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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Il Friuli Venezia Giulia di fronte all'ingresso della Croazia nell'Ue, opportunità e rischi

Il Friuli Venezia Giulia di fronte all'ingresso della Croazia nell'Ue, opportunità e rischi

Trieste – L'ingresso della Croazia nell'Unione europea è stato il tema dell'assemblea pubblica della Confcommercio della Provincia di Trieste, che si è svolta lunedì 27 maggio alle 10.30 presso la Sala Oceania della Stazione Marittima.

Nel corso dell'incontro l'ambasciatore croato in Italia, Damir Grubiša,  ha anunciato che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio, Enrico Letta, parteciperanno alle cerimonie per l'ingresso della Croazia nell'Unione europea a Zagabria il primo luglio.

A fare gli onori di casa il presidente della Confcommercio triestina Antonio Paoletti. Per le istituzioni, sono intervenuti l'assessore comunale Elena Marchigiani, il vicepresidente della Provincia di Trieste Igor Dolenc e il vicepresidente della Giunta regionale, Sergio Bolzonello.

Bolzonello ha affermato che l'adesione della Croazia all'Unione europea rappresenta un'opportunità ed una sfida per il Friuli Venezia Giulia.

La Regione è partner con la Croazia in ben 33 progetti europei nei settori dell'innovazione, dell'ambiente, della cultura e del settore sociale. Inoltre sono tuttora in corso 5 progetti transfrontalieri, due dei quali dedicati al settore vitivinicolo.

Il vicepresidente ha poi ricordato la trentennale esperienza del partenariato “Alpe Adria”, oggi confluito nel Gruppo europeo di cooperazione territoriale, in cui la Contea istriana è coinvolta ad ogni livello.

Per il Friuli Venezia Giulia però occorre tenere d'occhio due aspetti di criticità: la libera circolazione dei lavoratori e i vantaggi di cui godrà la Croazia, che come nuova entrata farà parte dei Paesi ad Obiettivo 1.

Per Bolzonello il Friuli Venezia Giulia potrà difendersi da tali sfide con una fiscalità di vantaggio e con maggiori investimenti nelle infrastrutture.

Un saluto particolarmente cordiale è stato infine quello della console della Repubblica Croata a Trieste, signora Nevenka Grdinić, che ha sottolineato che l'Italia è al primo posto tra i partner commerciali della Croazia, ed è stato tra i primi tre Paesi dell'Ue a ratificare l'ingresso della Croazia.

La signora Grdinić ha auspicato uno sviluppo sempre più ampio delle relazioni economiche tra Croazia e Friuli Venezia Giulia.

Quindi il presidente Paoletti ha preso la parola per riassumere la politica della Confcommercio triestina: reagire ai fattori negativi di una crisi che dura da più di sei anni con un'azione comune rivolta a valorizzare le risorse locali ed a proporsi all'estero come offerta competitiva e prestigiosa.

Trieste è stata un “faro” per la Croazia anche ai tempi della ex Yugoslavia per quanto riguarda il commercio ed il settore terziario in generale e deve continuare ad esserlo, ha detto Paoletti.

La “specialità” del Friuli Venezia Giulia apre spazi legislativi importanti che vanno utilizzati per sfruttare al massimo l'occasione dell'ingresso della Croazia in Ue.

È seguita infine una tavola rotonda moderata da Oscar Giannino, dal titolo “L'ingresso della Croazia nell'Unione europea, rischi ed opportunità per il nostro territorio” a cui hanno partecipato  l'ambasciatore croato in Italia, Damir Grubiša, il delegato Ue in Croazia Paolo Berizzi, l'addetto commerciale presso l'ambasciata italiana a Zagabria Luca Laudiero, le rappresentanti della Camera dell'Economia croata Ružica Gelo, Mirjana Turudić e Silva Stipić Kobali.

Programmazione europea al palo: i beneficiari dei fondi fanno fatica a pagare la loro parte

Programmazione europea al palo: i beneficiari dei fondi fanno fatica a pagare la loro parte

Trieste - L'assessore alle Relazioni comunitarie Gianni Torrenti ha svolto il 25 maggio in Giunta una relazione sullo stato di avanzamento del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Por/Fesr).

"L'andamento generale della programmazione europea per l'intero periodo 2007/2013 è preoccupante" ha detto al termine del dibattito, notando che "l'inizio reale delle attività della Regione Friuli Venezia Giulia è avvenuto appena nel 2010, con almeno due anni di ritardo".

"Nelle prime settimane di giugno - ha annunciato Torrenti - analizzeremo la situazione per approfondire le criticità e proporre, nel Comitato di Sorveglianza, le iniziative necessarie a raggiungere il miglior risultato possibile".

Lo stato di attuazione del POR, che oggi ha una dotazione finanziaria di 303 milioni di euro, registra, al 23 aprile 2013, il 96,2 per cento di risorse attivate, il 78,5 per cento di impegni, il 41,2 per cento di pagamenti ed il 40,5 per cento di pagamenti certificati all'Unione europea. I progetti finanziati sono 1474, dei quali 952 sull'asse innovazione e ricerca che ha un piano finanziario di 138 milioni di euro.

