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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Benedetto XVI si dimette dal pontificato il 28 febbraio. Il testo originale dell'annuncio

Benedetto XVI si dimette dal pontificato il 28 febbraio. La notizia sta facendo il giro del mondo

Roma - Il Papa lascia il pontificato dal 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Lo comunica l'Agenzia di stampa Ansa in una nota diffusa nella tarda mattinata di oggi 11 febbraio, che riportiamo integralmente.

"Un fulmine a ciel sereno". Con queste parole il decano del collegio cardinalizio, cardinal Angelo Sodano ha commentato la decisione di Benedetto XVI di lasciare il pontificato.

Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. La ingravescentem aetatem cioé l'età avanzata. Questo tra i motivi addotti da Benedetto XVI, per le sue dimissioni. La sua decisione, annunciata in latino davanti al collegio cardinalizio e alla Casa Pontificia riunite per un concistoro di canonizzazione, è stata accolta nel più profondo silenzio e con smarrimento.

"Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile2005". Lo ha detto Benedetto XVI annunciando le sue dimissioni.

Il papa ha indicato il 28 febbraio per il termine del pontificato e chiesto che si indica un conclave per l'elezione del successore. La "sede vacante" dopo le dimissioni di Benedetto XVI scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio. Lo ha detto il Papa annunciando ai cardinali la decisione di dimettersi. Dovrà quindi essere convocato un conclave per l'elezione del nuovo Papa.

Ecco il testo dell'annuncio papale al Concistoro

Carissimi Fratelli,

vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.

Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.

Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.

Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice.

Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.

(La foto di repertorio di fvgnotizie era stata scattata durante la visita di Benedetto XVI ad Aquileia il 7 maggio 2011)

Elezioni politiche e scommesse, Bersani ha il 75% di probabilità di diventare premier

Elezioni politiche e scommesse, Bersani ha il 75% di probabilità di diventare premier

FVG - Finito il tempo dei sondaggi, arriva quello delle scommesse. E per i bookmaker non c'è partita. Nella corsa per la presidenza del Consiglio alle prosime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, Pier Luigi Bersani è in netto vantaggio con il 75 per cento delle possibilità di diventare il nuovo presidente del Consiglio. Le quote pubblicate dalla celebre società di scommesse Ladbrokes non lasciano infatti scampo agli avversari del leader del Pd. Se Bersani è dato 1/3, col 75 per cento, Silvio Berlusconi è 4/1, col 20 per cento di probabilità di tornare a Palazzo Chigi. A seguire l'attuale premier Mario Monti, dato 7/1 (12.5 per cento), Angelino Alfano 10/1 (9 per cento) e Beppe Grillo 50/1 (2 per cento).

"Spese allegre" in Regione, cresce l'attesa per i nomi. La Corte dei Conti indaga. Sentenza entro aprile?

Fvg - E' già stato definito lo scandalo delle "spese allegre". Sono quelle che sarebbero state effettuate da alcuni consiglieri regionali, con i fondi per il funzionamento dei gruppi presenti in consiglio regionale (fondi pubblici), scoperte qualche tempo fa e denunciate nei giorni scorsi dalla Procura della Corte dei conti. Queste, sono, poi, finite nel mirino della Procura della Repubblica di Trieste cha già aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di peculato.

L’inchiesta è partita dal blitz della Guardia di Finanza in Consiglio regionale di qualche settimana fa, quando furono sequestrati centinaia di scontrini e fatture, diversi dei quali, una volta esaminati, sono risultati irregolari, cioè estranei a spese per l’attività politica. Al momento nè i giudici contabili, nè la Procura triestina hanno voluto rendere noti i nomi dei consiglieri regionali (e dei relativi gruppi di appartenenza) che sarebbero sotto inchiesta. In tutta la regione, intanto, sta scattando il toto nomi e si sta accendendo l'interesse per conoscere, e magari non votare il prossimo aprile, gli attori protagonisti di queste "spese allegre".

Ricordiamo che le spese irregolari per le quali è stato chiesto il rimborso, riguardano serate in locali pubblici, cene, pranzi e colazioni e un’altra serie di spese di carattere personale. In termini numerici: 884 mila e 966 euro di “spese di rappresentanza” su un totale di 2 milioni e 700mila euro a disposizione dei gruppi, cifra piuttosto elevata che ha spinto, appunto, la Corte dei Conti ad avviare un’indagine.

Non ci resta che un auspicio: che la Procura della Corte dei Conti emetta un giudizio in tempi brevi, possibilmente prima del voto regionale di aprile. Sarebbe, infatti, "tragicomico" votare persone costrette, magari qualche settimana dopo, a dimettersi, una volta scoperte con le "mani nel sacco". Da garantisti, continuiamo a sperare non sia così, che la nostra sia una regione diversa dalle altre, che da noi certe cose non si fanno. Diversamente, si tratterebbe di un brusco risveglio.

 

 

 

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Direttore: Maurizio Pertegato
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