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Regione, una poltrona per 4. Saverio Galluccio: ridurre i costi della politica, cittadini al centro. L'intervista
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Martedì, 16 Aprile 2013 21:48
- Scritto da Tiziana Melloni
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Trieste – Saverio Galluccio, nato a Cervignano del Friuli (Ud) nel 1971, si candida a Governatore del Friuli Venezia Giulia nelle liste del Movimento 5 Stelle. È responsabile commerciale di una ditta che si occupa di bioedilizia e risparmio energetico.
Fa parte del Movimento 5 Stelle dal 2007; è stato scelto come candidato presidente dall'assemblea regionale del Movimento 5 Stelle al Kulturni Dom di Gorizia a dicembre dello scorso anno.
Oltre ai voti degli attivisti del Movimento presenti, erano stati raccolti i voti telematici degli attivisti registrati che avevano seguito le presentazioni in streaming. Saverio Galluccio aveva superato il quorum del 50% +1 dei voti alla prima votazione.
Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Per questa campagna elettorale il centrodestra, Lega in primis, punta sulla macroregione. Lei cosa propone sull'argomento per il Friuli Venezia Giulia? Come vede, insomma, il futuro della nostra specialità?
La Lega, dopo aver preso in giro la gente con il federalismo continuamente rimandato nonostante decenni di governo, adesso rilancia con la balla della Macroregione, l'ennesimo carrozzone costruito per sfamare la casta del Carroccio che in questi anni si è dimostrata particolarmente vorace.
Il MoVimento 5 Stelle è invece per snellire la macchina burocratica amministrativa a tutti i livelli e per abolire le province. Saremo al fianco dei comuni che si metteranno in rete, per abbattere i costi e migliorare la qualità dei servizi ai cittadini. La specialità ci permette di velocizzare questi processi per lasciare ai sindaci, che si sono sempre dimostrati virtuosi, il maggior numero di risorse.
Ci precisa, in sintesi, i punti forti della sua proposta elettorale?
Grande attenzione agli ultimi, forte sostegno alla piccola e media impresa, stop ai progetti inutili e faraonici, taglio degli indecenti costi della politica, snellimento della macchina burocratica-amministrativa della Regione, deciso sostegno alle politiche energetiche che puntano sulle energie rinnovabili.
Il Movimento 5 Stelle a livello nazionale ha ottenuto numeri rilevanti. Pensa che tale risultato potrà influenzare il voto regionale?
Alle Politiche il MoVimento 5 Stelle ha ottenuto anche nel Friuli Venezia Giulia un risultato elettorale straordinario, riuscendo già a modificare - ovunque - il modo di fare politica. Sarebbe ingenuo però sostenere che quanto accade a livello nazionale non influisca anche qui in Friuli Venezia Giulia. Ad ogni modo i numeri non ci interessano, noi abbiamo già vinto portando le reali esigenze dei cittadini dentro le stanze dei bottoni.
Tra gli elettori del Movimento 5 Stelle ed i leader Grillo e Casaleggio a volte la comunicazione non è perfetta. A livello locale le criticità sono maggiori o minori?
Posto che la perfezione non è di questo mondo, in questi mesi non ho mai sentito né Grillo né Casaleggio. L'attività politica del MoVimento 5 Stelle è autonoma a Roma come a Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone o Tolmezzo.
Grillo e Casaleggio per noi sono una costante fonte di ispirazione e uno stimolo continuo nella nostra battaglia quotidiana contro i partiti che anche nel Friuli Venezia Giulia hanno pensato solo ai loro interessi, dimenticando i reali bisogni delle persone.
Il Movimento 5 Stelle ha caratterizzato la sua campagna elettorale con una presenza molto fitta nei comuni. Cosa ha tratto dall'esperienza dell'incontro con i cittadini del Friuli Venezia Giulia? Cosa chiedono all'amministrazione regionale?
Ad ogni incontro i cittadini ci dicono di essere stati dimenticati dalla politica regionale. Ripongono in noi grandi speranze. Una responsabilità che non ci fa paura, ma è giunto il momento che anche i cittadini del Friuli Venezia Giulia si mettano in gioco, insieme a noi, per ridare un futuro alla nostra regione.
A Pordenone, sulla vicenda ospedale che ha tenuto banco negli ultimi mesi, molti temono si possa perdere il finanziamento, con tutti questi tentennamenti. Il sindaco Pedrotti ha più volte affermato che, ora, ogni forza politica dovrà esprimere la propria posizione sull'argomento. Qual è quella del Movimento 5 Stelle?
