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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Professionisti e Marketing Un percorso obbligato per la crescita nel mercato?

 

UDINE - Si è svolto ieri, nel tardo pomeriggio, presso la Conference Hall dell'Hotel "Là di Morét", un incontro con Domenico De Masi Sociologo del lavoro e professore di Sociologia delle professioni presso il Dipartimento di Scienze Sociali presso l'Università "La Sapienza" di Roma.
 
L'incontro è stato moderato e introdotto dall' ingeniere Romeo La Pietra nell'ambito di un nuovo corso di Marketing, organizzato dal CUP Federprofessionisti di Udine, la Federazione delle Professioni Intellettuali della provincia di Udine, settore anch'esso purtroppo toccato dalla crisi in maniera antesignana, prima che la bolla esplodesse infatti, già nel lontano 2006 con le liberalizzazioni del settore delle professioni a seguito del decreto Bersani.
 
A tutt'oggi, l'accezione, sbagliata, che il pubblico ancora confonde i significati di pubblicità, comunicazione e marketing, unificandoli tutti sotto la stessa ala.
 
Un primo step del marketing è la pianificazione degli obiettivi e l'organizzazione di studio: non si è più in una gabbia dorata in attesa dei clienti, ci si trova davanti a una torta sempre più piccola e il numero di addetti ai lavori è sempre più grande.
 
Cita Keynes, De Masi: "oltre alla disoccupazione patologica, vi è anche la disoccupazione frizionale, ovvero la difficoltà di mettere assieme la domanda e l'offerta", portando ad esempio la mobilità per una determinata figura professionale, la quale non sarebbe incentivata, dal sistema attuale, a cambiare residenza per mantenere la sua professione.
 
Una grossa premessa è doverosa però: ogni operazione di marketing parte dal contesto in cui avviene.Un primo problema che ci si pone di fronte è avere l'esatta visione di dove si stia andando, in seguito è più facile ritagliarsi il proprio settore di mercato.
 
Il marketing ha diverse finalità, ma vi è un grosso problema insito nelle competenze: ogni nuova professione fa' difficoltà a far sapere che esiste, il pubblico non è ancora maturo per capire di volta in volta che cosa gli serva e chi debba chiamare.Il marketing, a seconda dei settori, si batte sia per la specializzazione che per la despecializzazione: l'ideale sarebbe un pool di professionisti, specie per quanto concerne l'ambito locale e i cosiddetti liberi professionisti "medio-piccoli", i quali, come primo atto, dovrebbero analizzare come evolve la società intorno a loro stessi.
 
Inoltre, è stata presentata un'analisi orientata in proiezione al 2020, che mette in luce quali sono gli elementi del mutamento principale a livello sociale composta da 10 grandi trend su scala glocal (dal globale al locale): longevità, tecnologia, economia, lavoro, ubiquià e plasmabilità, tempo libero, androginia, etica, estetica e cultura.

Centro Democratico, Tabacci e Bertossi: forza moderata nel Centro Sinistra. Nostra intervista

Centro Democratico, Tabacci e Bertossi: forza moderata nel Centro Sinistra. Nostra intervista

Pordenone - Il Centro Democratico si presenta come forza moderata all'interno del Partito Democratico. “È il risultato dell'iniziativa che ci aveva visti presenti alle elezioni primarie del Pd” spiegano a Fvgnotizie i leader del partito Bruno Tabacci - attualmente assessore al bilancio del Comune di Milano - ed Enrico Bertossi, a Pordenone il 5 febbraio per presentare i candidati del Friuli Venezia Giulia. Abbiamo rivolto ad entrambi alcune domande.

Assessore Tabacci, come si pone il Centro Democratico in un'alleanza che vede presente anche Sinistra, ecologia e libertà?
Il Centro Democratico propone una visione equilibratrice della politica. Nel Centro Sinistra gli elettori di area moderata hanno la possibilità di essere rappresentati dal nostro partito. Nella coalizione di Romano Prodi c'erano 12 liste, oggi ce ne sono 3. Gli elettori hanno un quadro semplificato.

Quali sono i programmi del Centro Democratico in materia di politica economica?
La Carta di intenti del Centro Democratico si pone il problema di porre le condizioni per la ripresa dello sviluppo per portarlo ai livelli europei. La questione del lavoro è centrale: solo dallo sviluppo si creano nuovi posti di lavoro. Occorre tornare all'economia reale. Diffidare dall'idea che i consumi possano essere sostenuti da una finanza non controllata.

