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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

La cooperazione internazionale spiegata e vissuta da Gorizia ai Balcani

La cooperazione internazionale vissuta e spiegata agli studenti del SID

Gorizia - Le possibili scelte difronte alle ondate migratorie di questi ultimi tempi sono essenzialmente due: chiudere le frontiere o incentivare la cooperazione internazionale. Se la prima va contro ogni principio morale su cui si basa l'Europa, va da sé che rimane solo la seconda.

Per offrire, quindi, delle linee guida riguardo questo tema enorme, che coinvolge istituzioni e organizzazioni di volontari, l'ASSID (Associazione degli studenti del SID) ha organizzato ieri pomeriggio la conferenza "Pillole di cooperazione" aperta a tutti, in particolare agli studenti di Scienze Internazionali e Diplomatiche di Gorizia.

L'iniziativa è stata ospitata proprio al Polo Universitario di via Alviano e ha visto la partecipazione di numerosi ospiti: Caterina Simonit, referente dell’Ufficio Cooperazione della Provincia; Valentina Busatta, referente Caritas; Franco Gaggioli, Presidente del Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo (CVCS) di Gorizia; l'avv. Tamara Amodio, referente Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) e la dott.ssa Anna Sammarro, referente della Commissione Immigrazione della Questura di Gorizia.

I numerosi fatti recenti di cronaca, con l'aumento di arrivi a Gorizia di profughi da Slovenia e Austria, ha offerto l'occasione per puntare l'attenzione su cos'è e come funziona la cooperazione, partendo dal contesto locale. E, attraverso la moderazione della prof.ssa Antonietta Piacquadio, si è quindi cercato di offrire "in pillole" un quadro della questione.

Oltre tre ore di interventi hanno reso l'incontro impossibile da raccontare nel dettaglio, dando però innumerevoli punti di riflessione: come i racconti della Simonit sui progetti avviati già 10 anni fa dalla Provincia in zone come Burkina Faso, Kosovo, Bolivia e molte altre, per aiutare le popolazioni locali.

E poi le testimonianze di Gaggioli, da anni impegnato con le ONG e che ha puntato il dito contro le ipocrisie di chi dice di "aiutarli a casa loro", non finanziando però la cooperazione quando era al governo. E ancora ora l'Italia è lontana dalle direttive ONU sulla cooperazione tra Stati, riservando a ciò ben meno dei fondi previsti.

Tornando alla realtà concreta di Gorizia, Sammarro ha spiegato la difficoltà di far fronte all'aumento vertiginoso di richieste d'asilo dal 2 novembre in poi. La Caritas e CIR, per canto loro, hanno riportato numeri che allontanano lo spettro dell'"invasione", poiché la maggior parte degli immigrati poi lasciano l'Italia.

L'ultimo capitolo dell'incontro ha visto protagonista un volontario goriziano che ha fatto il viaggio a ritroso: dall'Italia a Istanbul passando per la penisola balcanica, armato solo di macchina fotografica. E i suoi scatti hanno immortalato realtà di viaggi, frenesia e abbandono, mentre nei volti dei profughi si mischiavano paura e speranza: sguardi che guardano con fermezza l'Europa, aspettando una risposta che vale mille vite.

In piazza Unità d'Italia a Trieste manifestazione di solidarietà per le vittime degli attentati a Parigi

A Trieste manifestazione di solidarietà per le vittime degli attentati a Parigi

Trieste - La presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani è presente domenica 15 novembre alle 17.30 a Trieste, in piazza dell'Unità d'Italia, alla manifestazione di solidarietà con la città di Parigi e il popolo francese promossa dal Comune di Trieste d'intesa con la console di Francia a Trieste dott.ssa Christia Chiaruttini Leggeri.

Verrà eseguita la Marsigliese, inno nazionale francese, con la collaborazione della Casa della Musica di Trieste.

Tra le vittime c'è anche una giovane veneta, Valeria Solesin, che si trovava fuori dal teatro Bataclan con il fidanzato quando è iniziato il massacro: a darne la notizia in un comunicato è il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

Intanto nel Palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia a Trieste, in piazza Unità d'Italia, e nelle sedi di rappresentanza delle altre città capoluogo, da sabato 14 le bandiere sono esposte a mezz'asta su disposizione della presidente, in segno di lutto e solidarietà per le vittime di Parigi.

"Questi sono momenti di ansia e di preoccupazione, di fronte ai quali occorre rafforzare la coscienza delle nostre libertà e dei nostri diritti: beni preziosi e indisponibili, per conquistare i quali l'Europa ha attraversato due guerre mondiali. Oggi ci stringiamo a fianco delle famiglie delle vittime e di tutta la Nazione di Francia, e ribadiamo l'inflessibile volontà di non cedere, mai, all'aggressione di un terrorismo ammantato di ideologia religiosa" ha detto la presidente, intervenendo sabato 14 a Trieste a un convegno sulle montagne del fronte orientale nella Prima Guerra Mondiale, promosso dal Club Alpino Italiano.