La posizione del MoVimento 5 Stelle è chiarissima. Siamo contro il trasferimento dell'ospedale di Pordenone in Comina. Invece di ascoltare le sirene e ipotecare il futuro della Regione e dei suoi abitanti in progetti faraonici e irrealizzabili (Tav, Terza corsia...), noi siamo per riqualificare e valorizzare quanto c'è già. Un discorso che vale per gli ospedali come per le infrastrutture del Friuli Venezia Giulia.
Una volta diventato Governatore del Fvg, qual è il primo atto che promuoverebbe?
Il taglio netto dei costi della politica. Quanto fatto finora dai governi di centrosinistra e di centrodestra è un insulto alle persone, ai lavoratori, alle famiglie del Friuli Venezia Giulia, aggrediti da una crisi ogni giorno più insopportabile.
Regione, una poltrona per 4. Debora Serracchiani: lavoro priorità assoluta, investire sull'Europa. L'intervista
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- Pubblicato Martedì, 16 Aprile 2013 21:27
- Scritto da Maurizio Pertegato
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Udine – Debora Serracchiani, nata a Roma nel 1970, è eurodeputata per il Partito Democratico, membro del gruppo Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici al Parlamento europeo.
Nel 2006 era stata eletta nel consiglio provinciale di Udine, nella lista dei Democratici di Sinistra. Rieletta in Consiglio provinciale nel 2008 nella lista del Pd, ha ricoperto il ruolo di vice capogruppo. Nel dicembre del 2008 è eletta Segretaria del Partito Democratico di Udine.
Nel 2009 si candida alle elezioni europee nella circoscrizione Nord-Est e risulta eletta con 144.558 preferenze complessive, di cui 73.910 preferenze nel Friuli Venezia Giulia.
Si candida alla presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia con una coalizione formata dalla sua lista “Debora Serracchiani – Torniamo ad essere speciali”, dalla Slovenska Skupnost, da Sinistra, ecologia e Libert, dal Partito Democratico, dai Cittadini per Debora Serracchiani presidente, da Italia dei Valori.
Le abbiamo rivolto alcune domande.
Per questa campagna elettorale il centrodestra, Lega in primis, punta sulla macroregione. Lei cosa propone sull'argomento per il Friuli Venezia Giulia? Come vede, insomma, il futuro della nostra specialità?
Il Friuli Venezia Giulia è l'unica Regione a statuto speciale ad aver sottoscritto il progetto della Macroregione del Nord, con cui il presidente Tondo si è piegato agli interessi leghisti del Lombardo-Veneto, mettendo a rischio le peculiarità di una regione autonoma come la nostra.
Meglio avrebbero fatto, Tondo e gli altri governatori del Nord, a investire sulle macroregioni europee, vero e unico strumento per costruire un'Europa più forte e integrata, sia politicamente che economicamente. Io intendo l'autonomia in un modo diverso, concreto.
Sfruttare la specialità significa metterla a servizio delle imprese per creare ricchezza e per rendere il nostro territorio pià attrattivo. Significa ad esempio utilizzare la leva fiscale: abbattere l'Irap a favore delle aziende che mettono in atto serie politiche del personale e che non fanno uso di ammortizzatori sociali.
Ci precisa, in sintesi, i punti forti della sua proposta elettorale?
In questo momento di grave crisi la priorità assoluta deve essere il lavoro, che non si crea dal nulla, ma nasce dalla crescita, dal supporto alle imprese e dalla creazione di nuove aziende. Uno dei punti chiave del mio programma è rinnovare il sistema del credito regionale e delle partecipate, per rispondere meglio alle esigenze del mondo produttivo.
Indispensabile sarà poi sburocratizzare e semplificare le procedure, attivare lo Sportello unico per cittadini e imprese, potenziare i centri per l'impiego, e rivedere gli enti regionali che si occupano di formazione professionale, per permettere un perfetto incrocio tra domanda e offerta di competenze specifiche.
Andranno previsti percorsi operativi, tutoraggio e supporto psicologico (e non solo sussidi), per chi ha perso il lavoro e deve trovarne uno nuovo, riqualificandosi. Per sostenere l'occupazione giovanile si può sfruttare la "garanzia giovani": attraverso fondi Ue si assicura a chi ha meno di 25 anni un impiego o uno stage entro quattro mesi dalla fine degli studi o dalla perdita del lavoro.
Tra i temi centrali del mio programma di governo c'è poi la riforma sanitaria e l'abolizione del ticket regionale da 10 euro sulle impegnative per le prestazioni specialistiche; l'introduzione del reddito di cittadinanza; la riforma istituzionale con il superamento delle Province; i consistenti investimenti in università, innovazione e ricerca, che devono arrivare al 3 per cento del Pil regionale.
Ritiene che la ricusazione della lista Sinistra e, quindi, la sua non partecipazione alle regionali, possa favorirla?
