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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

È l'imitatore triestino Andro Merkù la voce della finta Hack che beffa il "saggio" Valerio Onida

È l'imitatore triestino Andro Merkù la voce della finta Hack che beffa il

Trieste - "La Zanzara" è un celebre programma di satira politica trasmesso da Radio 24 e condotto da Giuseppe Cruciani con la collaborazione di David Parenzo, che spesso vede la partecipazione del presentatore ed imitatore triestino Andro Merkù. La trasmissione, in diretta dal lunedì al venerdì dalle 18.30 alle 21, si è fatta notare spesso per i riuscitissimi scherzi telefonici a politici poco accorti.

A farne le spese, il 5 aprile, il "saggio" Valerio Onida, ex presidente della Consulta, raggiunto da una telefonata di Margherita Hack, impeccabilmente imitata proprio dal comico triestino: del resto la Hack è sempre stata uno dei suoi "cavalli di battaglia".

Onida era pronto a dimettersi dopo lo scherzo, ma su pressione del presidente della Repubblica ha deciso di soprassedere, e di diffondere una nota in cui si rammarica per l'imbarazzo causato a Giorgio Napolitano, chiedendo scusa a Berlusconi per le sue parole.

Dice Onida alla finta Hack: "I saggi? Inutili, servono a coprire questo periodo di stallo. Andremo a votare presto. Berlusconi vuole solo protezione, è anziano e speriamo decida di godersi la vecchiaia lasciando in pace gli italiani".

Poi, per il Quirinale: "Fosse per me metterei Giuliano Amato". "Questa cosa dei saggi, a me sembra sinceramente una cosa inutile", esordisce l'imitatore dell'astrofisica toscana. "Ma guardi, sì, è probabilmente inutile... Serve a coprire questo periodo di stallo, dovuto al fatto che dal Parlamento non è venuta fuori una soluzione mentre l'elezione del nuovo Presidente è tra quindici giorni... allora il nuovo presidente potrà fare nuovi tentativi o al limite sciogliere le Camere, cosa che Napolitano non può fare. Dunque questo periodo di stallo è un po' coperto, diciamo così, da questo tentativo (ride)...  questa cosa... sono d'accordo che non servirà nella sostanza...".

"Non ho ancora capito a che servono..", chiede ancora la finta Hack: "…è un lavoro di copertura del momento di stallo... ma niente a mettere giù proposte di programma che possano essere condivise, ma nella sostanza i partiti devono mettersi d'accordo...", risponde Onida.

"C'è possibilità di cambiare legge elettorale?" (chiede sempre la Hack). Onida risponde: "... Cercheremo di fare una proposta, quello sarebbe un bel risultato. Penso che andremo a votare ancora, presto o prestissimo. È un Parlamento bloccato, Grillo non ne vuol sapere, il Pdl vuole solo garantirsi di essere in campo, Berlusconi naturalmente spera sempre di avere qualche vantaggio o protezione, il Pd ha fatto questo tentativo di buttarsi con Grillo e non ce l'ha fatta. E c'è il blocco".

E per il Quirinale che succede? "Si fanno tanti nomi, ma non c'è accordo - risponde il costituzionalista - personalmente dico che Amato sarebbe un ottimo presidente della Repubblica, fosse per me lo farei subito...". Quindi ancora una critica a Berlusconi: "È anziano, speriamo si decida a godersi la sua vecchiaia, è un mio coetaneo. Potrebbe andare a godersi la sua vecchiaia e lasciare in pace gli italiani".

Andro Merkù, sempre per "La Zanzara", il 19 marzo scorso aveva beffato anche un parlamentare grillino, Francesco Campanella, imitando alla perfezione il leader di Sel Nichi Vendola, creando un piccolo putiferio.

Elezioni in Friuli Venezia Giulia: i quattro candidati si sfidano in un incontro pubblico a Trieste

Elezioni in Friuli Venezia Giulia: i quattro candidati si sfidano in un incontro pubblico a Trieste

Trieste - Tondo punta a risparmiare, Serracchiani guarda all'Europa, Bandelli rivendica i diritti del territorio, Galluccio propone uno stile nuovo per politica e di sviluppo.

Queste in estrema sintesi le posizioni caratterizzanti dei candidati alla presidenza della Regione, il governatore uscente Renzo Tondo del PdL, gli sfidanti Debora Serracchiani (Pd), Franco Bandelli (Un'Altra Regione) e Saverio Galluccio (Movimento 5 Stelle).

I quattro si sono confrontati nel tradizionale incontro pubblico promosso dall'Associazione donne elettrici (Ande) in collaborazione con l'Associazione imprenditrici e donne dirigenti di azienda (Aidda) ed il quotidiano locale "Il Piccolo". Moderatore della serata, Paolo Possamai, direttore del Piccolo. Pubblico attento e numeroso; non troppi i giovani presenti.

Al centro del dibattito il bilancio regionale, la revisione della spesa, lo sviluppo regionale, la sanità e le infrastrutture.

Il presidente uscente Renzo Tondo ha elencato i meriti del suo mandato, in primo luogo la capacità di contenere le spese, attraverso i tagli all'amministrazione regionale e l'abbattimento del debito; per Serracchiani invece non è stato sfruttato pienamente il filone dei fondi dell'Unione Europea.

Bandelli sostiene una fiscalità di vantaggio per le imprese che vogliono investire in Friuli Venezia Giulia. Galluccio ritiene che un punto nevralgico siano i costi della politica e che le risorse per il sociale, per il lavoro e per l'impresa non vadano toccate.

La sanità: è condiviso dai candidati il fatto di avere una sanità regionale buona se non eccellente "e ce la paghiamo noi" - è stato sottolineato. Tondo difende la riforma approvata dal Consiglio uscente e attiva a partire dal 2014 "per vincoli di bilancio" - ha spiegato. Serracchiani punta a razionalizzare le strutture e fare rete.

