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Spese dei gruppi in Consiglio regionale, l'Ufficio di Presidenza non può controllare i dettagli
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Giovedì, 04 Aprile 2013 15:09
- Scritto da Redazione fvgnotizie
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Trieste - Nel merito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Trieste sulle spese e i rimborsi dei gruppi consiliari del Friuli Venezia Giulia con i soldi ricevuti per finanziare i partiti, è intervenuto il 3 aprile con un comunicato l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
La Presidenza ha precisato che i propri compiti e il proprio ruolo sono definiti da una legge regionale che fissa i principi, mentre un successivo regolamento di esecuzione si esprime in quanto alla tipologia delle spese ammissibili e alle procedure di rendicontazione.
In particolare, dice la nota emessa dalla Regione, "l'Ufficio di Presidenza non è tenuto e non ha la possibilità di controllare le singole spese, non può fare osservazioni sulla congruità delle spese stesse né può entrare nel merito dell'incidenza percentuale dell'una o dell'altra voce di spesa sul totale".
Dopo i capigruppo del Pdl e della Lega Nord sentiti la scorsa settimana, era toccato nei giorni scorsi a Gianfranco Moretton, ex capogruppo del Pd passato nei mesi scorsi a Scelta Civica, spiegare davanti al pubblico ministero della Procura di Trieste, Federico Frezza, spese e rimborsi sostenuti dal gruppo consiliare del Friuli Venezia Giulia del Partito democratico con i soldi ricevuti per finanziare i partiti.
L'ipotesi di reato contestata ai tre capigruppo, nell'ambito dell'inchiesta sui fondi spesi dal Consiglio regionale, è quella di peculato. L'indagine, partita dalle spese del 2011, si è allargata successivamente al 2010 e al 2012.
Tra i soldi pubblici spesi dal Pd, per i quali a Moretton sono state chieste delucidazioni, quelli destinati a regali natalizi per i dipendenti del gruppo consiliare del partito. Ma anche alcune adozioni a distanza. Adozioni che, ha spiegato l'avvocato Luca Ponti, che patrocina tutti e tre i capigruppo, sono in realtà state fatte da una congregazione di suore di Udine alle quali il gruppo del Pd aveva destinato dei soldi.
La linea difensiva adottata davanti al pm resta quella tenuta già a sostegno dei capigruppo della Lega Nord, Danilo Narduzzi, e del Pdl, Daniele Galasso, e cioè che non spetta ai capigruppo controllare le spese degli eletti.
Linea difensiva che sarebbe suffragata dall'assenza di norme, sia a livello nazionale che regionale, che dia ai capigruppo un compito di vigilanza sulle spese documentate quali oneri sostenuti per l'attività politica dai consiglieri regionali.