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Il Conclave si apre con la Messa presieduta dal cardinale Sodano: l'amore al centro del suo messaggio
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Martedì, 12 Marzo 2013 14:37
- Scritto da Tiziana Melloni
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Roma - Il Conclave per l'elezione del successore di Benedetto XVI sta finalmente iniziando. La mattina del 12 marzo alle 10 si è svolta la celebrazione "pro eligendo Pontifice" presieduta dal cardinale decano Angelo Sodano.
La basilica è stata invasa da una silenziosa moltitudine di fedeli provenienti da tutto il mondo. Moltissimi i religiosi presenti. Si percepisce l'universalità della fede cristiana; non è un caso se tra i più quotati tra i "papabili" ci sono arcivescovi di diocesi con milioni di abitanti: il cardinale Odilo Scherer di San Paolo del Brasile; il cardinale Timothy Dolan di New York; il cardinale Sean Patrick O'Malley di Boston.
La liturgia si è svolta con una grande sobrietà; non fosse stato per le dimensioni, si sarebbe detta una celebrazione solenne in una delle tante parrocchie del mondo. Il tratto di semplicità e allo stesso tempo di grande concentrazione si è colto anche nei gesti e nei volti dei celebranti.
Liturgia e Vangelo in lingua latina, letture in inglese, italiano e spagnolo; le preghiere - tutte lette da donne - in swahili, malayalam, portoghese, tedesco, francese.
Nella sua omelia, il cardinale Sodano ha detto che ci troviamo in un'ora "importante della storia della Santa Chiesa di Cristo". Ha ringraziato il Signore "per il luminoso Pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere" di "Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine". A queste parle è seguito un lunghissimo applauso.
Il messaggio centrale è stato quello dell'amore: "un amore che si fa particolarmente notare nel contatto con la sofferenza, l’ingiustizia, la povertà, con tutte le fragilità dell’uomo, sia fisiche che morali" ha detto Sodano.
“Questa missione di misericordia – ha proseguito il cardinale Sodano - è stata affidata da Cristo in modo particolare ai Pastori della sua Chiesa. È una missione che impegna ogni sacerdote e vescovo, ma è una missione che impegna ancor più il Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa universale. A Pietro, infatti, Gesù disse: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?... Pasci i miei agnelli”.
Così ha proseguito: “è proprio quest’amore che spinge i Pastori della Chiesa a svolgere la loro missione di servizio agli uomini d’ogni tempo, dal servizio caritativo più immediato fino al servizio più alto, quello di offrire agli uomini la luce del Vangelo e la forza della grazia".
Il cardinale ha sottolineato che "massima opera di carità è proprio l’evangelizzazione, ossia il ‘servizio della Parola’. Non v'è azione più benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo che spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l'evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona umana".
Angelo Sodano ha dedicato un passaggio di rilievo all'unità ed alla responsabilità nella Chiesa: "San Paolo ci insegna che anche tutti noi dobbiamo collaborare ad edificare l’unità della Chiesa" ha detto. Per realizzarla è necessaria “la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro”.
" Tutti noi, quindi – ha osservato - siamo chiamati a cooperare con i pastori e in particolare con il Successore di Pietro, fondamento visibile di tale unità ecclesiale”.
Commentando infine il Vangelo di Giovanni che è stato letto, il cardinale ha evidenziato l’atteggiamento fondamentale dei Pastori della Chiesa: l’amore. "È quell’amore che ci spinge ad offrire la propria vita per i fratelli. Ci dice, infatti, Gesù: ‘nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici’ (Gv 15,12)”.
“L’atteggiamento fondamentale di ogni buon Pastore è quindi offrire la vita per gli altri. Questo vale soprattutto per il Successore di Pietro, Pastore della Chiesa universale. Perché quanto più alto e più universale è l’ufficio pastorale, tanto più grande deve essere la carità del Pastore".
"Per questo nel cuore di ogni Successore di Pietro sono sempre risuonate le parole che il Divino Maestro rivolse un giorno all’umile pescatore di Galilea: “Diligis me plus his? Pasce agnos meos… pasce oves meas”; “Mi ami più di costoro? Pasci i miei agnelli… pasci le mie pecorelle!”.
"E’ nel solco di questo servizio d’amore verso la Chiesa e poi verso l’umanità intera, che gli ultimi Pontefici sono stati artefici di tante iniziative benefiche verso i singoli, verso i popoli e verso la comunità internazionale, promovendo la pace, la giustizia e l'ordine mondiale".
“Miei fratelli, - ha concluso il cardinale Sodano - preghiamo quindi perché il Signore ci conceda un Pontefice che svolga con cuore generoso tale nobile missione".