I problemi evidenziati dall'assessore Torrenti riguardano la situazione economica dei beneficiari, che hanno difficoltà a trovare fondi per pagare la parte loro spettante delle operazioni cofinanziate dal Programma, e risentono di complessità procedurali e amministrative per svolgere talune attività, necessitando di dilazioni di tempo per la loro realizzazione.

Torrenti ha rilevato infatti che la crisi generale e le difficoltà di accesso al credito stanno creando problemi alle imprese nelle realizzazione delle iniziative proposte, ma ha sottolineato anche il peso dei limiti posti alla spesa pubblica dal patto di stabilità.

Si attende inoltre l'approvazione definitiva da parte della Commissione europea della riprogrammazione della dotazione finanziaria del POR da 303 milioni a 252 milioni di euro, in seguito all'adesione della Regione al Piano di Azione Coesione con una dotazione finanziaria di circa 48 milioni di euro. È uno spostamento di risorse volto a salvaguardare la capacità di spesa di fondi comunitari.

IL PAC prevede l'attivazione di sette priorità: Imprese e giovani, Agenda digitale, Attrazione culturale, Efficienza energetica, Trasporti, Archeologia industriale e PISUS.

"Ci stiamo impegnando a recuperare i ritardi - ha concluso Torrenti - ma nel contempo vogliamo attrezzarci anche per riorganizzare finalità e finanziamenti in modo da far partire iniziative credibili con risorse adeguate: finanziare 950 progetti sulla ricerca, per esempio, vuol dire che in troppi casi si finanziano iniziative troppo piccole rispetto alla complessità della tipologia di intervento".

"La dimensione degli interventi europei va portata su medie superiori in modo tale che i processi di spesa e monitoraggio possano essere gestibili. Quindi, se vogliamo utilizzare tutte le risorse in modo realmente produttivo per lo sviluppo regionale, c'è da riordinare il sistema. Questo è uno degli impegni presi dalla Giunta".

Il centesimo "sbagliato" all'asta a Torino, base 2500 euro. Forse altri esemplari in circolazione

Il centesimo

Torino - Il Centesimo Mole, la moneta coniata per errore dall’Italia con il valore da 1 centesimo sul rovescio e le dimensioni e l’immagine del 2 centesimi sul dritto, la sagoma della Mole Antonelliana, viene battuta all’asta a Torino giovedì 23 maggio, nel corso della vendita numismatica della casa d’aste Bolaffi.

Considerata una delle maggiori rarità in euro attualmente in circolazione, la moneta – per la prima volta all’asta da quando fu scoperta nel 2002 – viene battuta al prezzo base di 2.500 euro.

Quando la monetina da 1 centesimo di euro fu coniata per la prima volta, nel 2002, sul retro vi fu raffigurata la Mole Antonelliana - immagine destinata alla moneta da 2 centesimi - invece che il Castel del Monte pugliese.

Il lotto sbagliato fu ritirato dalla circolazione immediatamente, ma alcune monetine riuscirono a sfuggire, infilate, tra l'altro, nelle confezioni "primo conio" distribuite dalla Zecca. Gli esperti stimano che siano un centinaio le monete del genere in circolazione, ma è probabile che se ne trovino altre.

Il valore della monetina sbagliata era schizzato subito alle stelle: 2.500 euro era la valutazione dell'epoca della Bolaffi, l'azienda torinese che si occupa di collezionismo ed aste fin dal 1890.

La Bolaffi aveva dichiarato di essere venuta in possesso di alcune monetine, innescando un caso giudiziario che è durato undici anni.

Quando infatti la Bolaffi aveva annunciato di avere sei esemplari delle monetine errate, infatti, la Guardia di Finanza le aveva sequestrate. Tra l’azienda e il Museo della Zecca di Stato, che aveva rivendicato la legittima proprietà degli esemplari, era sorta una disputa giudiziaria.

La questione era stata risolta il 24 gennaio 2013 con una sentenza emessa a Roma, in base alla quale la Bolaffi è legittimata al possesso delle monetine e può quindi dare il via alle aste.

Giovedì saranno all’asta anche altri due singolari errori di conio del periodo euro: il “Doppio Castel del Monte”, il centesimo con l’immagine del monumento pugliese su entrambe le facce, e il “Centesimo-Centesimo”, l’esemplare costituito da due facce identiche coniate con il valore da 1 centesimo.

Tra le numerose rarità della vendita – più di 1600 lotti tra monete antiche, moderne, medaglie e banconote per una base complessiva di oltre 900 mila euro – si segnala, sempre in tema di errori da collezione, il noto 500 lire Caravelle “Bandiere rovesciate”, la moneta di prova del 1957 con i vessilli delle imbarcazioni spiegati controvento (8.000 euro la base).

Da evidenziare anche l’Augustale di Federico II di Svevia (1198-1250) – la prima moneta italiana non classica a riprodurre l’effigie di un sovrano – con al dritto il busto di Federico II e al rovescio un’aquila ad ali spiegate (base 10 mila euro).

L’appuntamento è a Torino, nella Sala Bolaffi di via Cavour 17, a partire dalle ore 10.00.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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