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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Finest, il nuovo presidente è Mauro Del Savio. Il saluto di Renato Pujatti

Pordenone - Mauro Del Savio sarà il nuovo presidente di Finest. E' quanto ha deliberato l'assemblea degli azionisti della Finanziaria regionale, riunita oggi, 28 ottobre, a Pordenone.

L'assemblea ha formalmente approvato il Bilancio d’esercizio 2012/2013 della finanziaria, presentato dal CDA lo scorso 24 settembre 2013, con numeri tutti in positivo.

L’esercizio infatti si è chiuso con un significativo +78,40% nel risultato operativo lordo e un netto di bilancio pari a € 4.011.779,00. In calo i costi operativi di struttura e le poste rettificative, come effetto della migliorata efficienza organizzativa della finanziaria.

L’Assemblea dei Soci ha inoltre segnato il passaggio al nuovo Consiglio d’Amministrazione, che sarà composto da 7 membri compreso il Presidente: tale numero recepisce la modifica statutaria dell’art. 17 della finanziaria, che in un’ottica di perseguimento dei principi di economicità e di massima sobrietà, ha portato ad una riduzione del numero dei consiglieri, con conseguente contenimento dei costi e dei relativi compensi.

Il presidente uscente di Finest, Renato Pujatti, a conclusione del mandato, ha rivolto "un saluto sincero e un sentito ringraziamento per il confronto sempre costruttivo, anche nei momenti più difficili, che ha caratterizzato questi tre anni di presidenza e che a mio parere ha reso questa esperienza arricchente, tanto dal punto di vista professionale che umano".

"Consiglio di amministrazione, collegio e tutta la struttura - ha aggiunto Pujatti - hanno sempre collaborato per garantire la solidità di questa Società e dare nuove risposte e soluzioni alle esigenze dei nostri imprenditori, ed è comunque per me fonte di grande soddisfazione poter affidare al futuro Consiglio di amministrazione di Finest S.p.A. una Società che è riuscita a risanare le situazioni di rischio presenti, pronta a proseguire su solide basi il suo operato. Rinnovo quindi il mio grazie per tutto il lavoro svolto e, con l’auspicio che vi possano essere, seppur in mutate circostanze, nuove occasioni di incontro e di confronto, invio i miei più cordiali saluti".

Electrolux, nubi sul futuro. "Scure" sugli impiegati. Porcia rischia la chiusura

Pordenone - Saranno circa 200 gli impiegati Electrolux italiani, sui mille complessivi in Europa dei 7500 dipendenti, coinvolti nella riorganizzazione degli uffici dell'azienda di elettrodomestici.

Lo indica in una nota l'industria, precisando che vista l'insoddisfacente performance del settore elettrodomestici Emea, Electrolux ha assunto una serie di importanti decisioni strategiche con l'obiettivo di ridurre i propri costi operativi in Europa.

Grande preoccupazione per le notizie riguardanti gli stabilimenti italiani del gruppo Electrolux è stata espressa dalle organizzazioni sindacali, che hanno convocato un' assemblea con sciopero nello stabilimento di Porcia. Cgil, Cisl e Uil hanno espresso i loro timori in quanto «quasi sempre le "investigazioni" hanno portato alla chiusura delle unità produttive che le hanno subite». I rappresentati dei lavoratori temono inoltre che i 200 esuberi annunciati tra gli impiegati e amministrativi si concentrino nello stabilimento pordenonese del gruppo svedese.

Il progetto dell'azienda, che sarà avviato subito e si concluderà entro il biennio 2014-2015, prevede un'organizzazione meno complessa, più veloce ed efficace nel raggiungere e gestire il mercato. Un percorso, spiega l'azienda a Pordenone, che verrà condotto insieme con i sindacati e che si concluderà entro aprile 2014, il cui scopo è verificare la possibilità di rilanciare la competitività dei centri di produzione attraverso innalzamento della competitività e riduzione dei costi.

Electrolux ha deciso in proposito di aprire un'investigazione su tutti gli stabilimenti italiani di elettrodomestici (Forlì, Porcia, Solaro e Susegana) per verificare se e con quali azioni di innalzamento di competitività e riduzione di costo sia possibile ripristinare la sostenibilità delle produzioni, oggi gravemente compromesse nel contesto europeo. La conclusione dell'indagine, conclude la nota, è attesa entro la fine di aprile 2014 per consentire l'assunzione di decisioni tempestive ed efficaci. Questo processo coinvolgerà 1.000 impiegati in tutta Europa su 7.500 complessivi. In Italia, in particolare, coinvolgerà 200 unità distribuite tra vendita e marketing, information technology, progettazione, industrial design, amministrazione, supply chain e logistica.

Ora, il prossimo appuntamento è previsto domani, 28 ottobre, a Mestre, nella sede di Confindustria, dove alle 11 si incontreranno i vertici di Electrolux Italia con i coordinatori nazionali di Fim, Fiom e Uilm, i segretari provinciali delle stesse organizzazioni, le Rsu delle quattro fabbriche.

E’ qui che Electrolux dettaglierà le informazioni riassunte nel comunicato ufficiale della multinazionale, soprattutto quelle che hanno effetto immediato. E in questa sede l’azienda riceverà il primo «no» perentorio dei sindacati, indisponibili ad accettare di buon grado un’operazione - l’investigazione - che nel gergo Electrolux significa già «chiusura».

Electrolux: annuncio da brivido, lo stabilimento di Porcia verso la chiusura

Pordenone - La Electrolux ha annunciato il taglio di 2.000 posti di lavoro, ovvero oltre il 3% della propria forza lavoro complessiva a causa dei risultati deludenti del terzo trimestre, che hanno evidenziato un calo del 29% dell'utile a 75 milioni di euro.

Electrolux, insieme alla trimestrale, ha così annunciato l’avvio della temuta "investigazione" sulla produzione di elettrodomestici in Italia, ovvero su tutti e 4 gli stabilimenti: Porcia per le lavatrici, Susegana per i frigoriferi, Solaro per le lavastoviglie, Forlì per forni e piani cottura. Complessivamente, sono a rischio oltre 4.500 posti di lavoro escluso l’indotto. 

Fino a oggi, il termine “investigazione” è sempre stato usato da Electrolux come sinonimo di “chiusura”.

"L'Europa continua a soffrire di una domanda debole – spiega Keith McLoughlin, Ceo della multinazionale, nel commento alla trimestrale – mentre il gruppo in Nord America continua a a registrare forti vendite e la crescita degli utili. In risposta alla situazione attuale del mercato europeo – prosegue il Ceo di Electrolux – inizieremo una serie di attività finalizzate ad adeguare ulteriormente la struttura dei costi del Gruppo".

Il gruppo svedese ha quindi deciso la chiusura di una fabbrica in Australia che dà lavoro a 500 persone e la riduzione degli organici in Europa, Medio Oriente e Africa.

Le cifre, annuncia il gruppo, potranno essere anche superiori e si studierà il futuro delle 4 fabbriche italiane.

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