Economia
Finest: il made in Italy in Russia è molto più che moda e buon cibo
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- Pubblicato Lunedì, 10 Giugno 2013 17:17
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Fvg - Erano circa 350 le aziende che si sono presentate in Russia al seguito della delegazione italiana che si è recata a Nizhnyj Novgorod (regione 400 km a sud-est di Mosca) nei giorni scorsi per la XXII Sessione della Task force italo-russa.
L’appuntamento ha visto riuniti i principali operatori istituzionali dell’internazionalizzazione ma è stata soprattutto l’occasione per tante aziende di presentare i loro progetti di investimento e cercare partner extraconfine. Oltre un centinaio i progetti presentati sui temi più diversi: apparecchi medicali, automotive, biotecnologie per agricoltura, impianti biologici per la depurazione dell’acqua, bioedilizia, veicoli elettrici, etc. Anche il turismo, con la costruzione di centri alberghieri o la ristrutturazione di vecchi complessi, offre ampie possibilità per le aziende italiane.
Soddisfatto il presidente di Finest Renato Pujatti, di ritorno da una missione che ha visto Finest svolgere un ruolo guida importante: alla Finanziaria è stata affidata la presidenza del tavolo di lavoro dedicato agli strumenti Finanziari, a cui hanno partecipato cinque banche italiane, tre russe ma soprattutto le aziende alla ricerca di una guida per districarsi nella burocrazia russa, che non rende facile la penetrazione nel mercato per i nostri imprenditori.
“La Russia conta storicamente una rete di relazioni particolarmente strette con l’Italia – dichiara Pujatti. - Legami che si rivelano fondamentali per poter fare affari in questo Paese più che in altri. Il motivo è legato alla particolare situazione del tessuto economico russo, che non è fatto di PMI, ma di grandi aziende statali, magari ora privatizzate, che hanno un forte legame con il governo centrale.
In questa situazione riuscire a instaurare un rapporto diretto con i protagonisti della vita economica e politica del Paese è indispensabile. E’ proprio quanto ci promettiamo di fare con questo tipo di missioni: avviare subito contatti produttivi per le aziende, che da sole rischierebbero invece di girare a vuoto.
E’ significativo l’esempio di un produttore di pellet italiano, venuto in Russia alla ricerca di un partner: in due giorni lo abbiamo messo in contatto con un potenziale partner e hanno siglato un accordo per la costruzione di una centrale a pellet in Russia di oltre 10 milioni di euro.”
Le possibilità di crescere in Russia per le aziende italiane sono enormi, spesso sottovalutate. Il saldo commerciale tra Italia e Russia è ancora decisamente a favore di quest’ultima, soprattutto per merito delle materie prime che il nostro Paese importa. Secondo dati di fonte russa riportati dal Ministero degli Affari Esteri, nei primi dieci mesi del 2012 l’interscambio tra Italia e Federazione Russa è stato pari a 36,8 miliardi di USD, di cui 26,1 di importazioni e 10,7 di nostre esportazioni verso la Russia.
“Ciò che spesso dimentichiamo è che siamo il secondo partner commerciale russo a livello europeo dopo la Germania, il quinto a livello mondiale. In Russia c’è una grande attenzione a ciò che è made in Italy, non solo per quanto riguarda la moda, il design o il buon cibo: macchinari e beni strumentali rappresentano la principale voce delle nostre esportazioni. Qui c’è una predisposizione ad accogliere le produzioni italiane e i prodotti italiani, perché sono sinonimo di qualità, competenza ma anche affidabilità.”
Il mercato russo si conferma quindi uno dei punti di riferimento imprescindibili per le aziende nei prossimi decenni, ancora di più dopo l’ingresso della Russia nel WTO. Il momento più critico rimane la fase di ingresso: favorire l’accesso al credito e alla consulenza di alto livello per le aziende si rivela quindi cruciale, attraverso strumenti come Finest, che partecipa al capitale sociale fino al 49%.
“Nel corso della task force abbiamo cercato di far conoscere al meglio questi strumenti e di comprendere come andrebbero modulati per essere ancora più utili per gli imprenditori –conclude Pujatti.
Tra gli elementi critici emersi a questo proposito, c’è ad esempio la difficoltà per le aziende a rifondere i finanziamenti ricevuti 8 o 10 anni fa, a causa della congiuntura economica attuale. Per non vanificare gli sforzi degli imprenditori, oltre a soluzioni come quelle studiate da Finest per la rimodulazione del debito, è interessante la proposta della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, che ha sollecitato la creazione di un fondo per il sostegno delle joint venture in fase di uscita.
Buone notizie per i bagnanti: prezzi in discesa e offerte a pacchetto sulle spiagge
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- Pubblicato Domenica, 09 Giugno 2013 12:20
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Lignano (Ud) - Secondo i dati diffusi da Confesercenti l'8 giugno, quasi la metà degli italiani non si concederà una vacanza nei mesi estivi. La giornata al mare torna dunque di grande attualità.
