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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

19 milioni di euro per le città del Fvg. Ne parla Alberto Marchiori, delegato di Confcommercio International

19 milioni di euro dall'Europa per le città. Intervista ad Alberto Marchiori, delegato di Confcomm

Pordenone – Nella mattinata del 16 maggio si è svolta presso la Sala rossa del Comune di Pordenone la conferenza stampa di presentazione dei progetti finanziati attraverso il bando europeo sullo sviluppo urbano sostenibile (“Pisus”).

Gli interventi riguardano la riqualificazione e rivitalizzazione dei centri storici, “centri commerciali naturali”, attraverso le più varie forme: dalle ciclopiste all'illuminazione, dalla rete in fibra ottica al classico restauro di edifici degradati.

Destinatari dei fondi, Comuni, Camere di commercio, piccole e medie imprese e loro consorzi appartenenti ai settori dell'artigianato artistico tradizionale e dell'abbigliamento su misura, del commercio, del turismo e dei servizi alle persone e alle imprese.

Si tratta di un progetto particolarmente vantaggioso per gli enti coinvolti, dato che l'impegno di spesa richiesto è di appena il 23%. L'Unione europea finanzia il restante 77%.

Lanciato nel 2011 nell’ambito del Programma Operativo Regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013 del Friuli Venezia Giulia, il “Pisus” ha visto da poco pubblicata la graduatoria dei Comuni che in Regione avevano presentato i loro progetti.

I Comuni di Tarvisio, Trieste, Pordenone e Gorizia si sono aggiudicati i primi posti e si ripartiranno 19 milioni di euro di finanziamento. Giunge anche la protesta dei Comuni al momento esclusi dall’assegnazione dei fondi – Udine in primis – che chiedono alla neoeletta presidente Debora Serracchiani una distribuzione delle risorse su tutte le municipalità della Regione che hanno presentato i progetti.

Al di là delle polemiche interne alla Regione sugli esiti delle valutazioni, il progetto Pisus è stato per il Friuli Venezia Giulia un importante itinerario di verifica per le collaborazioni tra enti pubblici, associazioni di categoria ed operatori produttivi e culturali del territorio, per il conseguimento di finanziamenti europei.

Su questi temi abbiamo rivolto alcune domande ad Alberto Marchiori, delegato per le politiche comunitarie di Confcommercio Imprese per l’Italia a Bruxelles, nonché presidente dell’Ascom-Confcommercio della provincia di Pordenone dal 1994.

I 19 milioni del Pisus sono un traguardo importante per il Friuli Venezia Giulia. Qual è stata la carta vincente per aggiudicarsi i fondi?
Sono state spese molte risorse ed energie nel creare una forte collaborazione tra gli enti locali e gli operatori economici, sociali e culturali presenti nel territorio: l'Europa premia questo. È stato fatto un percorso importante che darà buoni frutti in futuro, l'Unione europea guarda infatti con favore alle buone pratiche che vengono dalle varie regioni e città e le promuove.

C'è stato anche un pizzico di fortuna, o meglio di “serendipity”, come dicono gli inglesi (la capacità di trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne cerca un'altra, ndr)”: eravamo presenti a Bruxelles proprio quando il bando era in fase di elaborazione e ci è capitato di raccontare il lavoro fatto con il piano “Sviluppo e territorio” per rivitalizzare i centri storici. Le idee e soprattutto la rete di collaborazione che abbiamo messo in pratica con quel progetto sono state in parte riprese dai redattori del “Pisus”.

Già da tempo l'Unione Europea si impegna per attuare delle forme di intervento che superino il concetto di intervento “a pioggia”: imprese, enti ed associazioni di categoria devono acquisire sia capacità di iniziativa che di progettazione, il tutto in una logica di collaborazione e non di rivalità tra settori e territori. La nuova programmazione 2014 – 2020 è ancora più centrata sulle iniziative ideate e costruite a partire da esigenze e progettualità comuni a tutti gli “stakeholders” (portatori di interesse, ndr).

L'episodio che ha citato dimostra una volta di più che è essenziale tenere la posizione a Bruxelles. Lei è delegato di Confcommercio International: può spiegarci qual è il suo ruolo?
La rappresentanza di Confcommercio a Bruxelles è un ente di diritto belga senza scopo di lucro; gode di una sede prestigiosa, di fronte al Palazzo reale e a poche fermate di metropolitana dalla sede delle istituzioni europee. Il lavoro che svolge è molteplice.

