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"Spese allegre" in Regione, cresce l'attesa per i nomi. La Corte dei Conti indaga. Sentenza entro aprile?
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Domenica, 10 Febbraio 2013 11:40
- Scritto da Maurizio Pertegato
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Fvg - E' già stato definito lo scandalo delle "spese allegre". Sono quelle che sarebbero state effettuate da alcuni consiglieri regionali, con i fondi per il funzionamento dei gruppi presenti in consiglio regionale (fondi pubblici), scoperte qualche tempo fa e denunciate nei giorni scorsi dalla Procura della Corte dei conti. Queste, sono, poi, finite nel mirino della Procura della Repubblica di Trieste cha già aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di peculato.
L’inchiesta è partita dal blitz della Guardia di Finanza in Consiglio regionale di qualche settimana fa, quando furono sequestrati centinaia di scontrini e fatture, diversi dei quali, una volta esaminati, sono risultati irregolari, cioè estranei a spese per l’attività politica. Al momento nè i giudici contabili, nè la Procura triestina hanno voluto rendere noti i nomi dei consiglieri regionali (e dei relativi gruppi di appartenenza) che sarebbero sotto inchiesta. In tutta la regione, intanto, sta scattando il toto nomi e si sta accendendo l'interesse per conoscere, e magari non votare il prossimo aprile, gli attori protagonisti di queste "spese allegre".
Ricordiamo che le spese irregolari per le quali è stato chiesto il rimborso, riguardano serate in locali pubblici, cene, pranzi e colazioni e un’altra serie di spese di carattere personale. In termini numerici: 884 mila e 966 euro di “spese di rappresentanza” su un totale di 2 milioni e 700mila euro a disposizione dei gruppi, cifra piuttosto elevata che ha spinto, appunto, la Corte dei Conti ad avviare un’indagine.
Non ci resta che un auspicio: che la Procura della Corte dei Conti emetta un giudizio in tempi brevi, possibilmente prima del voto regionale di aprile. Sarebbe, infatti, "tragicomico" votare persone costrette, magari qualche settimana dopo, a dimettersi, una volta scoperte con le "mani nel sacco". Da garantisti, continuiamo a sperare non sia così, che la nostra sia una regione diversa dalle altre, che da noi certe cose non si fanno. Diversamente, si tratterebbe di un brusco risveglio.