Economia
"Aiutiamoci… prima che l’impresa finisca", commercianti ed artigiani in piazza a Pordenone il 5 aprile. Le foto
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- Pubblicato Venerdì, 05 Aprile 2013 10:08
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Pordenone - Sempre più alto il grido di aiuto delle piccole imprese del commercio e del terziario costrette, da una crisi senza precedenti, a sopravvivere fra mille difficoltà se non costrette a chiudere e licenziare lavoratori e collaboratori familiari.
Mercoledì 3 aprile il Comitato di protesta dell’Ascom-Confcommercio era in piazza Cavour fra le bancarelle del mercato ambulante per dire delle ragioni della protesta con azioni d’impatto. Ecco le foto:
Per non perdere la speranza e dare un segnale forte alla politica e alle forze sociali, l’Ascom-Confcommercio è pronta alla manifestazione di protesta, aperta a tutti comprese le altre categorie economiche, prevista per venerdì 5 aprile, alle 20, in Piazza XX Settembre a Pordenone, al grido di "Aiutiamoci… prima che l’impresa finisca".
"Ormai gli imprenditori sono soffocati dal fisco e dalla burocrazia che fanno morire ogni giorno decine di microimprese – spiega Tiziana Favero del Comitato di protesta e albergatrice -. Se come ha detto Papa Francesco la famiglia è patrimonio dell’umanità e tesoro prezioso per i nostri Popoli, la politica, invece, sta distruggendo anche la famiglia creando solo disoccupazione".
"Per questo durante alla manifestazione vogliamo esprimere tutta la nostra rabbia per questo assurdo immobilismo, la nostra solidarietà per gli imprenditori suicidi. Vogliamo presentare le nostre proposte anticrisi con l’obiettivo di una profonda rivoluzione politica che faccia ripartire l’economia del nostro Paese".
Anche per la vicepresidente vicario dell’Ascom-Confcommercio, Giovanna Santin, gli imprenditori sono ormai con l’acqua alla gola. "La nostra regione, grazie alla propria specialità e autonomia, deve al più presto legiferare in modo da agevolare le imprese e metterle sul binario della ripresa. Lo diciamo anche per i prossimi candidati che si presentano alle elezioni e che vorranno essere presenti alla protesta di venerdì".
Intanto hanno dato la loro adesione alla manifestazione, oltre alle organizzazioni sindacale dei lavoratori, il movimento Tea Party Italia con il loro leader Giacomo Zucco, la presidente Idilia Pajer dell’Associazione antiusura a tutela dei consumatori Federfriuli.
Pordenone: credito alle imprese, firmato importante accordo da 50 milioni
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- Categoria: Economia e mercati
- Pubblicato Venerdì, 05 Aprile 2013 09:57
- Scritto da Maurizio Pertegato
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Pordenone - «In attesa di quel che il Paese potrà fare per noi ci siamo organizzati per capire e fare subito qualcosa per questa provincia. Le parole sono esaurite, l’unica cosa che conta e conterà sono i fatti». Cita John Fitzgerald Kennedy il presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, alla presentazione del Bond territoriale, strumento di finanza e credito a sostegno del territorio.
L’utilità è duplice: fornire immediata, concreta risposta alle aziende e coinvolgere investitori - istituzionali e privati, imprese o singoli cittadini – nel conseguimento di un obiettivo comune, la ripresa dell’economia provinciale. Col vantaggio di potervi concorrere remunerando il proprio investimento. Un percorso che ha messo in parallelo Provincia, Camera di Commercio e le Associazioni di categoria, insieme nella concretizzazione di un progetto storicamente voluto dal Presidente degli industriali attuato da FriulAdria Cariparma Crédit Agricole, banca scelta tra i 15 istituti che si erano candidati per essere protagonisti di un’iniziativa «di straordinaria importanza che trascende dal fatto in sé» ha detto ancora Agrusti.