Anzitutto l'opera di “lobby”, ovvero l'insieme di azioni che vengono attuate per di influenzare le istituzion a favore dell'interesse comune della categoria. All'estero la “lobby” ha dei codici precisi. (A Bruxelles sono all'incirca 20.000 i lobbisti, di cui circa 5.000 sono accreditati al Parlamento Europeo e 2.600 i gruppi con uffici permanenti, ndr)

Confcommercio International si occupa inoltre di mantenere contatti costanti con le altre associazioni europee legate al settore; si tratta di un ruolo essenziale, dato che in molti progetti europei è richiesto il partenariato con realtà di altri Paesi dell'Unione.

Infine, ed anche questo è essenziale in un'ottica di cooperazione, presso la sede sono rappresentate le federazioni di tutti i settori correlati: commercio all'ingrosso e dettaglio, immobiliare, turismo, servizi.

Come si svolge l'azione di influenza e pressione sulle istituzioni?
Occorre tenere costantemente informati sui problemi del settore tutti gli uffici della Commissione europea, i Commissari ed in particolare le singole direzioni generali. Inoltre vanno tenuti i contatti con gli europarlamentari – il Parlamento europeo ha una funzione legislativa in codecisione con la Commissione – e con le commissioni parlamentari dedicate al settore e non solo.

Oggi come non mai il commercio non può prescindere da tutte le altre aree di intervento: ambiente, trasporti, infrastrutture informatiche, energia, solo per citare alcuni settori, sono legati a doppio filo con lo sviluppo delle attività legate ai traffici ed alla vendita.

Il bilancio annuale dell’Unione europea equivale a circa l’1% della ricchezza dell’UE, un importo pro capite per cittadino europeo pari all’incirca a 244 euro l'anno. In base alla sua esperienza, di questi soldi che ciascuno di noi investe nell'Europa, qual è il ritorno sul territorio?
Il Friuli Venezia Giulia si pone tra le regioni più virtuose. Possiamo dire che il ritorno è del 70% circa. In Italia abbiamo delle situazioni variegate. Al Nord, anche Piemonte e Lombardia registrano buoni risultati. Al Sud c'è la Puglia, estremamente attiva sui progetti europei.

Ciò che va sottolineato è che tanto più matura presso il singolo operatore e la singola associazione la coscienza di appartenere all'Europa, tanto più questo capitale ha l'opportunità di essere moltiplicato.

Molta strada è stata percorsa; non ci si può fermare. Il quadro economico cambia in modo sempre più veloce. Occorre aggiornarsi continuamente se si vuole restare al passo con la programmazione europea.

La tazzina Illy sbarca in piazza di Spagna. Il piccolo lusso quotidiano non conosce crisi

La tazzina Illy sbarca in piazza di Spagna. Il piccolo lusso quotidiano non conosce crisi

Roma - Prosegue l'ascesa dell'azienda di produzione di caffè "Illy", nonostante la crisi economica che l'Europa sta attraversando. La Illycaffè ha saputo investire, in tempi non sospetti, in Paesi ad alto tasso di crescita, dove per la prima volta la casa produttrice triestina ha introdotto la formula del prodotto "caffè" di eccellenza, curato in ogni particolare.

Il presidente e amministratore delegato di Illycaffè Andrea Illy non nasconde la sua soddisfazione all'inaugurazione della boutique Illyshop nel cuore di Roma, in via Due Macelli, il 15 maggio.

Si tratta di un locale su due piani a due passi da Piazza di Spagna, nel centro storico, per una inaugurazione che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dello chef Heinz Beck, dell'assessore al Commercio di Roma Capitale Davide Bordoni, di Rocco Buttiglione e del principe Giovannelli.

"Si deve investire quando c'è crisi - ha affermato l'imprenditore del caffè triestino - vincono le aziende che sanno reagire. In termini di consumi lo scorso anno è stato complesso in tutto il bacino Mediterraneo, dalla Spagna alla Grecia. Ma proprio un Paese in profondo rosso come la Grecia registra ora un miglioramento del rating e vede una piccola ripresa dei consumi. L'Italia invece non ha ancora toccato il fondo, reggono i consumi di caffè a casa mentre al bar è in costante declino, mediamente il -2%. Bisogna investire - è la ricetta di Andrea Illy - in nuovi prodotti come la nuova arabica (varietà in purezza), nuove formule distributive e organizzazione".

