Economia
Copertura del deficit: smentito il maxi aumento delle accise sulla benzina
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- Pubblicato Mercoledì, 09 Ottobre 2013 14:23
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - Nella "manovrina" all'esame del Consiglio dei Ministri del 9 ottobre non vi sono aumenti di aliquote sulle accise sui carburanti. Lo riferiscono fonti del ministero del Tesoro, smentendo così la notizia, circolata in mattinata, di un maxi aumento sulle accise della benzina.
"Non ci sarà alcun aumento delle accise o altri prelievi fiscali per coprire il rientro al 3% e le altre misure del decreto di oggi", dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento e per il coordinamento dell'attività di Governo, Dario Franceschini, commentando le anticipazioni stampa circa il contenuto del provvedimento economico che verrà discusso nella serata del 9 ottobre in Consiglio dei Ministri.
"Chiedo davvero ai media - prosegue - di verificare le informazioni prima di far circolare notizie false che alimentano tensioni e preoccupazione tra le gente gia' in difficoltà. Non ci sarà - ribadisce - alcun aumento delle accise o altri prelievi fiscali per coprire il rientro al 3% e le altre misure del decreto di oggi".
Consiste in 9 articoli il decreto all'esame del Consiglio dei Ministri che si pone come obiettivo quello di riportare il deficit/Pil entro il 3% per quest'anno.
La cosiddetta "manovrina" prevede una serie di interventi mirati a finanziare la cassa integrazione in deroga e il fondo per l'immigrazione e una copertura che ricalca quella già prevista dal decreto che congelava l'Iva e che, a causa della crisi politica, non andò in porto.
Gli interventi dovrebbero essere finanziati attraverso aumenti vari, tra cui quello degli acconti Ires e Irap. Non c'è, come d'altronde previsto, accenno al taglio del cuneo fiscale che dovrebbe invece costituire parte integrante della legge di stabilità, ancora all'esame da parte del del Governo.
In sintesi, il provvedimento prevede un rifinanziamento della Cig in deroga per 330 milioni, mentre altri 35 mln andranno alla social card.
Crisi Ideal Standard: ora, le nubi fosche arrivano da Bruxelles
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- Pubblicato Venerdì, 04 Ottobre 2013 10:43
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Orcenico (Pn) - Nubi fosche sull’Ideal Standard, nell'imminenza di alcuni importanti appuntamenti che avranno luogo nei prossimi giorni.
Dal Comitato aziendale europeo svolto ieri, 3 ottobre, a Bruxelles sono giunte notizie non proprio positive per il gruppo: è stata, infatti, decisa una ennesima fermata produttiva anche degli stabilimenti italiani che si bloccheranno per una settimana in un periodo da stabilire.
Si tratta di un segnale di ulteriore rallentamento che rende sempre più difficile trovare una soluzione per Orcenico, alle prese con la possibile chiusura dello stabilimento entro la fine dell’anno.
Nel frattempo la Regione sta attendendo dall’impresa una risposta sul piano alternativo proposto oltre due settimane fa a Trieste dalla presidente Serracchiani e dal vice Bolzonello.
Ieri, intanto, il senatore Pd Lodovico Sonego, il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato e Pierluigi Bersani si sono incontrati con Michelangelo Agrusti, presidente di Unindustria Pordenone, confermando che l'immediato presente, e il futuro, dei quattro siti italiani nei quali è presente Ideal Standard si decide stabilendo una comune strategia dei territori regionali. Poi sulla base di tale strategia condivisa si dialoga con il fondo proprietario Bain Capital.
Ascom: aumento Iva, un duro colpo per famiglie e imprese. Parla Marchiori
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- Pubblicato Martedì, 01 Ottobre 2013 11:00
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Fvg - Dalla mezzanotte del 1° ottobre è scattato l'aumento dal 21 al 22 per cento dell'Iva.
La crisi di governo apertasi con le dimissioni di parlamentari e ministri del Pdl non ha consentito al Consiglio dei Ministri di venerdì scorso di varare il decreto per far slittare l'aumento almeno fino a gennaio. Sulla stangata Iva si levano le grida di dolore degli operatori commerciali e dei consumatori.
“La crisi ha stremato famiglie e imprese - osserva il presidente provinciale di Confcommercio Alberto Marchiori - e impone perciò al Governo la responsabilità di scongiurare, anche se i tempi e i margini sono strettissimi, l'aumento dell'Iva, perche' questo determinerebbe effetti recessivi e depressivi esiziali per l'economia reale. Siamo veramente alla follia! Al caos vero e proprio. Oltretutto l’incremento dell’Iva azzererà i primi timidi e parziali segni di una ritrovata crescita, per il momento solo annunciata".
" L'aumento al 22 per cento - sottolinea il presidente - riguarderà il 70% dei prodotti e costerà 207 euro annui a famiglia, portando consistenti rincari nel settore dell'abbigliamento (+81 euro), nell'acquisto di scarpe (+25 euro) e bevande alcoliche, vino compreso, e gassate (+12 euro). L'aumento dell'Iva non solo darà un nuovo duro colpo all'occupazione, alle imprese che lavorano per il mercato interno ed ai consumi, ma potrebbe essere solo l'inizio di una nuova grandinata fiscale insopportabile per famiglie ed imprese''.
Gli effetti recessivi dell'aumento dell'Iva dal primo ottobre sembrano essere sottovalutati da più parti. Per questo motivo l'Ufficio Studi Confcommercio nei giorni scorsi aveva effettuato una precisa analisi economica di questi effetti: Impatto sui consumi: si amplificherebbe la già drammatica situazione dei consumi che, dopo aver chiuso il 2012 a -4,3%, chiuderà, senza interventi, anche quest'anno in negativo a -2,4%. L'incremento dell'Iva, che si tradurrebbe in una riduzione dei consumi dello 0,1% a parità di altre condizioni, andrebbe a incider negativamente sulle spese del mese di dicembre e quindi delle festività, momento nel quale, invece, potrebbero concretizzarsi finalmente gli auspicati segnali di ripresa.
Impatto sui prezzi: in una situazione in cui l'inflazione è sostanzialmente sotto controllo, si avrebbe un incremento dei prezzi tra ottobre e novembre di circa lo 0,4%, il cosiddetto "effetto scalino", con inevitabili effetti di trascinamento anche nel 2014; nel dibattito attuale si dimentica quanto accaduto nel 2012: se, in termini di caduta dei consumi, è stato l'anno peggiore della storia repubblicana, ciò è stato dovuto anche all'incremento dell'Iva avvenuto a metà settembre 2011. Perché ripetere lo stesso errore dal 1° ottobre?
Impatto sul gettito: come già accaduto con l'aumento dell'aliquota dal 20 al 21%, la contrazione della domanda porterebbe con sé anche una riduzione del gettito Iva atteso.
Impatto su produzione e occupazione: la perdita di produzione, determinata dal calo dei consumi, comporterebbe, a regime, una riduzione dell'occupazione approssimativamente di 10 mila posti di lavoro.
Impatto sulle imprese: in una situazione già di estrema difficoltà per le imprese del Commercio, Turismo, Servizi e delle Professioni gravate da una pressione fiscale da record mondiale e dal mancato pagamento dei debiti della P.A., un'ulteriore contrazione della domanda interna porterà alla chiusura di molte attività.
Impatto sui redditi: risulteranno più penalizzate le famiglie a basso reddito in quanto la pressione Iva (rapporto tra Iva pagata e reddito) per il 20% di famiglie più povere arriverebbe al 10,5%, mentre per il 20% di famiglie più ricche sarebbe del 7,5%, circa il 30% in meno.
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