«Anche nell’emergenza si possano individuare eccellenti livelli di unione per fornire soluzioni importanti, seppur parziali, alla pressante richiesta di credito delle aziende. Unendoci abbiamo creato della disponibilità decidendo di investire in noi stessi trovando poi in FriulAdria un’attenzione essenziale». Agrusti in primis e gli altri colleghi in rapida successione hanno convenuto su come questo strumento dimostri la capacità del sistema di intervenire, «l’abbiamo fatto ponendo al primo posto il senso di solidarietà. Ed abbiamo trovato un esempio di buona politica con la Provincia e di forte coesione tra le organizzazioni imprenditoriali e il sistema del credito. Siamo riusciti a immaginare un percorso diverso mentre una parte del mondo si sta sgretolando, ci siamo assunti per questo una responsabilità decisiva dinnanzi alle difficoltà di tante aziende, di tante famiglie, di decine di migliaia di persone». Un esempio, secondo Agrusti, che entra dirompente in un periodo «così dissipativo di intelligenze e risorse. Questa compattezza è un segnale e uno stimolo per la nostra comunità».
Il Bond territoriale da 25 milioni di euro è stato emesso da FriulAdria Crédit Agricole. Il plafond massimo di finanziamento, pari a 50 milioni di euro, è già disponibile e operativo. Per ricevere informazioni sulle modalità di accesso ai finanziamenti e di sottoscrizione dell’obbligazione territoriale, gli interessati possono rivolgersi – già da oggi – agli sportelli FriulAdria in provincia di Pordenone e, per le imprese, anche alla propria associazione di categoria. In quest’ultimo caso scatterà automatico il diritto a un significativo abbattimento delle spese di istruzione della pratica. FriulAdria Crédit Agricole, come convenuto con le parti, si è impegnata a esaminare le domande entro 30 giorni dalla presentazione. Saranno finanziati progetti di investimento, crescita, ricerca e sviluppo, acquisizioni, costituzione reti di impresa e rafforzamento patrimoniale per importi la cui forbice, molto ampia, è compresa tra 10 mila e 500 mila euro.
Durata minima 6 mesi, massima 48. Alessandro Ciriani, Presidente della Provincia, ha ribadito il concetto di unicità dell’operazione rimandando al mittente le accuse di incapacità a fare sistema. «Divisioni e incomprensioni sono state superate, l’unico obiettivo era fornire sostegno al sistema delle imprese ed è ciò che stiamo facendo. Seppur non esaustivo del problema questo intervento è rappresentativo perché dimostra che un contributo fondamentale per affrontare questa crisi è anzitutto mettere a disposizione le proprie risorse. E credo anche che si tratti di un modo intelligente di affrontare l’emergenza perché la prima forma di welfare, a mio avviso, è offrire lavoro, fare economia, creare impresa. Oggi onoriamo il principio secondo cui non si distribuisce ricchezza senza prima averla creata. Penso che questo modello meriti di essere esportato o adottato da altri al di fuori di questa provincia». Antonio Scardaccio, Presidente di FriulAdria, ha espresso l’orgoglio dell’istituto di credito per essere stato scelto «come assegnatario – partner della realizzazione di un progetto che rafforza il sistema Pordenonese. La banca non ha mai tirato i cordoni della borsa, gli impieghi non hanno sofferto in provincia, abbiamo presenti le esigenze dell’utenza». Secondo Scardaccio, che ha parlato anche di un’operazione che si caratterizza per la sua semplicità attuativa, «la singolarità è che sì, la pubblica amministrazione, le rappresentanze di categoria, la banca e le imprese ne sono coinvolte ma è coinvolto parimenti il piccolo risparmio locale che finanzia il credito richiesto dalle imprese. È un fatto importantissimo».
Il Presidente di FriulAdria ha ammesso che la scelta è stata agevolata dall’appartenenza della banca «a un gruppo che possiede strumenti, conoscenze e disponibilità significative». Scardaccio si è detto infine orgoglioso anche come cittadino di Pordenone «perché ho visto le parti coinvolte muoversi nella medesima direzione, se l’economia gira è un vantaggio per tutti». Giovanni Pavan, presidente di CCIAA Pordenone ha ricordato la sensibilità dell’Ente camerale rispetto alle esigenze del credito alle imprese riportando d’attualità alcuni bandi emessi nel recente passato. «Quello odierno – ha aggiunto – è un ottimo esempio di condivisione progettuale, auspico continuità e medesima coesione anche in ordine ad altre decisioni che questo territorio deve assumere nell’interesse dell’economia e dei cittadini». Al segnale importante che il sistema trasmette oggi a tutta la collettività con una dimostrazione d’impegno tangibile anche da parte delle banche, possono quindi far seguito «pur nella difficoltà e nella complessità create dalla crisi, azioni concrete delle aziende, tocca a loro» ha concluso Pavan.