La rete degli Illyshop rientra in un progetto innovativo, un format che conta 70 esempi in tutto il mondo che si integrano agli oltre 200 bar nel mondo. "Una formula che insieme all'e-commerce e a internet - ha concluso Illy - ci permette di andare a vendere in tutto il mondo".

Ed Illycaffè sarà anche partner ufficiale di Expo 2015 per quanto riguarda il caffè: saranno 4500 i metri quadri riservati al caffè, che Illy illustrerà dalle pianta alla tazzina, con tutta la dimensione culturale e interculturale che ogni chicco custodisce.

"A Milano vogliamo creare attorno al caffè - ha detto l'imprenditore triestino - un punto di incontro. Per i tanti appassionati che ha nel mondo questa corroborante bevanda, ma in primis per l'Italia che è la madre della cultura della degustazione del caffè. E la Galleria Illy, progetto multidisciplinare nato nel 2005, dopo le importanti tappe di New York e Pechino, approderà a Milano e con un investimento corposo".

Sciopero alla Danieli di Buttrio. La protesta contro i nuovi turni di lavoro notturno

Sciopero alla Danieli di Buttrio. La protesta contro i nuovi turni di lavoro notturno

Udine - Massiccia adesione allo sciopero proclamato dalle sigle sindacali alla fabbrica Danieli di Buttrio (Ud) per lunedì 13 maggio. “I lavoratori Danieli – si legge nella nota della Fiom Cgil - riuniti in assemblea il giorno 9 maggio, hanno espresso la loro forte contrarietà alla nuova turnistica che entrerà in vigore il giorno 13 maggio, imposta unilateralmente dalla direzione aziendale senza alcun confronto con la Rappresentanza sindacale unitaria".

"La proposta di modifica della turnistica riguardante in particolare il lavoro notturno è stata valutata nettamente peggiorativa in quanto, riducendo il turno 0:00–6:30 a 0:00–6:00, si aumentano da 5 a 6 le notti lavorative settimanali, con un’evidente conseguenza negativa sui tempi di vita e, dunque, sulla qualità della vita dei lavoratori”.

“La riduzione del turno di 30 minuti – continua la nota dei sindacati - farà venir meno l’accavallamento tra un turno e l’altro, fondamentale per il passaggio di consegne dai lavoratori del turno precedente a quelli del turno successivo, facendo sì che il lavoratore si veda “costretto” ad arrivare in anticipo rispetto all’inizio del turno e ad andarsene in ritardo, senza che questo venga retribuito".

"Prendendo atto della totale indisponibilità da parte della direzione aziendale Danieli di mettere in discussione questa proposta, l’assemblea dei lavoratori ha deciso di costruire un percorso di mobilitazione caratterizzato da un presidio, aperto a tutti i dipendenti, domenica 12 maggio dalle 22 a mezzanotte, di fronte alla portineria; uno sciopero di tutto lo stabilimento, lunedì 13 maggio, per l’intera giornata lavorativa; un secondo presidio, lunedì 13, a partire dalle 8 di fronte alla portineria dell’azienda; uno sciopero, per tutti i lunedì successivi, a partire dal 20 maggio, del primo turno lavorativo (0-6) fintantoché  la direzione aziendale non accetterà un incontro ufficiale con la Rsu".

"In questo modo - scrivono ancora i rappresentanti dei lavoratori - l’assenza di coloro che aderiranno allo sciopero non potrà essere considerata "assenza ingiustificata". Nonostante queste modifiche, per ora, tocchino solo una parte di dipendenti, solo attraverso la mobilitazione di tutti il lavoratori Danieli si può costringere la direzione aziendale a un passo indietro”.

“Se, viceversa, la direzione non troverà ostacoli, si sentirà forte della possibilità di introdurre modifiche peggiorative anche a tutti gli altri lavoratori. La posta in gioco, dunque, non è solamente respingere una modifica peggiorativa, ma contrastare frontalmente l’arroganza della direzione aziendale”.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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