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Prima seduta del nuovo Parlamento. All'ordine del giorno l'elezione dei presidenti di Camera e Senato
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Venerdì, 15 Marzo 2013 09:36
- Scritto da Redazione fvgnotizie
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Roma - Inizia oggi, 15 marzo, la diciassettesima legislatura. All'ordine del giorno per deputati e senatori l'elezione dei presidenti delle rispettive assemblee. Alle 10,30 seduta alla Camera, alle 11 al Senato. Deputati e senatori potranno sedersi in qualsiasi scranno, perché per l'assegnazione dei posti occorrerà attendere la costituzione dei gruppi, prevista all'inizio della prossima settimana.
Prima però ci sarà spazio per una serie di adempimenti legati all'insediamento dei due rami del Parlamento. Innanzi tutto ad aprire i lavori in qualità di presidente dell'Assemblea, al Senato sarà il senatore in assoluto più anziano, Emilio Colombo, 93 anni, un anno in meno rispetto a Giulio Andreotti, però in precarie condizioni di salute.
Membro della costituente, già presidente del Consiglio e più volte ministro, il senatore a vita nel suo indirizzo di saluto sarebbe intenzionato a rivolgere un appello al senso di responsabilità delle forze politiche, tracciando un parallelo tra l'attuale momento storico e la stagione dell'immediato dopoguerra.
Alla Camera a presiedere sarà invece Antonio Leone, il vicepresidente che nella precedente legislatura ottenne più voti, 307, rispetto ai pari grado Rosy Bindi (262), Maurizio Lupi (255) e Rocco Buttiglione (210), rieletti anche loro.
Non si passerà però subito all'elezione dei nuovi presidenti. Prima verranno costituiti gli uffici di presidenza provvisori. A Palazzo Madama i sei senatori più giovani saranno chiamati ad esercitare le funzioni di segretari, mentre a Montecitorio saranno quattro, scelti, come nel caso del vicepresidente, fra quelli più votati delle legislature anteriori. In mancanza, verranno chiamati i deputati più giovani.
A questo punto seguirà la proclamazione dei senatori e dei deputati che subentrano a quelli che hanno optato per altre circoscrizioni. Per i relativi accertamenti verranno convocate le Giunte per le elezioni provvisorie.
Quella del Senato sarà costituita dai senatori membri dell'organismo della precedente legislatura che siano presenti alla prima seduta. Se il loro numero è inferiore a sette, il presidente procederà, mediante sorteggio, all'integrazione del collegio, che sarà presieduto dal componente più anziano di età ed avrà come segretario il più giovane.
Anche alla Camera l'organismo sarà composto dei deputati membri della Giunta delle Elezioni della precedente legislatura che siano presenti alla prima seduta. Qualora il numero sia inferiore a dodici, il presidente integrerà il collegio mediante sorteggio. La presidenza sarà attribuita secondo i criteri di anzianità seguiti per scegliere il presidente e i segretari dell'Assemblea, mentre assumerà le funzioni di segretario il deputato più giovane d'età tra i componenti.
Terminate le riunioni sarà quindi possibile procedere all'elezione del presidente con votazione a scrutinio segreto. Al Senato occorre la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell'Assemblea, richiesta anche al secondo scrutinio, quindi 160 voti su 319 componenti (315 più 4 senatori a vita).
Se non si arriva all'elezione, la seduta viene aggiornata al giorno successivo, quando alla terza votazione per l'elezione è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche.
In caso di ulteriore stallo, si va al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa, circostanza che l'ultima volta si verificò nel 1994, quando venne eletto Carlo Scognamiglio a scapito di Giovanni Spadolini, 162 a 161.
A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età. Entro sabato pertanto si conoscerà il nome del nuovo presidente del Senato.
Alla Camera invece per l'elezione del presidente al primo scrutinio è richiesta la maggioranza dei due terzi dei membri dell'Assemblea, 420 preferenze. Nei due successivi sono necessari i due terzi dei voti, computando anche le schede bianche. Dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti. Probabile quindi che occorra attendere almeno fino a sabato per conoscere il nome del successore di Gianfranco Fini.