È un fatto negativo che una parte dell'elettorato, per un problema burocratico, non possa ritrovarsi pienamente rappresentata nel momento elettorale. Credo però che il giudizio fortemente critico sull'operato della giunta Tondo esplicitato in questi anni dalle forze di sinistra, in Consiglio Regionale e non solo, non possa venire scalfito.
Il mio programma è alternativo a quella visione conservatrice della Regione e rappresenta un elemento di rottura e di alternativa in cui quella sensibilità politica può riconoscersi.
A Pordenone, sulla vicenda ospedale che ha tenuto banco negli ultimi mesi, molti temono si possa perdere il finanziamento, con tutti questi tentennamenti. Il sindaco Pedrotti ha più volte affermato che, ora, ogni partito dovrà esprimere la propria posizione sull'argomento. Qual è, appunto, quella del suo partito?
Quello dell'ospedale di Pordenone è un tema importante, delicato, che non può essere strumentalizzato a fini elettorali, ma va, al contrario, trattato con molta cautela e attenzione. Credo, dunque, che il sindaco Pedrotti abbia fatto bene a sottrarre la questione dall'agone elettorale, evitando che la giunta regionale la sfruttasse per mero ritorno di immagine.
Ricordo infatti che il presidente Tondo e i suoi assessori non hanno fatto nulla per cinque anni e che, solo poche settimane fa, hanno accelerato la procedura e presentato un accordo di programma in tutta fretta, chiedendo ai soggeti coinvolti una sottoscrizione immediata, praticamente a scatola chiusa.
Il sindaco Pedrotti ha agito in modo corretto: ha deciso prudentemente di prendere tempo per effettuare i necessari approfondimenti. A elezioni finite mi impegnerò subito in prima persona per risolvere tutte le criticità.
Come quelle che riguardano il progetto: perché oggi si presenta molto più ampio e costoso di quanto non fosse in origine, prevedendo addirittura 18 sale operatorie? Rimangono poi poco chiari alcuni aspetti legati al project financing.
Infine, il sito: l'ipotesi Comina è quella originaria. Credo si debba partire da qui e valutare per prima questa opzione, senza però chiudure aprioristiche ad altri possibili siti.
Fino a qualche tempo fa, i candidati che potevano vincere le regionali erano solo due: lei e l'attuale governatore Tondo. Ora si è aggiunto il Movimento 5 Stelle. Cambia qualcosa?
Di certo non cambiano le nostre proposte per rilanciare il Friuli Venezia Giulia. E non cambiano nemmeno il nostro entusiasmo e la nostra determinazione. Siamo convinti che solo un serio e radicale cambio di passo possa restituire a questa regione la chance di tornare a crescere e riprendersi un ruolo centrale in Italia e in Europa.
Un cambio di passo che si ottiene solo con le idee, con proposte concrete, nel segno di un rinnovamento profondo. Il presidente Tondo è l'emblema di una politica immutata, che non vuole mettersi in gioco nei contenuti e nelle facce.
Il Movimento 5 Stelle parla di cambiamento ma si presenta con un programma fragile, vago. Noi invece vogliamo innovare con la solidità delle proposte: noi siamo quelli del cambiamento, che non si fa a colpi di simboli e slogan, ma che passa per i progetti.
Una volta diventata Governatore del Friuli Venezia Giulia, qual è il primo atto che promuoverebbe?
Il primo intervento di cui mi occuperò sarà il taglio ai costi della politica. Una volta eletta alla presidenza del Friuli Venezia Giulia porterò all'approvazione della giunta un disegno di legge contenente un pacchetto di proposte per ridurre drasticamente le spese del Consiglio regionale.
Taglio delle indennità dei consiglieri, per equipararle a quella dei sindaci dei Comuni capoluogo; eliminazione della quota con cui viene integrata l’indennità di fine mandato dei consiglieri; azzeramento del fondo riservato ai presidenti della giunta e del Consiglio, che ammonta a 25mila euro l’anno; eliminazione della quota di indennità destinata al vitalizio.
Infine credo che le dotazioni informatiche degli eletti vadano destinate in beneficenza a fine mandato. Sono interventi concreti, che il Friuli Venezia Giulia può realizzare subito.
Regione, una poltrona per 4. Renzo Tondo: proseguire nella sobrietà e sostenere il lavoro. L'intervista
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Martedì, 16 Aprile 2013 21:10
- Scritto da Maurizio Pertegato
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Udine - Renzo Tondo è nato a Tolmezzo nel 1956. Punta ad essere riconfermato alla carica di Governatore con la coalizione di Centro Destra composta dalla sua lista “Autonomia Responsabile”, dalla Lega Nord, dal PdL, dai Pensionati, dall'UdC e dalla lista La Destra.