Il Codacons registra quest'anno una piacevole sorpresa per i bagnanti: per la prima volta le tariffe praticate dagli stabilimenti balneari appaiono stabili o addirittura in discesa rispetto agli scorsi anni. In base allo studio dell'associazione dei consumatori, l'estate 2013 sarà caratterizzata da prezzi di lettini, ombrelloni, cabine e altri servizi da spiaggia sostanzialmente in linea con quelli del 2012.
Inoltre aumentano promozioni, offerte e sconti per i consumatori da parte degli stabilimenti balneari: si va dai pacchetti di ore, a prezzi scontati da utilizzare nell'arco di un determinato periodo, alle cabine in "multiproprietà", ossia condivise a turnazione da più famiglie, passando per sconti su servizi vari, lettini e ombrelloni nei giorni infrasettimanali.
Offerte in grado di consentire ai bagnanti risparmi fino al 50% rispetto alle tariffe normalmente praticate. "Si tratta di una sorpresa positiva per i consumatori, dopo anni in cui i listini degli stabilimenti balneari italiani hanno subito continui rialzi - afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - tuttavia, le tariffe rimangono stabili e si introducono sconti e promozioni perchè la crisi economica in atto ha costretto un numero sempre crescente di cittadini a rinunciare ad una giornata al mare nel corso degli ultimi 3 anni, costringendo i gestori dei lidi a modificare la propria politica economica".
A Lignano per favorire gli appassionati della spiaggia è attivo un servizio di prenotazione e pagamento online, in modo da evitare le code all'ingresso e guadagnare tempo. Davvero ampia l'offerta: si va dai 7 euro per ombrellone, lettino e sdraio nelle ultime file in bassa stagione all'abbonamento per l'intera stagione a partire dai 700 euro. È possibile selezionare online il posto prescelto e procedere al pagamento con carta di credito.
La Selex ES manda in cassa integrazione 1822 lavoratori. Coinvolta anche la sede di Ronchi
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- Pubblicato Venerdì, 07 Giugno 2013 15:02
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Gorizia - La Selex Electronic Systems (azienda del gruppo Finmeccanica) ha annunciato ai sindacati il piano di riorganizzazione, che prevede la messa in cassa integrazione guadagni a zero ore di 1.822 lavoratori.
La riorganizzazione che prevede la chiusura di 22 siti, secondo Massimo Masat, coordinatore nazionale Fiom-Cgil per il gruppo Finmeccanica, è "inaccettabile". Nell'incontro del 6 giugno all'Unione degli Industriali di Roma è stato inoltre annunciato che oltre ai 1.822 dipendenti in cassa integrazione a zero ore "per circa altri 10.000 tra lavoratrici e lavoratori è previsto - aggiunge Masat - il ricorso a 4 ore di cassa integrazione settimanali".
Per la Fiom questo piano non è "una base di discussione e ha chiesto a Selex ES di ritirarlo. Per noi occorre invece utilizzare strumenti come i contratti di solidarietà che consentano di ripartire la riduzione di orario su un numero certo più ampio di lavoratori, ma in termini meno devastanti, e di ridurre il numero dei siti di cui sia prevista la chiusura integrale".
Inoltre "il programma presentato da Selex ES è inaccettabile proprio perché divide l'azienda in due: da una parte i lavoratori che dovrebbero stare per due anni a casa a zero ore, dall'altra quelli che dovrebbero fronteggiare una messa in Cig per quattro ore settimanali. Tutto ciò è in realtà frutto di errori industriali prodotti dal management delle tre aziende - conclude il sindacalista - attualmente fuse in Selex ES".
Nel piano di ristrutturazione è coinvolta anche la Selex Es di Ronchi dei Legionari. Le Rappresentanze sindacali unitarie dello stabilimento ronchese hanno comunicato l'intenzione della proprietà di procedere con 33 esuberi (13 mobilità volontarie e 20 in cassa integrazione a zero ore) e di prevedere una cassa integrazione collettiva di 4 ore ogni venerdì.
Un segnale che ha fatto scattare un campanello d'allarme tra i lavoratori. "La nostra maggiore preoccupazione è che questi provvedimenti di fatto sconfessano il piano industriale – ha spiegato Flavio De Crignis a nome di tutte le Rsu – che prevede un rapporto tra lavoratori diretti e indiretti rispettivamente del 75 e 25 per cento del totale. A Ronchi questi numeri li abbiamo già, siamo al 20 e 80 per cento. Dunque, perché si va a toccare questa situazione? Siamo un'impresa di eccellenza, con i conti in ordine. Non è accettabile mandare a casa 22 persone in due anni".
Al riguardo sarà presentata un'interrogazione in Consiglio regionale.
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