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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Con la crisi ci si assicura di più. Generali totalizza il miglior utile degli ultimi 5 anni

Con la crisi ci si assicura di più. Generali totalizza il miglior utile degli ultimi 5 anni

Trieste - Il gruppo Generali ha chiuso il primo semestre con un utile netto di oltre un miliardo, in crescita del 28,4% rispetto ai primi sei mesi dell'anno scorso e un risultato operativo di 2,4 miliardi, in progresso del 5,3%. Lo ha reso noto la compagnia il 31 luglio.

Si tratta della "migliore performance semestrale degli ultimi 5 anni", ha commentato l'amministratore delegato Mario Greco nella nota che accompagna i risultati.
Per il 2013 la compagnia conferma le attese di un risultato operativo in miglioramento.

"Generali è un gruppo più focalizzato sul core business e più profittevole rispetto a un anno fa e siamo ben posizionati per raggiungere i nostri obiettivi", ha affermato Greco.

A spingere i risultati è stato il ramo danni, il cui risultato operativo è salito a 909 milioni (+24,8%).

I premi complessivi sono stati pari a 34,8 miliardi, in crescita dell'1,7%.

Dal punto di vista patrimoniale la solvibilità dell'azienda è in aumento.

Dal punto di vista manageriale, una novità: Philippe Donnet entra a ottobre nel group management committee con la responsabilità del mercato italiano e sarà il nuovo amministratore delegato di Generali Italia.

Prende il posto di Raffaele Agrusti, da meno di un mese a capo della subholding per le attività nella Penisola, il quale lascerà gli incarichi operativi il 30 settembre e la compagnia triestina a fine anno.

La vertenza della Ideal Standard di Orcenico ottiene l'appoggio della Confindustria nazionale

La vertenza della Ideal Standard di Orcenico ottiene l'appoggio della Confindustria nazionale

Roma - Il 25 luglio presso la sede centrale della Confindustria in viale dell'Astronomia a Roma il presidente della Confindustria di Pordenone Michelangelo Agrusti ha incontrato Giorgio Squinzi a proposito della vertenza della Ideal Standard di Orcenico di Zoppola, ottenendo il pieno appoggio.

"Con Squinzi - ha spiegato il presidente di Unindustria Pordenone - vi è totale uniformità di vedute e toni. Una sintonia che, già oggi, a poca distanza da quella drammatica assemblea di ieri a Orcenico di Zoppola (Pordenone), di fronte ai 500 lavoratori a rischio di perdere il posto di lavoro, mi consente di confermare ciò che avevo anticipato con ottimismo".
 
Agrusti ha ribadito che la battaglia per Ideal Standard "trascende, in qualche modo, perfino la crisi. È paradigmatica - ha detto - dello stato in cui versa l'intero comparto manifatturiero, locomotiva del nostro Paese".

"Non possiamo permetterci di perdere questa battaglia per aver lasciato qualcosa di intentato", ha concluso Agrusti.

Da parte sua il ministro delle Attività produttive Zanonato ha promesso la riapertura del tavolo di trattativa con l'azienda.

La vertenza Ideal Standard è iniziata nel 2009, quando per l'intero gruppo è partito un “Contratto di solidarietà difensivo” in scadenza il prossimo 31 dicembre 2013.

Il pacchetto di maggioranza della Ideal Standard è detenuto dalla Bain capital di Boston (Usa), una società finanziaria specializzata in acquisizione di pacchetti azionari. La società non appare interessata ad investire sulle attività produttive della Ideal Standard.

La presidente Debora Serracchiani, nei giorni scorsi, aveva detto chiaramente che se la Bain capital non dovesse sedersi al tavolo nazionale, la Regione la convocherà a sua volta, e che non intende più "mettere soldi solo negli ammortizzatori sociali".

Serracchiani ha chiesto anche che dal governo arrivi una presa di posizione forte: "Mi auguro che il governo a questo punto alzi la testa e glielo dica, alla multinazionale, che non intendiamo farci prendere in giro, e che su quel tavolo si possa finalmente parlare di investimenti e competitività".