Alberto Marchiori, Presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia ASCOM Pordenone (firmatario anche in qualità di vicepresidente di CCIAA) ha sottolineato la volontà delle categorie di fare e non solo protestare «azioni, questo è quello che deve caratterizzare il mondo dell’impresa e della politica che ci governano. Mi auguro che di esempi così ce ne siano altri, che a questo piccolo tassello se ne aggiungano altri. Perché dar da bere a un asino morto serve a poco, la nostra azione è molto importante ma non esaustiva. Se ciascuno non fa la sua parte l’impresa muore e noi non vogliamo morire. Rimborsare l’Iva non è una regalia, ma un obbligo dello Stato che a noi impone di pagare subito le tasse, si deve fare altrettanto».
Silvano Pascolo, Presidente di Confartigianato Imprese Pordenone, ha plaudito all’iniziativa parlando di esempio di coesione molto importante compiacendosi del fatto che FriulAdria sia stata capace di restare a fianco del territorio. «L’importo stanziato è considerevole, è un segnale di peso. Speriamo che la classe politica appena eletta o che ci accingiamo a eleggere in Regione sappia gestire la crisi e guidare questo Paese alla riscossa. Le imprese e il territorio sono pronte ed anche il sistema del credito lo è». Virgilio Maiorano, Presidente Confcooperative Unione Provinciale Cooperative Friulane, ha sottolineato la tenacia «di Unindustria e del suo Presidente nel voler perseguire l’obiettivo, fatto su cui era peraltro facile convergere. È questa, senza dubbio, una delle azioni più importanti che siamo riusciti a mettere insieme».
Cesare Bertoia, Presidente Federazione Provinciale Coldiretti Pordenone, ha posto l’accento sul sistema Pordenone spiegando che facendo squadra si possono dare risposte importanti. La politica inizi a fare sistema, pensi ai problemi delle imprese». «Il Bond o prestito obbligazionario, emesso da FriulAdria – ha spiegato infine Paolo Candotti, direttore di Unindustria Pordenone - sarà immediatamente sottoscritto dalla Provincia di Pordenone (5 milioni), da Unindustria Pordenone (2 milioni) e da Confcommercio Imprese per l’Italia ASCOM Pordenone (1 milione).
Gli altri partner dell’operazione compaiono per ora a titolo di Promotori. La liquidità raccolta è finalizzata ad agevolare la concessione di linee di credito mirate per le imprese del territorio. La remunerazione della cedola è tale da consentire un miglioramento delle condizioni di tasso per le imprese. L’iniziativa, salvo proroga che sarà eventualmente approvata in base alla disponibilità residua del plafond, si concluderà il 30 settembre prossimo».
Generali cede il 12% di Banca Generali per un totale di 143 milioni di euro
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- Pubblicato Giovedì, 04 Aprile 2013 14:51
- Scritto da Redazione fvgnotizie
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Trieste - Il collocamento di circa il 12% delle azioni ordinarie Banca Generali da parte della controllante Generali si è conclusa a un prezzo di 13,55 euro fruttando al primo gruppo assicurativo italiano una plusvalenza di circa 143 milioni.
Lo annuncia la società in una nota confermando le voci di mercato che anticipavano per il 4 aprile anche uno sconto del 7,6% rispetto alle quotazioni di chiusura della giornata precedente.
Il collocamento di 13.666.593 azioni ordinarie di Banca Generali presso investitori istituzionali è avvenuto in seguito alla conclusione di una procedura di bookbuilding accelerato.
Il trasferimento delle azioni e il pagamento del corrispettivo avverranno il prossimo 9 aprile. Il corrispettivo lordo del collocamento è pari a 185,2 milioni, da cui deriva una plusvalenza di circa 143 milioni.
La plusvalenza sarà registrata direttamente a patrimonio netto, senza impatto sostanziale sull'utile. In seguito al collocamento, Generali continua a detenere la partecipazione di controllo in Banca Generali pari al 51,5% del capitale sociale della banca.
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