Bandelli ritiene inammissibile che si pensi a nuovi ospedali e non alla ristrutturazione dell'esistente. Galluccio - forte della fitta rete di incontri che il M5S ha promosso con i cittadini - punta ad una forma partecipata di riassetto sanitario, basata soprattutto sulla riqualificazione delle strutture attuali.

Per quanto riguarda le entrate regionali, Tondo ha ribadito il valore positivo dell'accordo con Tremonti "che ha portato un miliardo e mezzo di euro in regione a fronte di un impegno di 370 milioni di euro nei confronti di Roma". Colpa di Monti se poi sono state portate via ulteriori risorse dalla regione.

Debora Serracchiani ribadisce con forza che il patto Tondo-Tremonti è stato stipulato senza che ne venisse niente in cambio per il Friuli Venezia Giulia "al contrario del Trentino Alto Adige che a fronte del contributo allo Stato ha ricevuto maggiori spazi di competenza regionale".

Per Bandelli "il patto di stabilità mette in ginocchio le piccole imprese". Bisogna puntare sull'autonomia per creare nuovi canali di attrattiva per le imprese, soprattutto puntare sull'abbattimento della burocrazia.

Per Galluccio molte delle misure proposte per lo sviluppo dai vari candidati sono condivisibili, come puntere sulle partecipate regionali, sui contributi europei, sulla fiscalità di vantaggio. ("Lei mi sorprende!" Ha commentato Paolo Possamai). Tuttavia tutto ciò è inutile se non si ricrea la fiducia tra il mondo dell'economia e quello della politica.

Non sono le grandi opere a rilanciare l'economia regionale, sostiene Galluccio, ma una serie di piccoli interventi condivisi e facilmente controllabili. Nel programma del M5S è al centro la piccola e media impresa, l'unica in grado di rispondere alla domanda di lavoro. "Le banche hanno da tempo smesso di sostenere le nostre imprese" ha detto.

Anche per Bandelli l'apertura di credito sta al primo posto nel rilancio delle imprese. Le finanziarie regionali hanno il compito di riempire il vuoto lasciato dalle banche: "non è vero che i soldi non ci sono!" ha sostenuto con forza il candidato di Un'Altra Regione.

Per Serracchiani occorre puntare su innovazione ed esportazioni, sempre con un occhio all'Europa ed ai Paesi confinanti. La collaborazione tra impresa e Università è una carta vincente per rilanciare l'impresa locale. Un piano energetico regionale è indispensabile, considerando che le imprese pagano l'energia un 34% in più rispetto alla media europea.

Tondo pur concordando su molto di quanto proposto ribadisce che "sulle cose da fare c'è molto di condivisibile. Tradurre le idee in fatti amministrativi concreti, fare delle scelte politiche, questo è un altro discorso".
Bisogna confrontarsi con i portatori di interessi e poi approvare delle leggi. In ultima analisi, è un problema di governabilità.

 

Spese dei gruppi in Consiglio regionale, l'Ufficio di Presidenza non può controllare i dettagli

Spese dei gruppi in Consiglio regionale, l'Ufficio di Presidenza non può controllare i dettagli

Trieste - Nel merito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Trieste sulle spese e i rimborsi dei gruppi consiliari del Friuli Venezia Giulia con i soldi ricevuti per finanziare i partiti, è intervenuto il 3 aprile con un comunicato l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

La Presidenza ha precisato che i propri compiti e il proprio ruolo sono definiti da una legge regionale che fissa i principi, mentre un successivo regolamento di esecuzione si esprime in quanto alla tipologia delle spese ammissibili e alle procedure di rendicontazione.

In particolare, dice la nota emessa dalla Regione, "l'Ufficio di Presidenza non è tenuto e non ha la possibilità di controllare le singole spese, non può fare osservazioni sulla congruità delle spese stesse né può entrare nel merito dell'incidenza percentuale dell'una o dell'altra voce di spesa sul totale".

Dopo i capigruppo del Pdl e della Lega Nord sentiti la scorsa settimana, era toccato nei giorni scorsi a Gianfranco Moretton, ex capogruppo del Pd passato nei mesi scorsi a Scelta Civica, spiegare davanti al pubblico ministero della Procura di Trieste, Federico Frezza, spese e rimborsi sostenuti dal gruppo consiliare del Friuli Venezia Giulia del Partito democratico con i soldi ricevuti per finanziare i partiti.

L'ipotesi di reato contestata ai tre capigruppo, nell'ambito dell'inchiesta sui fondi spesi dal Consiglio regionale, è quella di peculato. L'indagine, partita dalle spese del 2011, si è allargata successivamente al 2010 e al 2012.

Tra i soldi pubblici spesi dal Pd, per i quali a Moretton sono state chieste delucidazioni, quelli destinati a regali natalizi per i dipendenti del gruppo consiliare del partito. Ma anche alcune adozioni a distanza. Adozioni che, ha spiegato l'avvocato Luca Ponti, che patrocina tutti e tre i capigruppo, sono in realtà state fatte da una congregazione di suore di Udine alle quali il gruppo del Pd aveva destinato dei soldi.

La linea difensiva adottata davanti al pm resta quella tenuta già a sostegno dei capigruppo della Lega Nord, Danilo Narduzzi, e del Pdl, Daniele Galasso, e cioè che non spetta ai capigruppo controllare le spese degli eletti.

Linea difensiva che sarebbe suffragata dall'assenza di norme, sia a livello nazionale che regionale, che dia ai capigruppo un compito di vigilanza sulle spese documentate quali oneri sostenuti per l'attività politica dai consiglieri regionali.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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