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È morto a 66 anni l'onorevole Willer Bordon. Fu sindaco di Muggia e due volte ministro
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- Pubblicato Martedì, 14 Luglio 2015 16:09
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - È morto nella sua casa di Monte Porzio Catone (Roma) l'on. Willer Bordon, 66 anni, dopo una lunga malattia.
Bordon era nato a Muggia (Trieste), comune di cui fu anche sindaco, all'età di 27 anni (ai tempi fu il sindaco più giovane d'Italia).
La notizia del decesso è stata data il 14 luglio dalla sua segreteria con un breve comunicato: "Ci ha lasciati stamattina, alle 12.30 circa, l'onorevole Willer Bordon".
Deputato nel 1987, fu Sottosegretario ai Beni culturali nel governo Prodi I (1996-1998), ministro dei Lavori pubblici nel governo D’Alema II (1999-2000), ministro dell’Ambiente nel governo Amato II (2000-2001). In quella veste presiedette al coordinamento interministeriale del G8 Ambiente.
Willer Bordon è stato, inoltre, sottosegretario ai Beni Culturali, presidente del Gruppo "I democratici" alla Camera e de "La Margherita" al Senato.
Dopo essersi dimesso dal Senato ha svolto l'attività di docente universitario presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università "La Sapienza" di Roma.
"La sua è stata una parabola ascendente eccezionale: da sindaco di Muggia, piccola realtà giuliana, a ministro dei Lavori pubblici e dell’Ambiente - ha affermato il senatore triestino Ettore Rosato (Pd).- Un politico mai sazio di novità".
Rosato nella sua nota così lo ha definito: "Eretico nel Pci perché iscritto anche al partito radicale, a fianco di Mario Segni nei primi referendum e tra i promotori di Alleanza democratica. Poi al fianco di Antonio Di Pietro nella nascita dell’Idv e quindi nella Margherita di Francesco Rutelli. Non era un trasformista, semmai un innovatore. Willer ha sempre battuto strade nuove, cercando sintonia con i cittadini. Sapeva cogliere, come pochi altri, il nuovo che maturava nel paese. Con Bordon perdo e piango un amico carissimo".
Porto Vecchio di Trieste: firmato l’atto che apre la via al passaggio dal Demanio al Comune
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- Pubblicato Giovedì, 09 Luglio 2015 23:57
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - È stato firmato il 9 luglio il verbale che individua la nuova linea “dividente demaniale” del Porto Vecchio di Trieste, ovvero il nuovo confine tra gli immobili che potranno essere trasferiti al patrimonio disponibile del Comune e quelli che resteranno al Pubblico Demanio Marittimo.
Si avvicina così sempre di più il materiale passaggio delle aree sdemanializzate del Porto Vecchio di Trieste al Comune secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2015 (L. 23/12/2014, n.190, art. 1, commi 618-620).
L’atto è stato sottoscritto alla Centrale Idrodinamica dell'antico scalo triestino dal Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, dalla Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dal Sindaco di Trieste Roberto Cosolini, dal Commissario Straordinario dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino, dal Comandante in Seconda della Capitaneria di Porto Natale Serrano e dal Dirigente del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Giorgio Lillini, presenti anche numerosi componenti della Giunta Municipale e consiglieri comunali di Trieste.
“Questa firma – si legge nel comunicato congiunto - è frutto della piena collaborazione tra l’Agenzia del Demanio e tutti gli Enti territoriali coinvolti e consentirà di liberare una parte del patrimonio immobiliare pubblico del Porto Vecchio per riutilizzarlo e impiegarlo a beneficio del territorio e delle comunità locali.”
“A questo risultato – prosegue la nota - si è arrivati grazie a un impegno condiviso da parte di tutte le Amministrazioni interessate che ha permesso di accelerare i passaggi tecnici in modo da far partire subito il progetto di recupero del Porto Vecchio, un progetto strategico non solo per Trieste ma anche per tutto il Friuli Venezia Giulia. La città potrà così riappropriarsi di un'importante area storica che diventerà un volano per il futuro di Trieste” .
Spetterà quindi al Prefetto il trasferimento del Punto Franco in altra collocazione.
Il Commissario Straordinario del Porto Zeno D’Agostino ha espresso la sua soddisfazione ed ha sottolineato “gli importanti benefici economici che ne deriveranno e i motivi di vantaggio che anche il trasferimento del Punto Franco in altre aree determinerà grazie ad alcuni elementi normativi ancora poco conosciuti e che dovremo invece sviluppare e valorizzare”.
La Presidente della Regione Debora Serracchiani ha definito l'odierno avvenimento “un fatto di straordinaria importanza conseguito purtroppo dopo troppo tempo; un'occasione eccezionale di cambiamento per Trieste, ma capace di coinvolgere e trascinare con la sua forza dinamica anche tutto il resto della nostra Regione”.
Il Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi ha spiegato la complessità dell'operazione svolta (e tuttora in via di perfezionamento) per delineare con la necessaria massima precisione la nuova delimitazione demaniale marittima, un'operazione di ridisegno dell'area basata su ben 88 punti di vertice, rilievi topografici, prossimi nuovi frazionamenti catastali ecc.
“Il tutto – ha rimarcato Reggi – nel precipuo intento di salvaguardare un patrimonio pubblico prezioso composto da beni che non devono venir perduti ma, al contrario, recuperati e valorizzati”.
Firmata la “Carta di Pordenone” per promuovere il rispetto di genere e condannare violenza
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- Pubblicato Mercoledì, 08 Luglio 2015 22:55
- Scritto da Maurizio Pertegato
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Pordenone - La Commissione pari opportunità, l’assessorato comunale, la Consigliera di Pari opportunità della provincia, l’Ordine dei Giornalisti del Fvg, l’Assostampa Fvg, il Circolo della Stampa di Pordenone, assieme all’associazione Voce donna–Centro antiviolenza ed al Teatro comunale “G.Verdi”, hanno sottoscritto mercoledì 8 luglio la “Carta di Pordenone”.
Oltre al sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti, alla firma era presente il presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti, Cristiano Degano; inoltre Giulia Bevilacqua, presidente della commissione Pari opportunità e Maria De Stefano, presidente dell’associazione Voce donna.
Il documento si propone di promuovere la cultura del rispetto di genere condannando ogni forma di violenza, coinvolgendo il volontariato, le istituzioni ed alcune realtà territoriali coinvolte nel campo dell’informazione.
In seguito è prevista la creazione di un Comitato tecnico per organizzare iniziative rivolte a rafforzare gli obiettivi della Carta: fra queste, anche corsi di formazione per giornalisti organizzati a Pordenone dal Circolo della stampa insieme all’Ordine dei Giornalisti del Fvg che saranno dedicati proprio alla rappresentazione di genere ed alle tematiche del protocollo.
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