricerca riesce per la prima volta a dare una risposta, fotografando la struttura del nucleo dei linfociti e le zone d'ombra in cui l'Hiv riesce a rendersi invisibile.
L'indagine è stata compiuta all'Icgeb di Trieste da un gruppo di scienziati guidati dal professor Mauro Giacca, direttore dell'istituto. La scoperta potrebbe avere forti ricadute nello sviluppo di nuovi farmaci contro l'Aids.
Il problema dell'Aids è dovuto alla proprietà del virus di inserire il proprio Dna in quello delle cellule che infetta, diventando così parte del loro patrimonio genetico. Ma la ragione per cui il virus scelga soltanto alcuni dei 20 mila geni umani per integrarsi e, soprattutto, come riesca all'interno di questi geni a nascondersi ai farmaci era rimasto finora un enigma, risolto dal gruppo di ricerca dell'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology.
La ricerca è stata condotta dai ricercatori dell'Icgeb in collaborazione con il Dipartimento di Medicina dell'Università di Trieste, l'Università di Modena e il Genethon di Parigi.
"Individuati i meccanismi di questa caratteristica del virus, è più facile pensare alla possibilità di sviluppare farmaci nuovi con un bersaglio diverso. Non è facile - ammette il prof. Giacca - ma è un balzo in avanti. Certo il fenomeno si conosceva dall'inizio dell'epidemia, ma nessuno era riuscito a spiegarlo".
Poi afferma: "è una vittoria italiana, conquistata tutta in Italia, certo anche da ricercatori stranieri, venuti a lavorare qui. È la chiara dimostrazione che si può fare eccellenza in Italia".
Giacca precisa ancora che "il virus si integra in particolari regioni vicino alla porta d'entrata della cellula. Entra attraverso i pori e poi non lo si trova più, si va a integrare nei cromosomi della cellula che va a infettare. E noi abbiamo scoperto dove si trova".
In pratica "è come quando entriamo in una sala cinematografica al buio: i posti più comodi sono quelli piu' lontani, ma quelli più facili da raggiungere sono vicini alla porta d'ingresso ed è li che ci sediamo. Là il virus si nasconde".
Dall'inizio degli anni '80, quando l'epidemia di Aids cominciò a dilagare, quasi 80 milioni di persone sono state infettate dal virus secondo le stime dell'Oms ma nemmeno una di queste è guarita definitivamente.