Economia
Rinnovo delle cariche regionali Confcommercio: Alberto Marchiori nominato presidente
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- Pubblicato Giovedì, 02 Aprile 2015 21:57
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - In occasione del rinnovo delle cariche sociali, l’assemblea regionale di Confcommercio Imprese per l'Italia il 2 aprile ha nominato presidente della Confcommercio regionale l'arch. Alberto Marchiori.
La giunta di Confcommercio Fvg risulta composta anche dal vicepresidente vicario Giovanni Da Pozzo e dal vicepresidente amministratore Gianluca Madriz. Guido Fantini sarà il direttore regionale.
Nell’ambito della distribuzione delle deleghe, a Confcommercio Pordenone spettano le deleghe per i Rapporti con la Comunità europea, Infrastrutture, Lavoro, Urbanistica e Internazionalizzazione, a Udine Turismo e Credito, a Gorizia Commercio e Logistica.
Marchiori, 59 anni, titolare di un’agenzia immobiliare, membro di giunta della Camera di Commercio di Pordenone, incaricato uscente alle politiche comunitarie di Confcommercio nazionale, ritorna alla guida di Confcommercio regionale per la quarta volta nel rispetto della rotazione tra le quattro province. I precedenti incarichi dal 1996 al 1999, dal 2004 al 2006 e dal 2006 al 2008.
"Il primo pensiero – sono le parole di Marchiori – va al mio predecessore, Pio Traini, che ha gestito negli ultimi due anni la presidenza regionale da un punto di vista, quello della provincia di Gorizia, che è risultato il più colpito dalla crisi economica che ha interessato pesantemente anche il territorio locale".
La nomina di Marchiori è arrivata all’unanimità all’interno dell’assemblea regionale, "segnale di compattezza che fa piacere visto che le realtà che la compongono sono diverse sia geograficamente che economicamente. C’è infatti chi si trova a fare i conti con paesi come Slovenia e Austria che vantano una pressione fiscale inferiore a quella che preme sulle nostre aziende di confine e chi invece, come Pordenone, si confronta con il Veneto, regione di rango ordinario che contesta le prerogative della specialità Fvg".
Marchiori promette sin d’ora di "tenere conto delle diversità" e di voler "fare sintesi per un approccio comune davanti alla politica e alle istituzioni a tutela degli interessi degli associati di Confcommercio in regione".
Il momento "non è facile", premette. E la responsabilità "è massima". "Auspicando che i timidi segnali di ripresa, al momento limitati al sentimento della fiducia, si concretizzino in fatti concreti – rileva il neopresidente –, vale a dire in un incremento di consumi e di utili per le imprese, il nostro impegno, elmetto in testa, sarà quello di rafforzare il peso dell’associazione davanti alla pubblica amministrazione, in primis nazionale ma anche regionale. Nessun dubbio che il cavallo di battaglia resta quello del pressing per l’abbassamento delle imposte che gravano sull’economia".
Crisi CoopCa, l'8 aprile scade il termine per il piano di ristrutturazione. La Regione s'impegna
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- Pubblicato Mercoledì, 01 Aprile 2015 11:39
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Udine - La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha incontrato martedì 31 marzo a Udine rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per fare il punto sulla crisi della cooperativa di consumo carnica CoopCa, in vista della scadenza dell'8 aprile prossimo, concessa dal Tribunale di Udine quale termine ultimo per depositare un piano di ristrutturazione aziendale nell'ambito della richiesta di concordato fallimentare.
Il giudice dovrà quindi decidere se il piano depositato basterà per accedere al concordato. Al momento, dei 38 supermercati collocati tra Friuli e Veneto, solo uno su cinque ha ricevuto proposte di acquisto. Il gruppo ha pù di 80 milioni di debiti. 26,5 milioni di prestito sociale sono bloccati mentre nel 2014 ci sono stati 14 milioni di perdite a bilancio.
"È una vicenda che preoccupa le istituzioni e mi tocca profondamente anche sul piano personale", ha detto Serracchiani, ricordando il lavoro portato avanti in questi mesi dall'Amministrazione regionale ed in particolare dal vicepresidente e assessore alle attività produttive, Sergio Bolzonello.
"Ci stiamo mettendo tutto l'impegno possibile - ha assicurato - Con il contributo dei sindacati e del mondo della cooperazione puntiamo a costruire un percorso sapiente che permetta di individuare una via d'uscita ad una situazione che, tuttavia, rimane complessa".
Sulla vicenda CoopCa si sono pronunciati duramente i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle: "Sulla tragedia CoopCa - affermano in un comunicato - e sul sistema cooperativo in generale l'ex assessore [della giunta Tondo] Riccardi gioca a prendere in giro i cittadini del Friuli Venezia Giulia".
"L’ex assessore regionale nel quinquennio 2008-2013, si decida e dica una volta per tutte se, in questo sfacelo generale, i vertici della Regione - di oggi come quelli di ieri - abbiano o meno delle responsabilità politiche precise".