Dopo i terribili fatti di Parigi l'intento della Regione resta quello di "cercare di trasmettere non solo la storia, il ricordo, la restituzione di una dignità ai giovani morti, ma allo stesso tempo costruire una vera cittadinanza europea: cercare di parlare di pace non con parole vuote ma costruendo e sviluppando delle coscienze".

Un lavoro che la Giunta considera importante, soprattutto per i giovani: "tanto più importante dopo l'orribile attacco di questa notte a Parigi, un attacco non solo alla Francia ma a tutta l'Europa".

Proprio di fronte a questa tragedia, "è necessario edificare una nuova coscienza europea", ha aggiunto la presidente.

"Parliamo dunque di pace, a 100 anni dalla Grande Guerra, ma parliamo innanzitutto, ora, di far crescere i nuovi cittadini d'Europa, ricordando qual è stata la nostra storia e cercando di affrontare con un po' di fiducia il futuro che abbiamo davanti: chiudere i confini oggi - ha concluso la presidente Serracchiani - vorrebbe dire annientare un pezzo della nostra più recente storia europea".

Con il “Manifesto per Pordenone” Alessandro Ciriani rende ufficiale la sua candidatura a sindaco

Con il “Manifesto per Pordenone” Alessandro Ciriani rende ufficiale la sua candidatura a sindaco

Pordenone - “Aprire subito un serio negoziato con la Regione per ottenere più risorse per Pordenone, sanità in primis; creare servizi di assistenza sociale e sanitaria a domicilio, vicini a cittadini, famiglie, quartieri; abbassare il costo di servizi e tributi; unire in un grande progetto il rilancio urbanistico, commercio e eventi per una città più viva e bella”.

Sono alcune delle priorità indicate da Alessandro Ciriani, che sabato 14 novembre mattina ha rotto gli indugi presentando la propria candidatura a sindaco di Pordenone, durante un'affollata conferenza stampa, all'inizio della quale è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime degli attentati in Francia.

Ciriani ha presentato anche il “Manifesto per Pordenone”, “base di partenza per rilanciare la città - perché Pordenone può e deve contare di più - da discutere con cittadini e categorie per giungere a un programma partecipato”.

A sostenere Ciriani un nutrito gruppo di cittadini “autenticamente civico e trasversale”, fuori dai partiti, che formerà due liste, di cui una sarà la “Lista Ciriani”. Si è, così, aperta la delicata “partita” delle amministrative che si terranno nella tarda primavera 2016 e che in regione vedranno, in particolare, il rinnovo dei consigli comunali di Trieste e Pordenone.

Restando in riva al Noncello, Ciriani ha fatto da apripista, ma la coalizione di centrodestra è ancora tutta da delineare. I due principali partiti, Lega nord e Forza Italia, a livello provinciale non hanno troppa intenzione di appoggiare l’ex presidente della Provincia. Il Carroccio, forte dei sondaggi degli ultimi tempi, intende puntare su un proprio candidato (in pole position, il segretario cittadino Renzo Muzzin), mentre gli “azzurri” avrebbero in mente di proporre l’architetto e consigliere comunale Francesco Giannelli. Di diversa opinione sembrano essere le segreterie regionali dove, specie in casa Lega nord, si starebbe valutando la possibilità di convergere su Ciriani e, a tal proposito, è stato commissionato un sondaggio per vedere chi tra vari candidati (c’è anche il consigliere regionale Elio De Anna) raccoglierà il maggiore gradimento.

Situazione in grande movimento anche in casa del centrosinistra. Il Pd, che rappresenta la forza maggiore della coalizione ha tre carte da giocare: quella della segretaria cittadina Daniela Giust, del capogruppo comunale Fausto Tomasello e del vicesindaco Renzo Mazzer che costituirebbe un punto di equilibrio tra le varie componenti, anche se ha sempre espresso la volontà di non ricandidarsi. Potrebbe, però, cambiare idea di fronte a un pronunciamento unitario del partito.
 

Fluida anche la situazione in casa civiche dove i maggiori pretendenti sono il commercialista Alberto Sandrin e il consigliere comunale Marco Salvador. Anche in questo caso, così come in casa centrodestra, è evidente che una candidatura unitaria avrebbe ottime chances di arrivare a giocarsi la vittoria finale. In questo ragionamento pesa, e molto, il risultato che otterrà il Movimento 5 Stelle, ancora lontano dalla scelta del proprio candidato sindaco.

Si tratta di un partito in continua ascesa ed è chiaro che, specie qualora le due principali coalizioni si frammentassero, avrebbe grandi opportunità di arrivare al ballottaggio, con la felice circostanza, per i grillini, che gli elettori delusi di centrodestra, o di centrosinistra, (quelli, per chiarire, fuori dal ballottaggio) difficilmente voterebbero al secondo turno per il cosiddetto “nemico” preferendo, con ogni probabilità, appoggiare il candidato 5 Stelle.

 

Una situazione, insomma, ancora molto intricata, una “matassa” che si sbroglierà soltanto nei prossimi mesi. Oggi, comunque, è stato scritto il primo atto.

 

 


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