Per Serracchiani, "quello che è successo è la fotografia peggiore delle relazioni industriali, "una nuova forma di colonialismo", ma "questa terra e questa gente non si faranno sfruttare".

Ideal Standard: sindacati a Orcenico, pronti a occupare la fabbrica. Serracchiani "il Governo rialzi la testa"

Pordenone - "Il Governo italiano deve rialzare la testa: siamo un Paese attrattivo, ma non intendiamo farci prendere in giro dalle multinazionali".

Lo ha dichiarato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, a Orcenico di Zoppola, partecipando all'assemblea convocata contro la chiusura dello stabilimento Ideal Standard, con quasi 500 posti di lavoro a rischio. "Qualcuno pensa a un nuovo colonialismo, ma si sono sbagliati, perché questa non è quella terra e questa non è quella gente", ha aggiunto la presidente.

"Per scongiurare questa chiusura, le cui modalità rappresentano una delle pagine peggiori della storia recente dei rapporti con le istituzioni e le organizzazioni sindacali, non abbiamo promesse da fare ma intendiamo dare corso a un'azione di sistema perché questo stabilimento serve alla regione, al Nordest e all'intero Paese se si vuole continuare a fare manifattura in Italia. Per quanto riguarda l'interlocutore - ha concluso - o viene lui o ce lo andiamo a cercare".

"Siamo in costante contatto con il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, a cui abbiamo chiesto di riaprire il tavolo che già stamani vedrà, a Roma, impegnate le segreterie nazionali dei sindacati". Ha aggiunto Serracchiani, osservando che, parallelamente, la Regione aprirà un tavolo locale per convocare l'azienda. "Le scelte di Ideal Standard sono certamente precedenti all'insediamento del ministro Zanonato ma sono anche convinta che il Ministro non farà pesare la propria provenienza geografica. Qui stiamo semplicemente parlando - ha concluso - di scelte scellerate da parte dell'azienda".

"La multinazionale sappia che chi tocca lo stabilimento di Orcenico tocca i fili dell'alta tensione". E' uno dei passaggi chiave degli interventi dei sindacalisti all'assemblea pubblica di stamani, 24 luglio, all'Ideal Standard di Orcenico di Zoppola.

All'assemblea hanno partecipato la presidente della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e gli assessori Bolzonello, Panontin e Panariti, una cinquantina di sindaci o loro delegati, in rappresentanza di tutti i comuni dove risiedono i circa 500 addetti dello stabilimento a rischio chiusura, il delegato del vescovo e i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil.

"Da questa fabbrica - hanno ammonito i sindacalisti - non uscirà la tecnologia e siamo disposti ad arrivare a occuparla se avvertiremo il rischio di trasferimento di impianti". I rappresentanti dei lavoratori hanno anche chiesto alla Regione un sostegno concreto alle politiche attive del lavoro sottolineando l'unità del territorio, schieratosi a difesa del mantenimento dell'azienda. "Se oggi chiude Ideal Standard - hanno concluso - domani toccherà ai colossi dell'elettrodomestico, in un percorso gravissimo di spoliazione del territorio delle sue storiche attività produttive".

"Questo è un luogo simbolico per il territorio della Destra Tagliamento: se cediamo qui, cederemo dappertutto". Lo ha affermato il presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti. "La battaglia che stiamo conducendo - ha commentato Agrusti - vale tanto per il settore dell'edilizia, del legno-arredo o dell'elettrodomestico. In una situazione così grave come quella odierna, e di fronte a comportamenti inaccettabili come quelli della proprietà, voglio ricordare a tutti che imprenditori e grandi finanzieri, che sempre più spesso sono a capo delle multinazionali, devono meritare di essere rappresentati da Confindustria".

All'assemblea è intervenuto anche il presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, il quale ha ricordato i numeri dell'emergenza occupazionale: "Nel Friuli Occidentale ci sono già diecimila lavoratori da ricollocare, non è possibile accettare passivamente anche la chiusura di un colosso come Ideal Standard".

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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