Economia
Finest e Unindustria per l'internazionalizzazione delle imprese
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- Categoria: Economia e mercati
- Pubblicato Martedì, 23 Luglio 2013 15:56
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - È stato siglato nella sede di Unindustria Treviso un accordo biennale di collaborazione tra l’Associazione di categoria e Finest, la Finanziaria per l’Internazionalizzazione nei Paesi dell’Europa Centro Orientale, Balcani, Baltico, Russia e Caucaso.
L’intesa è stata sottoscritta dalla Vicepresidente di Finest Alessandra Camposampiero e la Vicepresidente di Unindustria Treviso Katia Da Ros.
L’accordo prevede una sinergia di intenti e attività a favore delle imprese trevigiane tra Unindustria Treviso, con la sua vasta gamma di servizi a sostegno degli associati, e Finest, coi suoi strumenti finanziari e il know how ventennale sul tema dell’internazionalizzazione nei 29 Paesi di sua competenza.
Grazie a questo accordo, Finest fornirà agli associati, direttamente nella sede di Unindustria Treviso, una consulenza gratuita e altamente specializzata sui progetti di investimento e crescita sui mercati internazionali, con focus mirato al reperimento delle risorse finanziarie necessarie per avviare il business plan e allo sviluppo di partnership estere.
I due enti, inoltre, svilupperanno iniziative congiunte volte all’ascolto delle esigenze dell’impresa, con risposte concrete alle problematiche incontrate nell’operatività quotidiana all’estero, e incontri tematici per la promozione di una cultura aziendale orientata alla competitività internazionale su un mercato globale.
“La Provincia di Treviso è tra le più internazionalizzate del Nordest – spiega la Vicepresidente di Finest Alessandra Camposampiero - e non a caso è in assoluto quella che in questi vent’anni ha maggiormente usufruito dei servizi di Finest: è al primo posto per numero di operazioni, detenendo il 16% delle quasi 500 operazioni che abbiamo realizzato a beneficio delle aziende del nord est.
Con l’accordo di oggi vogliamo fare un passo ulteriore per essere ancora più vicini alle imprese del territorio, per evidenziare che in questa fase storica che richiede coraggio, sacrificio e prospettive a lungo termine, gli imprenditori non sono soli: Finest è un partner a tutti gli effetti, partecipa nel loro progetto non solo con il capitale finanziario, ma anche con la competenza, le relazioni internazionali sviluppate e il rischio d’impresa.
Averci al loro fianco è una assicurazione di solidità, potenziata ulteriormente grazie alla partnership con Unindustria”.
“La vocazione delle aziende trevigiane ai mercati internazionali è sempre stata forte – è il commento della Vicepresidente di Unindustria Katia Da Ros – ad oggi il 30% del nostro fatturato arriva dai mercati stranieri.
Di fronte alla stagnazione dei consumi interni l’unico modo per continuare a prosperare e garantire l’occupazione è potenziare questa strategia, attraverso nuovi percorsi internazionali. In tal senso il ruolo di Finest e Unindustria si rivela cruciale per la costituzione del tessuto imprenditoriale trevigiano, fatto in prevalenza di PMI che hanno difficoltà a districarsi da sole nel complesso mondo dell’internazionalizzazione.”
Grazie a questa intesa – conclude la Vicepresidente Da Ros – i nostri associati potranno aprirsi a nuovi mercati, individuare partner commerciali e accedere a strumenti finanziari che, in questo momento di difficile accesso al credito, si rivelano decisivi.
Le nostre piccole imprese pagano l’energia elettrica il 68% in più della media UE
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- Categoria: Economia e mercati
- Pubblicato Sabato, 20 Luglio 2013 12:25
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Mestre (Ve) - In Italia le piccole imprese pagano l’energia elettrica il 68,2% in più della media europea. Solo Cipro registra una situazione peggiore della nostra.
Lo rende noto una ricerca dell'Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, pubblicata il 20 luglio, che ha comparato i costi dell’energia elettrica praticati in Ue alle piccole imprese.
Il costo praticato nel nostro Paese è pari a 198,8 € ogni 1.000 Kwh consumati. Solo Cipro ha una tariffa più elevata della nostra: 234,2 euro.
Ogni 1.000 kwh consumati, una piccola impresa italiana paga 55 euro di tasse: nessuno in Europa è più tartassato di noi. Se, invece, analizziamo l’incidenza percentuale delle tasse sul costo totale (27,7%) ci piazziamo al secondo posto: solo la Germania (32,3%) presenta un’incidenza superiore alla nostra.
Le piccole imprese italiane pagano il 61% in più delle grandi imprese: solo in Grecia (82,4%) si registra un differenziale più elevato del nostro.
“Grazie soprattutto alle piccole imprese – segnala Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – siamo, dopo la Germania, il secondo Paese manifatturiero d’Europa. Nonostante la crisi, le difficoltà e i problemi economici che ci assillano continuiamo a mantenere questa posizione e a rafforzarci sui mercati internazionali nonostante i costi energetici siano i più elevati d’Europa. Ma per quanto tempo possiamo ancora resistere?”
L'Associazione ricorda che le piccole imprese, indicativamente intese con quelle con meno di 50 addetti, danno lavoro al 67% degli addetti italiani occupati nel settore privato e costituiscono il 99,5% del totale delle imprese presenti nel nostro Paese.
"Come fa la Commissione europea - si chiede Bortolussi - ad accettare che in Europa la piccola impresa paghi l’energia elettrica mediamente il 40% in più delle grandi aziende se, tra il 2002 ed il 2010, l’85% dei nuovi posti di lavoro in Ue sono stati creati dalle Pmi?”
