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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Attualità

Scuola, prove "Invalsi" contestate in tutt'Italia. Il Friuli Venezia Giulia regione più "ricca" per i bambini

Scuola, prove

Trieste - Il 13 maggio è il giorno in cui si svolgono le prove "Invalsi", contestate da vari gruppi di studenti e insegnanti. A Trieste i Cobas scuola manifestano dalle 9 a piazza S. Antonio Nuovo. Intanto su Twitter il tema #invalsi2014 è primo in classifica per numero di "post". I ragazzi stanno fotografando i fogli dei test e li stanno mettendo in rete.

Alberto Irone, Portavoce della Rete degli Studenti Medi, che sostiene la protesta, afferma: "Le prove Invalsi sono state pensate e create a soli fini statistici per avere un quadro quanto più chiaro possibile della situazione e delle problematiche del nostro sistema scolastico".

"È chiaro, però, che per come sono strutturate attualmente non riescono a fornire dei dati che portano ad un'analisi delle problematiche davvero completa e reale, perché non si vanno a considerare molte variabili che incidono profondamente sul rendimento di uno studente, come: condizione economica, sociale e familiare di partenza, situazione scolastica e peculiarità dello studente".

Ma non sono solo Cobas e studenti della Rete a criticare l'Invalsi: nelle scorse settimane ottanta acca­de­mici che lavorano in uni­ver­sità di tutto il mondo hanno inviato una let­tera di pro­te­sta a Andreas Schlei­cher, diret­tore del programma Ocse di valu­ta­zione degli stu­denti attra­verso i testi Pisa.

La lettera è stata pubblicata il 5 maggio dal quotidiano inglese "The Guardian" con il titolo “I test Ocse-Pisa stanno danneggiando l’educazione in tutto il mondo”.

Nella lunga ed argomentata lettera gli studiosi, quasi tutti provenienti dal mondo educativo anglosassone, contestano essenzialmente una metodologia di valutazione basata sui numeri, derivante da un'idea economicistica dell'educazione, che manca di considerare aspetti come le qualità morali, civiche o artistiche dei giovani studenti.

"I dati ricavabili dalle prove Invalsi - sostiene inoltre la Rete degli Studenti - dovrebbero essere utilizzati per individuare le situazioni più critiche sulle quali andare ad agire, in modo da portare il livello minimo dell'apprendimento sempre più verso l'alto, cosa che non è stata ancora messa in atto mentre invece qualcuno ha proposto di utilizzarli per individuare le scuole “migliori” da premiare".

"Una logica che si va affermando nel paese ma che noi rifiutiamo nettamente, perché non fa altro che mettere in competizione tra loro professori e scuole e tende a peggiorare le situazioni problematiche lasciandole a sé stesse e creando quindi sempre più disparità".

Intanto l'associazione Save the Children ha pubblicato proprio in questi giorni i dati della sua ricerca sulla povertà educativa "La Lampada di Aladino - L'Indice per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia" da cui emerge che in Italia è il Friuli Venezia Giulia la regione più "ricca" per i bambini.

La nostra Regione è al top della classifica per numero di bimbi che legge (il 75,7% ha letto almeno un libro nell'ultimo anno), che fa sport (il 56%), per livelli di dispersione scolastica (11,4%) vicini alla soglia della media Ue, edifici scolastici mediamente in buone condizioni (il 73,2% delle scuole ha certificato di agibilità).

La situazione è più grave e diffusa al Sud, ma perfino Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Emilia Romagna, le regioni italiane più "ricche" di servizi e opportunità educative per bambini e adolescenti, non reggono il confronto con l'Europa: nessuna regione italiana è in linea con alcuni obiettivi europei quali, per esempio, la copertura degli asili nido che dovrebbe essere del 33% (nella fascia di età 0-2 anni), ma arriva a stento al 26,5% in Emilia Romagna.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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