A 19 anni Tondo venne eletto consigliere comunale a Tolmezzo, cittadina di cui fu eletto sindaco nel 1990. Nel 1998 è consigliere regionale. Viene nominato assessore nella Giunta guidata da Roberto Antonione, prima al Lavoro e poi alla Sanità. Nel 2001 diviene Presidente della Regione fino alla fine della legislatura, nel 2003.
Eletto alla Camera dei deputati nella XV Legislatura, si presenta quindi come candidato alle Regionali del 2008 e viene eletto alla presidenza con la coalizione di Centrodestra composta da PdL, Lega Nord, Udc e Pensionati.
Gli abbiamo rivolto alcune domande.
In questa campagna elettorale si parla anche di macroregione. In tale contesto, come vede il futuro della nostra specialità?
Il percorso di ragionamento sulla Macroregione Alpina non toglie nulla alla nostra autonomia speciale, tanto che le altre regioni hanno esplicitamente detto che l'autonomia virtuosa del Friuli Venezia Giulia è un esempio a cui cercare di ispirarsi.
È uno dei vari strumenti di collaborazione tra regioni diverse, come già accade per l'euroregione a cui partecipiamo da anni. L'una non esclude l'altra. E va infatti detto che gli stessi Ministeri del governo Monti hanno promosso nelle scorse settimane varie riunioni aventi per oggetto proprio la Macroregione alpina. Chi fa polemica al riguardo è evidentemente poco informato.
Ci precisa, in sintesi, i punti forti della sua proposta elettorale?
Concretezza, conoscenza della mia gente e del mio territorio senza subalternità a Roma o a Bruxelles. Tanti interventi a sostegno del lavoro e delle famiglie. Continuare a tagliare i costi della politica, come ho fatto per tutti e cinque gli ultimi anni eliminando dirigenti e consiglieri regionali, riducendo le auto blu, rinunciando a compensi milionari ben prima che in Italia ci si accorgesse della Casta.
Cosa intende proseguire del suo mandato precedente e cosa ha intenzione di rinnovare?
Proseguirò sulla strada della sobrietà e mi rinnoverò nell'assoluta intransigenza sulla lotta alla burocrazia. Stavolta non ci saranno deviazioni dal percorso iniziale: nell'autunno del 2008 è scoppiata la crisi che ci ha costretto a cambiare obbiettivi buttandoci sulla difesa del lavoro.
Stavolta anche se la crisi dovesse continuare, e non me lo auguro anche perché i segnali sono positivi, la guerra alla burocrazia sarà spietata.
Che cosa porta di nuovo nel panorama della competizione politica regionale la forte affermazione a livello nazionale di un terzo avversario, il M5S?
L'effetto Grillo ha rappresentato uno scossone, ma l'assenza di proposte e la mancanza di responsabilità nelle azioni che sta portando avanti, in un contesto difficile come quello che sta vivendo il Paese, è sotto gli occhi di tutti.
Qui non siamo in Sicilia e la nostra legge elettorale non consente pasticci e alleanze dopo le elezioni. Qui chi ha un voto in più governa. Sono quindi fiducioso che tanti elettori di centrodestra, dopo aver dato un segnale di protesta ai loro partiti per alcuni versi anche giusto, sapranno scegliere per il bene della Regione votando la coalizione da me guidata.
A Pordenone, sulla vicenda ospedale che ha tenuto banco negli ultimi mesi, molti temono si possa perdere il finanziamento, con tutti questi tentennamenti. Il sindaco Pedrotti ha più volte affermato che, ora, ogni partito dovrà esprimere la propria posizione sull'argomento. Cosa farà il Centro Destra?
La nostra posizione è chiarissima! L'Accordo di programma era pronto per essere firmato ma Pedrotti ha fatto dietrofront senza spiegazioni, chiaramente per motivi e ricatti politici della sua maggioranza.
Dopo le elezioni si firmi subito, ma Pedrotti troverà dopo il coraggio che non ha avuto prima? Se si rimette in circolo il dibattito su siti alternativi e altre amenità si riparte da zero, si perdono anni di tempo e l'ospedale non si farà come insegna la telenovela del carcere.
Può in questo contesto di incertezze e tira e molla chiunque governerà il Friuli Venezia Giulia tenere fermi 150 milioni di euro destinati a Pordenone se il Sindaco di Pordenone dimostra di voler distruggere il percorso che insieme abbiamo compiuto (pre intese, verbali, riunioni ecc...)?
Una volta confermato Governatore del Friuli Venezia Giulia, qual è il primo atto che promuoverebbe?
Proseguire con il taglio ai costi della politica, formando una giunta di soli otto assessori. Uno dei primi passaggi sarà poi l’assestamento di bilancio a luglio: se sarò eletto le risorse per la manovra di metà anno andranno tutte al sostegno per il lavoro e all’abbattimento dell’Irap alle imprese e per il supporto alle famiglie.
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