La Cgia ha indagato sulle cause che costringono le nostre piccole imprese a subire le tariffe elettriche più alte d’Europa.
Sono gli "oneri generali di sistema" a pesare sul conto energetico. Si tratta di una componente "parafiscale" che comprende, principalmente, l’incentivazione delle fonti rinnovabili (componente A3); tra il III° trimestre del 2011 e il III° trimestre del 2013, ad esempio, il prezzo dell’energia elettrica per un utente domestico medio è salito del 16,4%, mentre la componente degli oneri generali di sistema è cresciuto del 67,7%.
Dal 2009 al 2012 il gettito degli oneri generali di sistema è passato da 4,7 miliardi di euro a 11,2 miliardi di euro. Si tratta di un incremento pari al +137% spiegabile interamente con l’esplosione della componente A3 per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti elettriche rinnovabili, il cui gettito è salito del 233% in 4 anni passando da 3,1 miliardi di euro nel 2009 a 10,4 miliardi di euro nel 2012.
Le previsioni dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas stimano che nel 2013 il gettito si attesterà attorno ai 14 miliardi di euro.
L’impatto degli oneri generali di sistema sui clienti non è uguale per tutti. Il decreto legislativo n. 79/99 prevede che per le attività ad alto consumo di energia, il carico degli oneri debba essere definito in misura inversamente proporzionale in rapporto ai maggiori consumi.
Quindi le grandi imprese o le imprese a forte consumo energetico contribuiscono in misura minore delle altre imprese o utenze.
Nel 2011, ad esempio, le utenze in alta tensione (AT) o in altissima tensione (AAT) hanno “assorbito” il 14,8% dei consumi complessivi, ma hanno contribuito solamente per il 7,4% al gettito totale degli oneri di sistema.
Inoltre, il nostro Paese è importatore netto di energia elettrica: ogni anno deve acquistare dall’estero circa il 13,7% dei consumi totali. Tutto ciò va ad appesantire i costi di approvvigionamento: ricordiamo che questi ultimi incidono sul costo totale di una utenza domestica per oltre il 53%.
In tutto questo, le liberalizzazioni non hanno portato a risparmi significativi.
“Trentino Sviluppo e Finest: nuove opportunità per 51mila aziende trentine”
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- Pubblicato Giovedì, 18 Luglio 2013 09:47
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Trento - E’ stato siglato nei giorni scorsi, presso la sede della Provincia autonoma di Trento, un importante accordo biennale di collaborazione tra Trentino Sviluppo e Finest.
L’intesa è stata sottoscritta da Diego Laner, presidente di Trentino Sviluppo e Renato Pujatti, presidente di Finest, e ha avuto l’avvallo del presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher.
La collaborazione aprirà nuove prospettive per le aziende trentine interessate ad affacciarsi sui mercati esteri, che potranno contare sui servizi offerti da Finest tramite lo Sportello unico per l’internazionalizzazione. L’accordo prevede l’apertura di un desk informativo presso la sede di Trentino Sviluppo, dove le aziende potranno trovare gratuitamente la consulenza specialistica della finanziaria.
«Grazie a questa intesa – spiega il presidente di Finest Renato Pujatti -l’imprenditore potrà conoscere nel dettaglio i prodotti finanziari a supporto del proprio business estero e potrà costruire assieme agli specialisti di Finest e Trentino Sviluppo un proprio percorso internazionale. Una collaborazione virtuosa a beneficio delle oltre 51 mila imprese della Provincia di Trento, di cui molte con un potenziale di internazionalizzazione alto e non ancora sufficientemente sviluppato. Mercati come la Russia, i Balcani e l’Europa centro-orientale, dove Finest è presente da oltre 20 anni con circa 500 operazioni impegnate a favore del sistema produttivo italiano, possono essere destinazioni estremamente vantaggiose per le produzioni di qualità e alta specializzazione come quelle trentine».
Con 7 uffici operativi - Pordenone, Padova, Mosca, Chisinau (Moldova), Samorin (Rep. Slovacca), Kragujevac (Serbia) e Tirana (Albania) – uno in fase di apertura a Yerevan (Armenia) ed un’operatività garantita in 29 Paesi, Finest è una realtà qualificata e di grande esperienza a supporto dell’export delle imprese del triveneto.
«L’accordo siglato oggi tra Trentino Sviluppo e Finest - ha spiegato il presidente della Provincia Alberto Pacher- si inserisce all’interno di un disegno promosso dalla Provincia autonoma di Trento di rafforzamento delle forme di sostegno alle imprese trentine interessate ai mercati esteri, nonché dalla volontà di valorizzare la partecipazione dell’ente istituzionale alla compagine sociale della Finest, società che sta mostrando significative competenze e risultati nel supporto internazionale alle imprese».
Trentino Sviluppo ha ricevuto infatti mandato, dalla Provincia di Trento, di rafforzare il sostegno e la promozione dell’internazionalizzazione delle aziende trentine, al fine di garantire nuovi e crescenti spazi di crescita laddove i mercati nazionali non rappresentano, al momento, un traino sufficientemente vivace. «I mercati internazionali rappresentano una grande opportunità di crescita per le nostre aziende - ha sottolineato Diego Laner, presidente di Trentino Sviluppo- ed i tempi sono maturi per fare quel salto dimensionale necessario per essere competitivi a livello globale. L’accordo con Finest è stato voluto proprio per accompagnare le nostre aziende in un percorso tanto necessario quanto difficile ed articolato. Grazie a questa partnership tecnica e altamente qualificata saremo in grado di offrire agli imprenditori servizi e prodotti strategici per affrontare la strada dell’internazionalizzazione, non ultimo il sostengo finanziario, in periodo di difficoltà per il credito alle imprese».
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