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Tsunami tour in regione: il "fenomeno" Beppe Grillo ha già perso mordente?
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Venerdì, 19 Aprile 2013 09:23
- Scritto da Serenella Dorigo
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Trieste – Ad esserci dentro il “Tour de force”, che ha fatto la sua tappa anche nel capoluogo giuliano, in piazza della Borsa con l’arrivo di Beppe Grillo in barca a vela come un neo Ulisse, non si aveva la percezione del bagno di folla delle due volte precedenti.
Forse la gente ha preso le misure anche da questa forma di promozione elettorale? O la democrazia partecipativa annusata nella precedente tornata elettorale è stata corretta da una delega partecipativa a quella diretta, visto e considerato il risultato prodotto? Forse né l’una né l’altra.
Semplicemente le persone, svanito quel baluardo di salvataggio per un arrembaggio garantito, hanno desistito dalla scesa in piazza in massa, mistificando, a mio avviso, il senso di partecipazione tout court che si era verificato nelle volte precedenti, sicuri però di essere sempre il primo partito nel nostro Bel paese.
C’è da dire che gli italiani disillusi e nauseati dalla cassa di risonanza dei tam tam plateali possano aver scelto dei riflettori differenti per elaborare la propria scelta elettorale.
L’intervento di Grillo, con la sua caratteristica dominanza del palco, non ha mancato di proclamare i cardini classici del suo programma elettorale quali: il perduto senso civico dei politici e ancor più la loro mancata mission della conquista del bene comune; la necessità di una partecipazione orizzontale con il coinvolgimento delle persone, per invertire la partecipazione dall’alto verso il basso, affinché tutti possano essere attori decisionali fra eletti ed elettori.
Inoltre, ha ribadito l’essenzialità dell’ abrogazione del “ad porcellum”, della riduzione delle aliquote al 40% in linea con il resto d’Europa, dello sdoganamento definitivo del soggetto incandidabile per eccellenza, di pensare ad un “reddito di cittadinanza” e potenziare la vocazione per un paese a misura di futuro dove non si investa solo in autostrade e cemento “pensando al futuro dei nostri figli”.
A corredo finale del suo intervento, Grillo ha chiuso mettendo in evidenza che “Ci sono idee buone e cattive non di destra e non di sinistra e che ci resta solo un paese da rifare”, un bel condensato di promesse elettorali per una prassi post voto ineccepibile, almeno così pare.
Pur ribadendo il fatto che “I miracoli non siamo in grado di farli”, Grillo non ha risparmiato lo slogan “Tutti a casa”, suo cavallo di battaglia. Parole che pur trovando un plauso nel pubblico presente, non ci fanno dimenticare che vorremmo si potesse incarnare anche solo un sillogismo di quello che è stato detto, in questo comizio come in altri, per poter vedere incarnate le parole che a ogni pensiero corrisponda un’azione ed ad ogni azione un pensiero, qualsiasi sia il candidato, qualsiasi sia la lista che lo rappresenta.