Ai portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Elena Bianchi e Cristian Sergo, non sono andata giù le ultime dichiarazioni dell’attuale capogruppo di Forza Italia che – per sue stessa ammissione - ha affermato di aver difeso la presidente Serracchiani “quando il M5S ha cercato di speculare politicamente, cercando di trasformare l’aula consiliare in un’aula di tribunale”.
"Il MoVimento 5 Stelle già a partire dai primi mesi del 2014 aveva sollevato, in particolare, il problema della vigilanza che andava esercitata fino in fondo proprio dalla Regione. Abbiamo fatto di tutto per spingere la giunta Serracchiani a intervenire prima che fosse troppo tardi. Richieste – purtroppo – cadute nel vuoto".
"È bene ricordare, come già fatto in Aula, all’ex assessore che il commissariamento di CoopCa era una prerogativa della Regione e non solo della Procura - attacca Sergo -. Così come bisognava vigilare con attenzione anche quando le prime avvisaglie del disastro economico erano già visibili e si poteva intervenire richiedendo una revisione straordinaria".
Finiscono le "quote latte" dell'UE. A rischio gli allevamenti nelle zone più fragili e sensibili
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- Pubblicato Mercoledì, 01 Aprile 2015 11:22
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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FVG - Dopo 30 anni finisce il regime delle "quote latte" dell'Unione Europea. Il 1° aprile scocca l'ora finale per una norma che ha fatto cambiare per sempre il settore lattiero caseario anche nella nostra Regione.
Solo 1 stalla su 5 infatti è sopravvissuta al regime delle quote latte, lasciando in vita in Italia appena 36mila allevamenti.
Lo fa sapere il "Dossier sull'attuazione delle quote latte in Italia" della Coldiretti, presentato in occasione della mobilitazione degli allevatori a Roma, il 31 marzo, in Piazza del Foro di Traiano, con la presenza della pronipote della mucca "Onestina", simbolo della battaglia per il Made in Italy degli allevatori onesti.
All'inizio del regime delle quote latte nel 1984 in Italia - sottolinea la Coldiretti - erano presenti 180mila stalle, con il latte che veniva pagato in media agli allevatori 0,245 euro al litro mentre i consumatori lo pagavano 0,40 euro al litro (780 lire).
Oggi, il prezzo del latte fresco moltiplica più di quattro volte dalla stalla allo scaffale, con un ricarico del 317%, con il latte che viene pagato agli allevatori in media 0,36 centesimi al litro mentre al consumo il costo medio per il latte di alta qualità è di 1,5 euro al litro.
Aumenterà la concorrenza per gli allevatori italiani con la fine del regime delle quote latte? "La concorrenza già c'era, non la scopriamo con la fine di questo sistema. Noi però in questa fase dobbiamo attrezzarci meglio e il lavoro di riorganizzazione del settore lattiero-caseario, in particolare per quanto riguarda la difesa del reddito degli allevatori, è un punto decisivo". spiega il ministro per le Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, rispondendo ai giornalisti a margine della manifestazione della Coldiretti.
Con la fine del regime delle quote latte è prevedibile un aumento della produzione lattiera comunitaria, quest'anno stimata pari al 6%, con il rischio di una vera invasione straniera in Italia dove si importa già quasi il 40% dei prodotti lattiero caseari consumati.
A temere per la sopravvivenza "sono soprattutto gli allevamenti da latte che risiedono nelle zone più fragili e sensibili del nostro Paese e dell'Unione. Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa - denuncia la Coldiretti - perchè non è obbligatorio riportarlo in etichetta".
"Il prezzo pagato agli allevatori - rimarca ancora Coldiretti - è aumentato di poco più di 10 centesimi mentre il costo per i consumatori è cresciuto di 1,1 euro al litro. Oggi quindi gli allevatori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè al bar, quattro litri per un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar mentre quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette".
"E il prezzo riconosciuto agli allevatori non copre neanche i costi per l'alimentazione degli animali".
Soddisfazione è stata espressa invece dal commissario europeo all'agricoltura, Phil Hogan: "Oggi è un giorno significativo per la Pac, è l'ultimo delle quote latte".
Secondo Hogan "l'Unione europea è ben piazzata per beneficiare della crescita stimata del 2% della domanda globale" di latte e "la sfida per il settore è quella di costruire la stabilità rispetto alla volatilità dei prezzi".
Il commissario europeo all'agricoltura ha ribadito come in questi anni il settore lattiero-caseario Ue "ha guardato al mercato e ha visto dove trovare il potenziale per la crescita".
"Il volume dell'export europeo - ha detto Hogan - è aumentato del 45% negli ultimi 5 anni e il suo valore nello stesso periodo è aumentato del 95%".
Sul mercato globale "il potenziale per la crescita è con i prodotti dal valore aggiunto, come formaggio e yogurt, e ingredienti per prodotti nutrizionali, dietetici e per lo sport" ha spiegato il commissario europeo all'agricoltura, secondo cui questo settore "rappresenta un enorme potenziale per crescita economica e posti di lavoro nell'Ue".
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