Come vede l'Italia nel contesto internazionale?
Senza dubbio sempre più protagonista nell'Europa. L'idea di un'Europa federale dev'essere la base di partenza per politiche sempre più condivise nell'ambito dell'Unione. Non solo la moneta unica, ma anche una difesa comune, un'armonizzazione delle politiche fiscali e di welfare.

Quale ruolo per il Friuli Venezia Giulia, che vede una forte concorrenza di Austria e Slovenia?
Occorre raccordare le politiche europee delle aree confinanti. Altri Paesi dell'Est aspirano ad entrare nell'UE, è un processo in via di sviluppo, che va armonizzato nel tempo.

Enrico Bertossi è stato assessore alle attività produttive della giunta Illy, con cui ha promosso la legge regionale numero 4 del 2005 “Interventi per il sostegno e lo sviluppo competitivo delle piccole e medie imprese del Friuli Venezia Giulia”, nota proprio come “legge Bertossi”. Per il Centro Democratico Bertossi si presenta come candidato alla Camera dei Deputati.

Quale modello di sviluppo propone per il Paese?
Intendo proporre in Parlamento l'equivalente della “legge Bertossi” a livello nazionale, per lo sviluppo delle piccole e medie imprese, che costituiscono la base portante del sistema produttivo italiano. Occorre favorire lo sviluppo di queste imprese attraverso il sostegno all'accesso al credito e  l'alleggerimento della burocrazia.

A quale elettorato si rivolge all'interno del FVG?
Il Centro Democratico si propone come partito moderato all'interno della coalizione del PD. Ritengo che anche coloro che hanno sostenuto Matteo Renzi alle primarie trovino nel Centro Democratico dei candidati moderati di area Centro Sinistra che svolgeranno un ruolo di equilibrio. Mi sono candidato per riportare al primo posto il lavoro e lo sviluppo, perché chi viene dopo di noi possa vivere in condizioni migliori delle nostre.

Anche alle elezioni regionali vi presenterete con il Centro Sinistra. Quali politiche sosterrete in Regione?
Riattiveremo tutti quei provvedimenti di sviluppo che la Giunta Tondo ha cancellato. Serve un provvedimento per innovazione e sviluppo anche nel Turismo. L'economia regionale è depressa per la mancanza di interventi: Tondo, anziché far demagogia sulla riduzione del debito poteva fare a meno di restituire i 380 milioni di euro del patto con Tremonti. Le risorse del Friuli Venezia Giulia sono andate in fumo con Berlusconi prima e con Monti poi. Con quelle risorse a disposizione l'economia del FVG sarebbe più avanti.
 

Spese dei gruppi consiliari del FVG, proseguono le indagini. Le dichiarazioni dei sindacati

Spese dei gruppi consiliari del FVG, proseguono le indagini. Le dichiarazioni dei sindacati

Trieste - "Preoccupazione" è stata espressa dai sindacati dei lavoratori sul fronte della spesa dei Gruppi in Consiglio Regionale. "È davvero preoccupante ciò che sta emergendo dalle indagini della Corte dei Conti e della Procura di Trieste sulle spese dei gruppi consiliari". A dirlo, Franco Belci, segretario generale Cgil Friuli Venezia Giulia.

In questi giorni sia la Corte dei conti, attraverso il procuratore contabile Maurizio Zappatori, sia la Procura, con il sostituto procuratore Federico Frezza, stanno verificando movimenti di danaro per complessivi 884mila euro e 966 euro su un totale di 2 milioni e 700mila euro a disposizione dei gruppi consiliari.

"Utilizzare soldi pubblici per uso personale e voluttuario è segno di irresponsabilità - ha affermato ancora Franco Belci - prima di tutto nei confronti della funzione che si esercita. Irresponsabilità grave non solo per il quantum, ma prima ancora per il tipo di spese in questione: apprendere che coi soldi destinati ai gruppi si sarebbero pagati caffè, serate in discoteca o scontrini del macellaio produce indignazione per il fatto in sé, ma anche rabbia se si pensa ai tanti cassintegrati, disoccupati, ai tanti giovani precari che coi pochi soldi guadagnati non arrivano neppure a metà mese".

L'esponente della Cgil conclude affermando: "Non siamo tra quelli che pensano che sia necessario azzerare le risorse ai gruppi politici. Chiediamo però che tra i primi atti del nuovo Consiglio ci sia una nuova riduzione dei fondi in questione, accompagnata da una regolamentazione severa e stringente delle spese a cui possono essere destinati".

Anche la Cisl, tramite il segretario regionale Giovanni Fania, ribadisce la "questione etica" e sollecita il ritorno alla parsimonia, con una significativa riduzione della spesa dei gruppi.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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